14 Agosto 2022
Genova Ponte Morandi (foto Lapresse)
Il giorno del quarto anniversario del crollo del Ponte Morandi, che il 14 agosto 2018 ha provocato la morte di 43 persone, a farsi portavoce di decine di famiglie che hanno vissuto quel dramma è Egle Possetti, portavoce del comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi. Nel disastro perse sorella, cognato e nipoti. E, tra le tante recriminazioni, una in particolare: "nessuno ha mai chiesto scusa" per quanto è successo.
È lei che ogni volta, il 14 agosto sale sul piccolo podio ai piedi prima del cantiere, poi del nuovo ponte ricostruito, per gridare in faccia a istituzioni e magistratura che la richiesta è sempre e una sola: giustizia, sotto ogni punto di vista.
"Quanto ancora dovremo aspettare per il memoriale? Senza memoria non c'è progresso e le vittime del crollo di ponte Morandi non devono essere per alcuna ragione dimenticate".
A luglio, in concomitanza con l'avvio del processo, è arrivato il via libera allo spostamento di parte delle macerie ma ancora nulla si è mosso. "Pensavamo che con il progetto definito e con il nulla osta allo spostamento dei reperti si potesse procedere più velocemente, invece". La prima pietra, del tutto simbolica, del cantiere era stata posta dalle istituzioni nel corso della cerimonia di commemorazione del 14 agosto 2021. Dal Comune hanno spiegato che per la progettazione definitiva bisognerà attendere ancora perché ci sono da risolvere anche alcune interferenze con la linea ferroviaria ma l'amministrazione conta di mettere a gara l'opera al più tardi in ottobre.
"Sicuramente è importante che anche quest'anno, il 14 agosto, ci sia la presenza di un ministro (Giovannini, ndr), ma è chiaro che l’attenzione mediatica, e non solo, è calata: questa è una vicenda scomoda. Tra gli imputati ci sono persone che lavoravano per lo Stato, che rappresentavano coloro che avrebbero dovuto controllare. Il fatto poi che sia coinvolta una società così importante e una famiglia così importante come Benetton, detentrice del pacchetto azionario di maggioranza, secondo me incide. È una famiglia che ha interessi economici all’interno dello Stato e fuori, quindi secondo me tutto spinge sul fatto che si voglia far calare l’attenzione sulla tragedia".
"Nessuno degli imputati è stato colpito, anzi: abbiamo regalato loro 8 miliardi per riacquisire la gestione di una nostra infrastruttura. Questo è dal nostro punto di vista imperdonabile: dopo quanto accaduto, avrebbe dovuto esserci per lo meno un annullamento della concessione, o una gestione controllata, almeno fino alla fine del processo. Per noi è inammissibile che non sia accaduto. Scrissi anche alla Corte dei conti prima che venisse approvata l’operazione sulle concessioni e non mi hanno mai risposto. Penso che una risposta, a livello istituzionale, sarebbe dovuta arrivare, non tanto perché sono Egle Possetti, ma per chi rappresento. Per noi anche questo è inaccettabile".
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