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Processo Mollicone: il countdown per la sentenza e il colpo di scena del testimone

Dopo più di vent'anni, il processo per il delitto di Arce continua a riservare sorprese. Oggi dovrebbe finalmente avere una chiusura il calvario giudiziario iniziato nel 2001. A sorpresa, l'accusa porta un nuovo testimone: il barbiere che ha tinto fatto le meches a Marco Mottola, sul cui colore di capelli alcune testimonianze erano in contraddizione.

15 Luglio 2022

Processo Mollicone: il countdown per la sentenza e il colpo di scena del testimone

Una storia atroce e durata più di vent'anni, quella dell'omicidio di Serena Mollicone e del lungo processo che ne è seguito; storia che potrebbe finalmente avere una chiusura. Stasera avverrà il verdetto che deciderà se la famiglia Mottola è realmente colpevole dell'omicidio. Una vicenda giudiziaria complicatissima, che ha visto sabotaggi delle prove, il suicidio di un testimone e persino asportazioni di parti del corpo "compromettenti" dal cadavere di Serena; una storia in cui molti hanno visto l'influenza della mafia e di carabinieri collusi. Stasera sapremo se Serena avrà giustizia.

Nonostante anni depistaggio, la vicenda dell'omicidio di Arce avrà la sua conclusione stasera

Serena era stata ritrovata legata e imbavagliata con adesivo e fil di ferro (ragione per la quale era soffocata dopo essere stata abbandonata, ancora viva, in una foresta). Per anni, le indagini sembravano a un punto morto - non si sapeva neanche dove iniziare. Poi una testimonianza: quella del brigadiere Santino Tuzi, che aveva affermato di aver visto Serena entrare nella caserma, cambiando il corso delle indagini. Tuzi si è poi suicidato, per ragioni mai del tutto chiare: pressioni di colleghi? Solitudine? Senso di colpa? O forse non era suicidio?

Successivamente, la perizia ha osservato che vi era una corrispondenza perfetta tra una botta sulla porta della caserma e la frattura sul corpo della ragazza. Sono stati così incriminati Franco Mottola, comandante della caserma, la moglie Anna Maria e il figlio Marco, probabilmente l'autore della botta contro la porta. Il movente non è chiaro: si sa che Marco praticava il piccolo spaccio e aveva legami con la Camorra locale; forse è nato un litigio con Serena per quello. I genitori avrebbero poi provveduto a occultare il corpo, che come abbiamo detto, non era ancora cadavere e avrebbe potuto salvarsi se soccorso. 

La difesa ha criticato l'impostazione "indiziale" del processo, sostenendo che i pur numerosi indizi non compromettono in maniera essenziale né i Mottola ne i loro presunti favoreggiatori, Vincenzo Quatrale Francesco Suprano. I PM hanno invece sostenuto la piena colpevolezza degli imputati, portando addirittura un testimone "dell'ultimo minuto": il barbiere che tagliò i capelli a Marco Mottola il giorno dei funerali di Serena, descritti dai testimoni come biondi e mesciati. Testimonianza considerata però superflua dai giudici.

Alla sentenza presenzierà la famiglia Vannini, che similmente avevano perso il figlio in un omicidio tragico in cui la vittima, se fossero stati chiamati soccorsi, avrebbe potuto essere salvata. Il padre di Serena, Guglielmo, non potrà purtroppo assistere alla sentenza, essendo morto di infarto nel 2020: lo animava però la convinzione che la morte della figlia avesse permesso ad Arce di salvarsi dal marciume: "La fortuna di Arce per ripulirsi da tutto questo schifo è stata proprio la morte di mia figlia. Una volta qui i ragazzi morivano per overdose e i commercianti erano costretti a pagare il pizzo. Il sacrificio di Serena ha salvato Arce."

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