03 Maggio 2021
Fedez (fonte foto LaPresse)
La Rai è al centro della bufera e il Governo si divide dopo l’attacco lanciato alla rete dal rapper Fedez in occasione del concerto romano del primo maggio per la Festa dei lavoratori. Se da un parte infatti Centrosinistra e Movimento 5 Stelle appoggiano il cantante, dall’altro Forza Italia sostiene che non ci sia stata “nessuna censura”.
A far rumore più di tutte è stata l’accusa lanciata da Fedez contro la Rai: la rete gli avrebbe chiesto, prima di salire sul palco, non solo di revisionare il suo discorso in occasione del primo maggio, ma gli avrebbe anche “imposto la censura preventiva”, esortandolo cioè a omettere nomi e cognomi di alcuni membri della Lega.
È infatti proprio contro la Lega – e la Rai – che il rapper si è scagliato lo scorso sabato in diretta da Roma. A mandare su tutte e furie l’artista in particolare è stato l’ostruzionismo della Lega nei confronti del Ddl Zan. Ma non solo. Fedez ha anche riportato alcune dichiarazioni pronunciate da esponenti leghisti contrari alla legge in questione.
Diverse le reazioni dei vari partiti politici. Da una parte Fedez dopo il primo maggio ha ricevuto il pubblico appoggio di Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Enrico Letta, ma anche Nicola Zingaretti, Andrea Orlando e Stefano Patuanelli. Dall’altra però anche la Lega si è fatta sentire.
"Fedez e Rai 3, polemica tutta interna alla sinistra” ha detto Matteo Salvini. “Aspettiamo che qualcuno paghi e si dimetta''. Intanto si apre la partita delle nomine Rai.
Anche Forza Italia si è detta contraria al testo pronunciato dal rapper milanese. Il capogruppo Occhiuto ha sostenuto: “Nessuna censura, anzi Fedez ha avuto modo di dire la sua durante un evento pubblico trasmesso dalla tv di Stato".
Inizia allora a circolare la voce di una presunta riforma Rai. In particolare il Ministro Andrea Orlando ha parlato esplicitamente di “un’opportunità per pensare a una nuova governance e mettere più distanza tra politica e Rai”.
Ma in cosa potrebbe consistere tale riforma? Il punto più scottante potrebbe essere quello delle nomine Rai: il dossier è già sul tavolo di Governo, mentre lo scorso 30 aprile è scaduta anche la presentazione delle candidature per il consiglio d'amministrazione della Rai.
Non si ferma però lo scontro: Matteo Salvini si scaglia contro la "sinistra lottizzatrice" e chiede un ad "interno e meritevole, senza tessere, parentele o amicizie importanti e sponsor di sinistra", mentre “il Pd - dicono dal Nazareno - dimostrerà di essere diverso nelle azioni perché a parole sono decenni che tutti dicono che i partiti devono stare fuori dalla Rai salvo poi occuparla".
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