29 Marzo 2025
Lui era un tipo elegante, ma il giorno dopo quella festa, laddove molti sarebbero stati ad una specie di settimo cielo per la bella avventura piovuta dal cielo istesso, e nonostante una specie di euforia correlata, lui fu invariabilmente colto da inenarrabile terrore di innamorarsi.
Quel mattino stesso, stranamente molto di buon'ora, lui ricevette un messaggio in termini vaghi e spiritosetto, ma in realtà sottilmente affettuoso, da lei.
Le ultime parole che si erano scambiati avevano dovuto accomodare un insoluto tra loro, prima di tornare a casa dalla villa di campagna del Bertelli. Lei avrebbe piuttosto voluto tornare con lui chiaramente, ma la amica con cui lei era arrivata era più che brilla e quindi lei s'era dovuta mettere alla guida, anche se per sua stessa ammissione era una automobilista distratta se non pessima, ma pur sempre sobria, almeno quella sera.
Quelle parole erano state pronunciate a metà tra il dispiacere di sganciarsi ed anche di risolvere un sospeso che in fondo li aveva portati, pur tardi, fin lì. Lei gli aveva detto, già con le chiavi in mano della Renault della amica, e con un tono un poco mogio quasi
Allora ci rivediamo al baretto carino, un giorno di questi?
Certo, perché no! Sarebbe mica male!
Aveva detto lui, credendo di fare cosa simpatica a prolungamento del giochetto d'assenza telefonica. Ma viceversa vedendo che lei stava aprendo il telecomando della macchina senza dire altro si era affrettato a dirle
Proprio non lo vuoi il mio numero di telefono eh?
E lei come si era rabbiuata era tornata ad una aria più risplendente, con le fossette agli angoli della bocca e con gli occhietti da cinese perfida e beffarda nemica dell'Occidente, seppure magari anche solo per metà.
E in quel gesto di ordinaria intimità di scambiarsi un telefono, comune talvolta anche agli sconosciuti, si stava viceversa consumando la impossibilità di dileguarsi, per lo meno temporaneamente, o di prolungare forse fatalmente la partitella di tennis da tavolo del loro affare amoresco.
Ma tanto fu fatto, ed al mattino lei scrisse qualcosa di fintamente distratto e graziosamente amabile.
Lui fu preso da un tale integrale impeto di rivederla immediatamente che pensò piuttosto di darsi alla fuga sulla sua Jaguar in un ritorno frettoloso a Mondovì, adducendo scuse barocche e crolli di torri e castella di famiglia, ormai presenti solo in retroattive fantasie, revanscismi e vanissimi futuri desiderata.
Ovviamente non poteva non rispondere, anche in tempi celeri, al messaggio di lei, se non altro per mera buona educazione. Però il problema si era posto nel contenuto, poiché anche una risposta generica e sotterraneamente fredda, anche solo per prendere tempo, sarebbe stata oltre che scortese anche una ammissione di panico, che però lui non aveva. Non era mica panico; era decisa preveggenza di stormi di uccelli di Hitchcock in arrivo sulla sua esistenza. Con le ambasce del caso, soprattutto nella sua posizione ed a fronte dei suoi eversivi propositi. Ma si sa, finché c'è vita. Quindi si risolse a mentire spudoratamente, in un certo senso anche pro bono, buttandola in vacca e facendo freestyle di battutismo anche abbastanza di livello. Guadagnare secondi e minuti poteva essere dirimente, per la sua stessa ghirba. Detta in soldoni: se la cavò con docilità neanche insincera, in un messaggio caloroso. Ma in realtà qui doveva pensarci bene su.
Lei era una tipa elegante, e quel mattino non era semplicemente contenta di essere ancora viva; era contenta di sapere che qualcuno al mondo ancora c'era di meno becero, e questo qualcuno era lui, come lei aveva pensato in quei giorni con pensieri affastellati e confusionari. E lui la aveva ben notata ed amata, anche solo fisicamente per il momento, ma non le sembrava che la cosa finisse lì solo a livello di scopata.
È facile sentirsi vicinissimi quando si scopa, ma è anche facile resettare il tutto nel giro anche solo di pochi istanti.
Ciononostante il suo intelletto di intrigante italica, misto a quello di perfida attuatrice di complotti pechinesi, le diceva che la cosa non poteva finire lì. E che non sarebbe bastato quel vago atteggiamento da Dottor Stranamore di lui a persuaderla del contrario. Sempre che lui non avesse già ceduto basilarmente alle sue spire di piovra, mentale ancora prima che carnale, e in tal caso era fritto, come un polpo anche lui.
Di Lapo Mazza Fontana
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