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I partiti personali riducono tutto a tifoserie. I limiti della politica attuale in Italia e in Europa

L'analisi della leader dei Repubblicani Europei Luciana Sbarbati

13 Novembre 2025

I partiti personali riducono tutto a tifoserie. I limiti della politica attuale in Italia e in Europa

Nonostante il preoccupante rallentamento della crescita economica,nonostante le guerre ai suoi confini,l'Europa rappresenta ancora una terra promessa per molte popolazioni vicine, ma anche lontane .
Tuttavia ,le varie crisi economiche,la disaffezione politica verso l'Occidente, inaugurata dal presidente Trump,l'avanzata di spregiudicate oligarchie che compromettono drammaticamente la Pace e accrescono ansia e paura ,il riemergere del terrorismo internazionale hanno creato una atmosfera di palpabile tensione nei cittadini che avvertono sempre piu'come prioritario il tema della sicurezza .

La paura ,la diffidenza e l'egoismo influiscono in modo spesso negativo su quella che dovrebbe essere una politica equilibrata per affrontare  il grande tema dei nuovi diritti di cittadinanza e il problema degli inarrestabili flussi migratori ,causati dalle guerre e dalla poverta' estrema che spinge  gli esseri umani a tentativi disperati per sopravvivere e assicurarsi un futuro.

La politica migratoria, se ben gestita  ,dovrebbe essere basata su misure non solo positive , ma anche repressive ,mentre l'Unione Europea  ,che intende essere un'unica area di liberta',sicurezza,giustizia , stenta ancora a darsi una cogente politica comune e continua ad accumulare misure tecniche in  un disperato tentativo di contenere i flussi migratori,e a consentire azioni  autonome da parte degli stati membri.

Di fronte a questo scenario confuso dove si contrastano posizioni oltranziste con posizioni piu 'aperte , l'Europa dei valori,in cui tutte le forme di intolleranza e persecuzione,comprese quelle basate su motivi di razza,origine etnica,religione e nazionalità' cessino di esistere ,sembra piu' un atto di fede che un percorso politico culturale concreto.

Mentre il governo italiano continua a tentare una cooperazione con i paesi terzi,utilizzandola non soltanto per migliorare l'efficienza della lotta contro l'immigrazione illegale,negoziando a fatica accordi di riammissione e strumenti di co-sviluppo  ,a livello europeo non si registrano iniziative efficaci e condivise per assicurare un chiaro coordinamento tra gli Stati membri per la gestione delle frontiere esterne,in base al principio di solidarieta',anche a livello operativo.

La deludente attivita' della sinistra democratica italiana,sia in Europa ,dove si distingue per assumere posizioni frammentate per correnti interne,sia in Italia ,dove non riesce a formulare una proposta propria per il futuro del Paese, sta corrodendo il PD ,che si limita ad una opposizione ideologica,senza contenuti,abbarbicata ad un veteropopulismo  e sedotta dal movimentismo apolitico di Giuseppe Conte.

Ha allontanato il mondo progressista,laico e riformista,che si e' buttato senza convinzione o nel terzopolismo ,che purtroppo non ha futuro con questa legge elettorale che privilegia il cosiddetto voto utile,o nella astensione che e' diventata il maggior partito del Paese.

Il bipolarismo e' purtroppo diventato bipartitismo.Sempre piu' forte si avverte la mancanza di un centro democratico capace di riequilibrare le posizioni oltranziste e velleitarie dei populisti di destra e di  sinistra. Gli attuali inquilini del "centro",invece che ALLEARSI per un progetto riformista che riattivi nel Paese la partecipazione libera,animata da obiettivi disinteressati e democratici ,si incartano su protagonismi individuali e narcisismo.
I partiti personali  hanno cancellato la libertà del confronto ,la vitalità' del dissenso che lo arricchisce.Tutto si riduce a tifoserie di appartenenza ,che lottano per il potere.Solo una riforma della attuale legge elettorale,con la riedizione di  un sistema proporzionale autentico può tentare di cambiare questa situazione.

La segreteria della Schlein ha abbandonato lo spirito ulivista,i contenuti riformisti,peraltro gia' accantonati con l'espulsione dei laici (repubblicani,liberali,socialisti) nel patto fondativo del PD,che di fatto e' nato come un patto di potere tra ex comunisti ed ex democristiani,che ha portato all'attuale stato confusionale e alla deriva radicale e populista del partito.
Il P D  ha perso il profilo di partito di governo e non riesce al tenere unite le molteplici radici politiche che lo hanno generato.
La subalternita' a Conte,la scelta del campo largo solo al sinistra per battere la destra senza un progetto politico non funziona.L'appiattimento sulla CGIL lo ha allontanato dalle grandi culture democratiche e spinto verso un movimentismo radicale,dozzinale e senza senso.

Al PD e' venuta meno l'anima ,privo di una proposta,di un programma condiviso da interpretare senza chiavi personalistiche o  correntizie che frenano un nuovo protagonismo collettivo che valorizzi le identita' e le differenze componendole in concetti chiari in cui i temi della laicita',liberta',lavoro,progresso,democrazia siano vivificati con i valori della tolleranza,del rispetto delle Istituzioni ,del senso del dovere.
La sua involuzione politica e' arrivata a rinnegare posizioni importanti su questioni di grande caratura che riguardano la modernita' del Paese ,come quella della riforma della giustizia e della separazione della carriere dei magistrati,condizionato da macigni ideologici che non dovrebbero appartenergli.

Ha dimenticato l'appoggio alla riforma Vassalli,la mozione Martina,la decisa opinione di Giovanni Falcone ,di autorevoli costituzionalisti come Cassese,Barbera ,Flick,di Antonio DiPietro e altri e vota contro la riforma solo perche' e' stata partorita dalla  destra,accampando scuse e smontandone il merito con argomenti pretestuosi che ammiccano a mantenere il privilegiato rapporto con l'ANM di cui Palamara ci aveva ben documentato.
La separazione delle carriere non e' una bandiera della destra ma un mezzo di riequilibrio istituzionale
Questa non e' opposizione democratica,costruttiva e' solo antipolitica
e furbastro populismo con cui non ci si puo' candidare alla guida del Paese.


Luciana Sbarbati

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