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Riapertura ristoranti all'aperto: boom richieste di dehors ma uno su due resta chiuso

Via libera alla riapertura di bar e ristoranti all'aperto in zona gialla: centinaia di richieste di dehors in pochi giorni, ma a Milano la metà resterà chiusa.

22 Aprile 2021

Riapertura ristoranti all'aperto: boom richieste di dehors ma uno su due resta chiuso

Ristorante (fonte foto LaPresse)

Da lunedì 26 aprile 2021 vedremo finalmente delle riaperture e mentre bar e ristoranti si preparano ad accogliere i primi clienti all'aperto, è boom di richieste di dehors. Ma sarà una vera e propria ripartenza? Secondo l'associazione dei pubblici esercizi di Milano (Epam) sembra proprio di no: "I nuovi provvedimenti penalizzano la metà dei locali" protestano i ristoratori, motivo per cui uno su due rimarrà chiuso.

Riapertura ristoranti all'aperto: boom richieste di dehors ma uno su due resta chiuso

Una ripartenza, quella del prossimo 26 aprile, solo a metà. "Un locale su due, a Milano, non aprirà perché non ha spazi all’aperto". A lanciare l'allarme è Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio. Secondo le nuove disposizioni del Governo infatti da lunedì si potrà tornare - almeno in zona gialla - a bere un caffè al bar o mangiare in un ristorante. Ma attenzione: questo vale solo per i locali con spazi all'aperto.

Proprietari di bar e ristoranti chiedono allora dehors "temporanei": solo così potranno veder tornare i clienti nei locali e sperare nella ripartenza. É boom di richieste ma uno su due resta chiuso. "I nuovi provvedimenti penalizzano la metà dei locali milanesi, creando un fortissimo disequilibrio" denuncia Fabio Acampora, vicepresidente dell’associazione dei pubblici esercizi di Milano (Epam) e titolare di otto locali.

"I titolari - continua Acampora - che hanno posti a sedere all’esterno devono valutare se, economicamente, riescono a lavorare in queste condizioni. Se sono più le spese che le entrate, fra dipendenti, materie prime, bollette da pagare". Ma non solo. "A Milano - ricorda il vicepresidente dell'Epam - si mangia all’aria aperta prima di giugno, fra brutto tempo e temperature non ancora miti".

"È il momento di rimboccarsi le maniche - conclude Barbieri - ma tutti devono essere messi nelle condizioni di poterlo fare". Si avanza così un'altra proposta: "Aprire fino le 18 anche all’interno per due settimane così da monitorare l’andamento dei casi per poi, a metà maggio, prolungare il servizio fino le 22" così da  "arrivare, in estate, al posticipo del coprifuoco almeno fino alla mezzanotte".

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