20 Ottobre 2022
Il caso di Diana Pifferi, la bimba morta di stenti a Milano, si compone di un nuovo capitolo. Gli esiti preliminari dell'autopsia infatti confermano che alla piccola sono stati somministrati ansiolitici (benzodiazepine), vale a dire tracce di sostanze compatibili con quelle del flaconcino trovato vicino al lettino in cui era stata inconsciamente lasciata dalla madre Alessia Pifferi, andata a trovare il compagno.
Le tracce di benzodiazepine sono state riscontrate nel sangue e nei capelli della piccola. Dei risultati che contrastano la versione della madre, in carcere dal 21 luglio e accusata di omicidio pluriaggravato della bimba la quale aveva spiegato di aver dato alla piccola Diana solo delle gocce di paracetamolo prima di lasciarla sola per sei giorni. Sul caso, il giudice incaricato aveva disposto degli esami per trovare nuovi dettagli.
In merito alle accuse di aver corretto il latte della bambina con benzodiazepine, sospetto che deriva dal ritrovamento di una boccetta mezza vuota di "En", che sarebbe stata rilasciata da un uomo di mezza età che Alessia Pifferi avrebbe frequentato per un certo periodo, il legale della donna aveva dichiarato di aver fatto richiesta di incidente probatorio per le analisi del biberon.
I vicini sono stati cruciali nelle indagini in quanto hanno riferito agli agenti di non aver mai sentito la piccola piangere, nonostante i sei giorni da sola in casa. Il Giornale d'Italia ha effettuato un viaggio nel degrado delle case di via Parea a Ponte Lambro, tra tossicodipendenti e storie di famiglie strappate da affidi per forte disagio socio economico, dov'è presente tutta la negligenza e la noncuranza, finanche l'indifferenza del luogo in cui è terminata la vita di Diana Pifferi.
Sulla fuga per andare a trovare il compagno, Alessia Pifferi si giustificava così: "Ci contavo sulla possibilità di avere un futuro con lui e infatti era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire; è per questo che ho ritenuto cruciale non interrompere quei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o morire".
Diana sarebbe morta prima delle 24 ore precedenti al ritrovamento del corpo. Le ricerche dei prossimi giorni serviranno a capire se i tranquillanti sono collegati al decesso e se ne siano stati somministrati anche in precedenza. L'incidente probatorio su biberon, bottiglietta d'acqua e boccetta di En avverrà nei prossimi giorni.
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