08 Settembre 2021
Fonte: lapresse.it
Le domande sbagliate e quelle che al momento sono "in corso di verifica" del test di Medicina 2021 saranno annullate: è questo l'annuncio ufficiale di Maria Cristina Messa, ministra dell'Università e della Ricerca nel governo Draghi. Ai microfoni di Radio Capital, ospite alla trasmissione 'The Breakfast Club', l'accademica e politica italiana rassicura i migliaia di studenti che proprio in questi giorni stanno tentando, dopo mesi di studi, di accedere alle ambitissime facoltà di medicina da Nord a Sud Italia.
I posti, si sa, sono molto limitati, le domande spesso non sono per nulla semplici: tra queste però potrebbe spuntarne anche qualcuna non corretta. Allora ad annunciare l'impegno per risolvere "personalmente" il problema dei test di ingresso ai corsi di laurea di Medicina e Chirurgia è la stessa ministra dell'Università Maria Cristina Messa. "Devo riuscire a fare le graduatorie tenendo conto degli errori, annullando le domande sbagliate o comunque quelle che sono sotto verifica", spiega ai microfoni di Radio Capital. "E poi - continua la ministra - vorrei incontrarmi con le commissioni che preparano gli esami d'ingresso per riuscire a dare qualche cosa di un pochino meno debole per il prossimo anno".
Maria Cristina Messa prosegue poi dicendosi "sorpresa" per l'adesione dello storico Alessandro Barbero, docente ordinario di Storia Medievale all’Università del Piemonte Orientale, alla raccolta firme contro l’obbligo del Green Pass per i professori universitari. "Non diminuisce la stima nelle sue capacità di docenza, di studioso e di ricercatore - sottolinea la ministra - però non so come mai abbia firmato". In realtà, oltre a Barbero, oltre 150 accademici hanno aderito al manifesto, definendo la certificazione digitale verde come uno "strumento fortemente discriminatorio".
L’appello contro il certificato verde è arrivato a 600 firme, ma la ministra dell'Università Messa non è preoccupata. "Noi abbiamo 55 mila docenti strutturati e un milione e ottocento mila studenti, quindi dire che sono tanti è relativo", spiega. "Ma, che siano tanti o che siano pochi, va comunque ascoltata la ragione. Io in questo momento nelle ragioni espresse, in modo particolare da alcuni di loro, contrappongo il bene pubblico". "Poter usare il bene pubblico è prioritario rispetto a un concetto di libertà individuale. Se questa libertà viene limitata da aspetti sanitari, è limitata in sé. È un discorso un po’ filosofico", conclude infine l'accademica.
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