25 Ottobre 2022
L'epidemia di attentati contro le opere d'arte che imperversa di recente non è dovuta al caso: è anzi una tattica mediatica esplicitamente formulata da Just Stop Oil, associazione ambientalista che promuove la "consapevolezza" attorno alle questioni ambientali sfruttando metodi shock quali appunto spalmare purea di patate su capolavori immortali. Tattica che funziona benissimo, almeno a giudicare dalla risonanza che hanno avuto le loro dichiarazioni e interviste: ma vediamo meglio i pensieri prodotti da queste menti geniali.
Alex De Koning è un portavoce pubblico del movimento. La sua occupazione? Tecnicamente, dottorando in ingegneria energetica, con focus sull'energia pulita. Apparentemente, però, si sarebbe preso un pausettina per potersi dedicare a tempo pieno all'attivismo: non sappiamo con che proventi, ma è dunque confermato che la maggior parte degli attivisti siano individui con molto tempo da perdere.
Nella sua visione, gli atti vandalici contro i quadri hanno precedenti storici: le suffragette, gli afro-americani e i gay hanno ottenuto voto e diritti civili con gli stessi metodi. Anzi, ci sarebbe pure da ringraziare, perché le suffragette li tagliavano e bruciavano, mentre gli attivisti odierni li sporcano e basta. Si dice cosciente del fatto che a molta gente i metodi di Just Stop Oil potrebbero dare fastidio al grande pubblico, alienandolo dalla causa più che persuaderlo, ma Alex non è un problema: l'importante è che se ne parli. Dare visibilità è il primo passo per risolvere il problema. Peccato che questo genere di gesti divisivi tendando a distrarre dal cuore del problema, piuttosto che sensibilizzare.
Alex, infine, sostiene che l'opinione pubblica è scandalizzata dal gesto di protesta, ma non dal fatto che 30 milioni di persone, in Africa, siano state costrette a trasferirsi a causa di inondazioni e carestie causate dal cambiamento climatico. Forse però non si rende conto di sostenere così un gesto che è spreco di cibo, dando luce a un'altra dissonanza cognitiva: certo, è un gesto simbolico, ma anche lanciare del cibo addosso a un quadro lo, dunque la sensibilizzazione si risolve in una apologia allo spreco.
Anna Holland e Phoebe Plummer, le due eroine che hanno coperto i Girasoli di Van Gogh di minestra, hanno detto che il loro gesto aveva lo scopo di mettere in luce la dissonanza cognitiva tra il fatto che, a pelle, siamo inorriditi dal fatto che qualcuno rovini un bel quadro, mentre non lo siamo quando a essere rovinato è il nostro pianeta. Un buon argomento, se non fosse che, in questo modo si incoraggia a compiere atti simili: primo o poi, il vetro salvifico non ci sarà, e un quadro sarà distrutto per davvero da un attivista zelante. Dunque, il valore simbolico del gesto ne esce ridimensionato. Entrambe, sono convinte dal fatto che sarà necessario protestare ancora di più, con gesti simili, per ottenere i risultati desiderati.
Eccoci, insomma, alle prime vere avvisaglie del radicalismo ambientale, e sembra che siamo solo gli inizi. Speriamo che i musei non ne soffrano troppo.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia