13 Novembre 2025
Evento speciale per la stampa, quando contavamo ancora qualcosa. Tomba superstar, faceva da apripista e quelli che proprio non scendevano a spazzaneve fantozziano, gli sculettavano dietro. Adesso siamo ridotti a paletti di un giornalismo che rischia di fare la fine di una valanga. La vita di tutti é un slalom fra le insidie del quotidiano ( volendo usare un eufemismo), avversari alle calcagne e traguardi irrangiungibili. Ma nessuno si è mai sentito Tomba. Lui é l’Assoluto, come titolava la Gazzetta dello Sport. Per la leggenda vivente ragazzin in fila per un selfie e un autografo che quando lui stravinceva non erano ancora nati. Ma le leggende sono fatte della materia dei sogni, resistono al tempo e all’usura. Lo sa bene Napapijri, la griffe sportwear più amata dalla generazione Z. Sono 15 anni che i miei figli vestono i loro inconfondibili piumini con cappuccio in pelo di lupo. Fa un po’ spedizione al polo artico, ma fa cool anche nell’urbano street style.
Via degli Orefici bloccata e servizio d’ordine che respinge gli imbucati. Tomba la Bomba come era stato soprannominato ha segnato la storia dello sci italiano e non solo. Aveva 21 anni quando a Calgary vinceva i suoi primi due ori olimpici in slalom e gigante. In totale 5 medaglie olimpiche, battendo con distacco tutti gli avversari, vincitore di due Coppe del Mondo, e ancora una cinquantina di vittorie solo nella Coppa del Mondo e molto di più. Alberto che mangiava il panettone fra una manche e l’altra per darsi carica, di nascosto al suo coach, il campionissimo a fine gara salutava il suo pubblico in boxer, cappello da cowboy e sci ai piedi. Ogni sua discesa in gara e fuori gara era uno spettacolo. Giù la maschera e Alberto racconta il suo legame spezzato con miss Italia Martina Colombari. Entrambi troppo giovani per gestire il tritacarne mediatico. Niente matrimonio e niente figli, per rimanere lui eterno bambinone coccolato in famiglia. Deve tutto a loro, alle alzatacce del padre alle 4 del mattino per accompagnarlo al casello autostradale, appuntamento con il pullman con a bordo il resto della squadra per proseguire per la località montanara e incominciare gli allenamenti sotto una temperatura che andava sotto anche a 20 gradi sotto zero ( non si parlava ancora di global warming). Lui che guida 11 ore per arrivare a Innsbruck in Austria. Si butta sul letto a mezzanotte, l’indomani arriva secondo. Di questo e altri mille aneddoti è condito il biopic “Lo Slalom più lungo ”. Sottotitolo, Le sfide, il sogno olimpico, la mia vita ( Sperling & Kupfer), presentato nel multi brand di Via Orefici 11, in mezzo a tanta gente del business sport convocati da Alessandra Ianzito, la fuoriclasse della comunicazione, l’avvocatissimo Ilaria Barbierato, il notaio Antonio Trezza e sua moglietà Raffaella. Tra amuse en bouche serviti su plateau che simulavano le cime innevate delle Alpi, frittelle di polenta e formaggio d’alpage. Gigantografie, video clip del campionissimo, brand ambassador di Napapijri. E chi dice che i giovani non leggono a giudicare dalla fila. Chissà se si identificheranno nella storia di un successo frutto di tanti sacrifici e volontà di ferro. Ma è la narrazione anche del dopo/successo, quando le luci del trionfo si spengono.
Un solo rimpianto per Alberto aver smesso troppo giovane. Un pensiero per le Olimpiadi di Torino nel 2006, aveva solo 39 anni. “Ero fermo da troppo tempo e non volevo deludere i miei fans”. Che bella lezione, smettere"Lo sport é cambiato molto, dai materiali agli avversari. Non è più quello genuino di una volta.”. Porterà la fiaccola olimpica alla cerimonia d’apertura allo Stadio San Siro. Chi altro se non lui. Forza Valanga Azzurra.
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