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Eni: Descalzi e Scaroni assolti nel processo per corruzione in Nigeria

L'avv. Severino: "Finalmente a Claudio Descalzi è stata restituita la sua reputazione professionale e a Eni il suo ruolo di grande azienda"

17 Marzo 2021

Eni: il Tribunale di Milano assolve Descalzi, Scaroni e tutti gli imputati nel processo per corruzione internazionale in Nigeria

L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, è stato assolto nel processo per corruzione internazionale per l'acquisizione dei diritti di esplorazione del blocco petrolifero Opl245 in Nigeria. Assolti anche Paolo Scaroni, ex ad di Eni e attuale presidente del Milan, e tutti gli imputati coinvolti.

A stabirlo è stata la settima sezione del Tribunale di Milano che ha assolto anche tutti i manager che allora operavano nel Paese africano e i presunti intermediari (Shell e i suoi quattro dirigenti e Dan Etete, ministro del Petrolio nigeriano).

"Finalmente a Claudio Descalzi è stata restituita la sua reputazione professionale e a Eni il suo ruolo di grande azienda": queste le parole di Paola Severino, difensore di Descalzi.

Era stata chiesta la condanna per tutti dalla Procura durante la scorsa estate e all’ad Claudio Descalzi e a Scaroni erano stati dati 8 anni di reclusione, mentre al ministro del petrolio nigeriano 10 anni. 7 anni e 4 mesi per Roberto Casula (manager della compagnia nell’Africa sub-sahariana). Inoltre, era stata chiesta la confisca di 1 miliardo 92 milioni e 400 mila dollari sia per Eni sia per Shell.

Tuttavia, da sempre, le richieste di pena sono state ritenute dalla società come infondate e "in assenza di qualsivoglia prova o richiamo concreto ai contenuti della istruttoria dibattimentale".

E’ stato infatti ribadito questa mattina dall’avvocato De Castigione che "Eni e Shell non hanno fornito alcuna provvista né alcuna tangente, ma hanno pagato per ottenere una licenza. Non vi è stata alcuna discussione con pubblici ufficiali, ma solo una discussione tecnico-economica sul prezzo del bene". Inoltre il legale ha aggiunto che "sotto sotto anche il pm e la parte civile sono ben consci della totale inconsistenza dell'ipotesi che 'tutti sapevano' del denaro". 

“Eni esprime la propria soddisfazione per la sentenza di assoluzione con formula piena, perché il fatto non sussiste, pronunciata oggi dal Tribunale di Milano in merito al processo Nigeria-Opl245”, fa sapere Eni con una nota stampa. “La decisione del Tribunale ha finalmente stabilito, dopo quasi tre anni di dibattimento, che la società, l’Amministratore Delegato, Claudio Descalzi e il management coinvolto nel procedimento hanno mantenuto una condotta assolutamente lecita e corretta. Eni ha sempre mantenuto piena fiducia nell’equilibrato svolgimento dell’istruttoria assicurato dal Tribunale, e desidera oggi esprimere il proprio ringraziamento a tutti gli stakeholder che hanno creduto nella correttezza dell’operato della società e del suo management, non facendo mai mancare la propria fiducia, rispettandone le attività e la reputazione” .

Eni, processo per corruzione in Nigeria: Descalzi e gli altri imputati sono stati assolti

Il processo ha avuto inizio nel marzo 2018, 3 anni fa, con l'ipotesi del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e del pm Sergio Spadaro di una tangente da oltre 1 miliardo e 92 mln di dollari che secondo l'accusa era stata versata da Eni e Shell nel 2011 per ottenere la licenza sui diritti di esplorazione del giacimento nigeriano. Tuttavia, la tesi della Procura è stata respinta dai giudici dal momento che "il fatto non sussiste". Tutti gli imputati sono stati assolti con formula piena. Sono stati assolti dai giudici: Claudio Descalzi che all'epoca ricopriva il ruolo di dg Exploration&Production, l'ex ad di Eni Scaroni; Roberto Casula, ex responsabile operativo del gruppo di San Donato nell'Africa sub-sahariana, Vincenzo Armanna, l'ex manager di Nae, controllata Eni in Nigeria, Ciro Antonio Pagano, l'ex ministro del Petrolio nigeriano Dan Etete. Assolti anche Luigi Bisignani, Ednan Agaev e Gianfranco Falcioni, l'ex presidente di Shell Foundation Malcom Brinded e gli ex dirigenti della compagnia olandese Peter Robinson, Guy Jonathan Colgate e John Coplestone. Nessun risarcimento per il governo nigeriano che era parte civile.

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