28 Marzo 2022
Foto Politecnico di Milano
Un professore cinese del Politecnico di Milano ha chiesto a un suo studente di cambiare la nazionalità in un modulo della tesi, modificando la sua provenienza da Taiwan a Cina. "Nessun paese dell'Unione Europea riconosce pubblicamente Taiwan come una nazione indipendente", ha spiegato con fare minaccioso il professore Chen Zhen, da 10 anni docente a contratto nel prestigioso istituto universitario milanese. "La vostra Costituzione non dichiara l'indipendenza di Taiwan, puoi verificarlo", ha proseguito in maniera decisa Zhen. Alla scena hanno assistito anche altri studenti, ma per farsi capire soltanto dallo studente taiwanese il professore, che insegna "Progetto di architettura e città in Cina", ha deciso di parlare in cinese. La vicenda non è passata inosservata: il senatore Lucio Malan, di Fratelli d'Italia, ha presentato un'interrogazione al governo affinché si faccia chiarezza sull'accaduto.
"Taiwan è solo una regione, non è una nazione indipendente. Capisco molto la tua generazione, la vostra educazione vi porta ad avere un'identità nazionale diversa dalla nostra" ha proseguito il professore, mentre lo studente assisteva alla scena in silenzio. "Vorrei che tu capissi questa cosa dal lato della legge anche se il vostro governo può fare giochi di parole, può affidarsi alla scappatoia legale, loro possono manipolare e ingannare il popolo", ha concluso Zhen. Nessun urlo, nessuna minaccia plateale. Solo un tono assertivo e netto, che però ha raggiunto lo scopo. Lo studente, infatti, ha corretto il modulo che accompagna la tesi modificando l'originario "Taipei, Taiwan" in "Taipei, Cina".
Non sono mancate le reazioni politiche. Come detto, Lucio Malan, un passato in Forza Italia e ora compagno di partito di Giorgia Meloni in Fratelli d'Italia, senatore di lungo corso, ha presentato un'interrogazione al governo. Anche Gianni Vernetti, ex sottosegretario agli Esteri del Partito Democratico, ha chiesto la sospensione del docente. Per ora il Politecnico ha comunicato di aver aperto un'indagine interna, come sempre si fa in questi casi.
Una vicenda di cattivo gusto, tanto più in un momento delicato per il contesto internazionale vista l'invasione russa dell'Ucraina. Molti esperti, infatti, ritengono che in un prossimo futuro Taiwan possa essere per la Cina quello che il paese di Volodymyr Zelensky è per il regime di Vladimir Putin: un paese da riportare nella propria sfera di influenza, anche con la forza, se necessario. Non è un caso se negli ultimi anni la Repubblica Popolare cinese abbia fatto sentire più volte la sua presenza militare all'isola, riconosciuta come Stato sovrano soltanto da 13 paesi: frequenti sono state, ad esempio, le violazioni dello spazio aereo da parte di caccia cinesi.
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