24 Novembre 2025
Lei era una tipa elegante, non solo nel vestire ma anche nella attitudine, questo già si sapeva in città. Anche sotto la doccia Lei aveva movenze nel contempo lievemente goffe ed elegantine. Sotto l'acqua a scroscio non doveva fare spettacolini ad usum delphini, anche se qualche volta effettivamente si immaginava, a piacere, che qualche uomo o anche qualche donna potesse vederla e magari trarne un altrettanto godimento. Lei era in fondo abbastanza esibizionista e si piaceva a tratti e discontinuamemte, ma in doccia riusciva molto spesso a trovarsi sinuosa, anche per semplici scivolamenti di bagnoschiuma. Si lavò velocemente, senza indulgere più di tanto; soffriva il cambio di stagione. Era freddo fuori e pioveva, e la domenica mattina Lei si svegliava in genere tardi e un po' pesta, peggio ancora se la serata passata di sabato era finita tardi; e comunque pentendosi di aver aderito al seguente brunch con le amiche in un localino alla moda.
Si vestì controvoglia e si dotò del suo giaccone piuttosto impermeabile. Prese la bicicletta dalla rastrelliera in cortile e ci andò al localino, bagnandosi un pochetto. Le sue cinque amiche di maggior gradimento storico ed attuale, di cui tre ex compagne del liceo, erano quasi tutte già arrivate nel posto, visto che Lei non era quasi mai puntuale. Erano già piazzate al tavolo più bello, vicino al finestrone con vista su un gradevole incrocio alberato, e già stavano tracannando degli spritz, ma Lei non aveva né una gran fame né gran voglia di alcolici. Ovviamente gli argomenti già vertevano su rogne varie, su possibili weekend e vacanze da venire, su altre amiche, sulla miseria umana e professionale soprattutto di alcune politicanti italiane ed europee, su una guerra incipiente, sulle due nuove entrate maschili come amanti o fidanzati, di cui uno era il suo, il Bertrando. Tre ragazze su cinque lo avevano già visto o conosciuto anche in serate fuori insieme, mentre le altre due, delle quali una era assai più piccola di età, non lo avevano neanche visto in fotografia e volevano essere ragguagliate. Stessa cosa anche sul nuovo fidanzato di Valentina, la più sciantosa del club, che alla fine della fiera non aveva mai fidanzati considerati alla sua altezza, ma stavolta invece stava riscuotendo plausi praticamente unanimi. Il tipo in questione era considerato oggettivamente abbastanza un bono, un biondone alto e vagamente ciccioso, e quelle tra loro che lo avevano conosciuto assicuravano pedigree e soprattutto garbo e simpatia diffusa. Poi per essere uno pseudomilanese trapiantato lì in provincia era considerato quasi un essere mitologico, vista la fama spesso orrenda dei milanesi, ma va detto che in effetti si era trapiantato già in giovane età. Anche su Bertrando i primi giudici del consesso tribunalizio femminile furono bontà loro di manica larga, esprimendo sentenze bonarie su estetica nel complesso affascinante e sul sense of humor, con forse una serie di riserve su una legittima suspicione di snobismo mascherato da scanzonatura, ma fors'anche perdonabile; ci si sarebbe ragionato su col tempo. Forse poteva dimostrarsi un perfetto mendace coglione sulla distanza, ma per ora no. Gisella però non era in gran forma quella tarda mattinata e forse si stava più immaginando qualcosa come un puffoso abbraccio da parte di Bertrando, come miglior resa per il suo mood malinconico, invece che i lazzi delle sue amiche. Ma comunque a parlare di Lui non le veniva a muovere noia eccessiva in quel momento, anzi. Bertrando le mancava, anche un po' come pensiero di sottofondo, né mai se lo voleva neanche negare. Sperava di vederlo anche brevemente questa sera stessa, o ancora meglio trattenerlo a casa per passare la notte insieme. Mentre ci pensava su la conversazione generale si spostò su altri due figuri maschili, di cui uno dato ontologicamente per losco: una specie di amante storico della Martinella, in realtà non molto meno sciantosa della Valentina, ma nel contempo più universalmente nota per le sue qualità di grande amatrice. Il consesso di amiche aveva per Leitmotiv il periodico aggiornamento sul possibile countdown per eliminare il losco in questione, tale Mario De Bernardo, soprannominato proprio da Gisella Merdio De Merdardo, poiché oltre ad essere uno stronzo si dava anche arie di scrittorucolo, pocamente famoso. Altrettanto poco apprezzato era il fidanzato di Maria Vittoria, fissato alla posterità per tipico bravo ragazzo immancabilmente noiosissimo, cosa di cui Maria Vittoria non si vergognava affatto, anzi si vantava, per non avere troppe rogne, diceva costei. Nel contempo la stessa Maria Vittoria, valutata qual grillo parlante della piccola "cumpa", domandò a Gisella se fosse vero che Lei e Bertrando non avessero ancora mai litigato, nonostante la situazione un pochettino anomala della loro frequentazione (... perché vi siete messi insieme, vero???) ... e se ciò fosse da considerarsi normale, anormale, splendido e/o assurdo. Boh, chissà. Domanda delle cento pistole!
