"Hue Shift": una mostra di un fotografo sedicenne a Pavia: Gaddo Menconi Belloni. Quando l'arte è giovane ma già matura!

Venerdì 14 novembre alle 17 allo spazio Urban Center del Broletto del Comune di Pavia inaugura la mostra del giovane fotografo Gaddo Menconi Belloni, che già ha esposto a Palazzo Lombardia l'anno scorso (Hig Contrast). Perchè parlarne? Primo perchè è bello recensire dei giovani artisti, e non sempre chi è già affermato (e spesso ha poco da dire) e in secondo luogo perchè non è facile oggi lasciarsi sorprendere dall'arte fotografica come accade per le opere di Gaddo. Un artista che ho definito "alchimista" perchè ci regala con uno sguardo fresco, libero e spiazzante una piena trasformazione-trasfigurazione del reale tramite varie tecniche: filtri, errori, slittamenti, inquadrature super-ravvicinate e molto altro. Una conferma del fatto che l'arte non si riduce mai solo alla tecnica ma è sempre volo, sogno, visione. Quì la tecnica fotografica rende piccoli dettagli del contingente così ri-creati da sembrare allucinazioni, mondi alieni, alterazioni psichiche, visioni biochimiche. Questa è una delle essenze di ogni arte: la capacità di darci l'illusione del reale e nel contempo di inventare nuovi mondi. Lo stesso giovane fotografo appare molto maturo e profondo nella sua coscienza artistica da sostenere: "l'immaginazione è il mio limite". E quì il limite sfugge, viene evaporato, giocato, estremizzato da un'immaginazione dilatata al massimo fino all'espressione del "quasi non percepibile" e "non raccontabile". Un'altro carisma di questa fotografia artistica che apprezzo è data dall'assenza di sovrastrutture: è arte quale immediatezza voluta, generata, indotta; non sporcata ancora, per fortuna, da ansie di veicolare chissà quali messaggi. Come diceva Carmelo Bene appare "senz'azione" cioè: "sensazione assoluta". Un giovane "Francis Bacon" della fotografia, libero da modelli finalistici!