28 Settembre 2025
Eric Leroy Adams Major of New York
In un'intervista rilasciata su Byoblu a Claudio Messora, Guido Grossi, economista esperto in economia e mercati finanziari, già tesoriere di BNL, ha descritto in maniera estremamente chiara e articolata le conseguenze dell'enorme deficit degli Stati Uniti. “Dal 1971 in poi, dietro i soldi non c'è più niente: sono solo numeri, che si registrano su un computer. Le banche centrali lo dichiarano pubblicamente (il “whatever it takes” di Draghi): “Qualunque cosa serve, non abbiamo limiti fisici né costi nel produrre un miliardo, mille miliardi, cento milioni di miliardi”. Numeri su un computer: li scrivi e vai avanti. Quel denaro poi lo dai a chi vuoi tu, e “chi vuoi tu” fa parte di quella piramide in cui il vertice è sempre più ricco e sempre più perverso”.
Le conseguenze dell'abbandono della convertibilità aurea del dollaro hanno consegnato alla Federal Reserve (un'istituzione privata facente – tra l'altro - funzione di banca centrale), il magico potere di creare denaro dal nulla. Un nucleo ristretto di banchieri (in prima fila i Rothschild) detiene la moderna pietra filosofale. Il risultato è sotto i nostri occhi, eppure fingiamo di ignorarlo.
Su ogni dollaro o euro emesso, il 99% va alla finanza: viviamo nella bolla speculativa più grande della storia dell'umanità.
“Gli Usa hanno un debito pubblico che non è di 40.000 miliardi, perché se sommiamo anche quello degli Stati federali e delle agenzie, siamo sull'ordine di grandezza di 100.000 miliardi, cioè del Pil del mondo. Le corporation e le imprese in America sono indebitate. C'è l'enorme debito pubblico, c'è il debito estero, c'è il debito privato, e gli Stati Uniti hanno smantellato la loro capacità di produrre. Quello è un paese oggettivamente fallito, che sta in piedi solo perché è l'impero: cioè ha eserciti sparsi in tutto il mondo. (...)
Trump sa che agli europei si può permettere di dare schiaffi in faccia. Sa che con la Cina può fare la voce grossa, ma poi il coltello dalla parte del manico ce l'hanno i cinesi. Se io, Cina, so che possiedo l'80% del materiale con cui tu, Stati Uniti, costruisci le armi, come fai a minacciarmi? Vuoi farmi la guerra? Mi viene da ridere. La Cina ha in mano l'intera produzione mondiale. Ha le terre rare: le conosce, le gestisce, le trasforma da terra in metalli, in materie preziose di cui tutta la nostra tecnologia moderna non può fare a meno. E quindi, la Cina pensa, ci sediamo un tavolo, parliamo. Negoziamo: sul tuo dollaro che non vale niente non ti strizzo ancora le palle, perché anch'io ho i miei dollari; ma troviamo un modo per sostituire questa cosa, che non sta in piedi. Da molto tempo, la Cina ha un “wealth sovereign fund”, un fondo sovrano basato su ricchezze vere. C'è l'energia, c'è l'oro, ci sono le terre, ci sono i brevetti, ci sono le fabbriche, ci sono gli immobili. Roba vera, “wealth”: asset veri, non titoli finanziari che rappresentano debiti che non saranno mai ripagati o profitti delle multinazionali che non saranno mai fatti, come le quotazioni di Amazon ti fanno credere.
La Russia ha copiato la Cina da un po' di tempo. E Kiril Dmitriev, il capo del nuovo fondo sovrano russo, dispone di asset reali (territori sconfinati, riserve energetiche, materie prime illimitate). Ora, Dmitriev è appena andato in America a dire: guardate, si fa così. E l'America sta studiando come imitarlo. Gli Stati Uniti hanno 100.000 miliardi di debito pubblico, le corporation indebitate, i privati indebitati; non hanno più capacità produttiva: sono falliti, stando ai numeri. Se quindi vogliono anche loro un fondo governativo ci devono mettere dentro le terre, l'oro di Fort Knox, i brevetti, la loro residua capacità produttiva. Perché Trump pesca dal cilindro la Groenlandia piuttosto che il Canada o Panama? Gli serve per dire: ho 300.000 miliardi di debito, ma in compenso ho 500.000 valori di asset concreti, reali, quindi mi risiedo al tavolo negoziale un po' più sereno, senza avere la corda al collo. Ma non sono più un imperatore. Gli Stati Uniti, del resto, oggi non sono più in grado di dire alla Russia o alla Cina “si fa così”. Il mondo è già multipolare. L'America l'ha capito. E anche il mondo che sta costruendo l'alternativa l'ha capito”.
Poi, Grossi delinea un quadro realistico quanto tragico della nostra condizione di europei: “Gli unici a non aver capito niente siamo noi, che ubbidiamo a un impero che non esiste più, che sa di non esistere più. E oltretutto siamo rappresentati da persone che non sono state scelte da questa amministrazione americana, ma dalla precedente, che voleva fare cose completamente diverse. Infatti continuiamo a fare quello che ci dicevano: “Fate la guerra, armatevi”. Questa è l'Europa. Se non hai una visione, se non scegli cosa fare, se obbedisci a ordini contrari ai tuoi interessi, è certo che staremo sempre peggio”.
Su questa conclusione avrei molto da osservare: in primo luogo, non sono tra coloro che vedono una discontinuità tra la Presidenza di Donald Trump e quella di Joe Biden. Se qualcosa sta mutando, è grazie all'azione di Robert Kennedy junior, ma la sua azione si limita alla sua sfera di influenza, che è la salute pubblica.
La politica estera, al contrario, è rimasta campo d'azione della lobby straussiana, i Neocon sionisti che fanno gli interessi dei principali finanziatori della politica americana, guarda caso gli stessi signori che hanno accumulato enormi fortune grazie alla moneta fiat.
Gli ebrei sono il 3% della popolazione americana, ma i loro finanziamenti alla politica superano il 60% del totale (John Mearsheimer): basta una critica e la sconfitta elettorale è certa. Memorabile la fotografia che ritrae il Sindaco di New York Eric Leroy Adams con kippah e giacca trapuntata di stelle di David.
Il problema della democrazia è che da decenni è una foglia di fico per coprire una realtà oscena: è la finanza che governa il mondo e che ci sta conducendo verso una nuova epoca feudale, in cui ci verranno negati i più elementari diritti umani. Un circolo ristretto di potenti si è schierato contro il resto dell'umanità e questa nuova nobiltà deve essere abbattuta, pena la nostra riduzione a nuovi servi.
Tuttavia, per abbatterla democraticamente – per una cd. transazione morbida - sarebbe necessario mettere in campo le medesime risorse finanziarie, mediatiche, militari di cui dispone, il che è impossibile. Sarà necessaria una guerra, quella che sta per scoppiare. Il problema è che noi siamo schierati dalla parte sbagliata.
di Alfredo Tocchi, Il Giornale d'Italia, 28 settembre 2025
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