A Lei per rispondere venne in mente grossomodo una frase che le aveva citato Lui, dopo una seratona passata a letto a scoparsi piuttosto alacremente. A tal proposito, rispondendo ad una domanda di Lei (... ma come cazzo è che io e te andiamo d'accordo???) Lui aveva detto qualcosa come
"Disse la Pizia: ad essere ligio chi ama davvero non conosce litigio, ma solo letizia"
Risero tutte, e alla sonante risatella condivisa al tavolo la ragazza più giovane domandò chi fosse codesta "Lapizia", e le ragazze del Liceo classico, reiterata in tonalità maggiore la risatella precedente, la misero con pazienza al corrente della figura divinatoria della Grecia antica. Allo stesso tempo la citazione aforismatica suscitò un sentito dibattito tra le amichette alla Sex and theCity. Anastasia, la più filosofeggiante del gruppo nonché quella data per più lettrice acculturata (e nonché mezza russa) espresse un alto monito in stile quirinalizio, o forse cremlinesco. L'alto apprezzamento in direzione del Bertrando gli guadagnò altro consenso, accantonando le perplimitudini pregresse. Gisella ne fu molto contenta, tanto quasi da rivitalizzare l'umore suo tenue di giornata. Pensò di chiamarlo per farsi raggiungere e di chiedere alle amiche se a loro avrebbe fatto piacere, a fine brunch. Ed anche a Lei avrebbe fatto piacere condividerlo, condividere la sua gradevole presenza con le amichette, laddove Lui le avesse raggiunte. Ma poi pensò che sarebbe stato meglio tenersi quel momento per loro due magari più tardi stasera. E si vergognò pure del suo seguente pensiero meschino nel non voler in realtà condividere Bertrando, per poterselo sfrucugliare solo Lei. Non per gelosia o perché le sue amiche, quasi tutte avvenenti, potessero suscitare in Lui un qualche possibile desiderio, ma in realtà anche un po' sì. O forse semplicemente perché si sentiva un po' moscia in quel momento e non voleva che Lui la vedesse così, almeno così al volo e senza una resettata psico-estetica. Pensò lo stesso di chiamarlo, anche solo per farsi un salutino d'affezione. Le amiche, sgamatala subito, la canzonarono pur gentilmente su questo suo impulso, e quindi soprassedette buttandosi su un terzo bicchiere di Greco di Tufo gelido, su paffute tigelle servite in quantità e su una specie di erbazzone ricotta porri e spinaci particolarmente delizioso. Così quella domenica. Certamente il brutto tempo ha anche lui le sue morbidezze. Certi stati malinconici fanno fatica a scomparire, ma quando si ha una persona bertrandesca da chiamare la si scampa più facile. Se si è giselle forse si potrebbe addirittura amare sul serio. E questo talvolta consola, soprattutto in autunno-inverno.
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