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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Morte accidentale di un anarchico. Dal Teatro Bellini di Napoli un omaggio a Dario Fo. Forse non tutti sanno che...

26 Maggio 2025

Il mistero della morte dell’anarchico Giuseppe Pinellii é rimasto tale. In quasi 50 anni di storia la più ingarbugliata d’Italia. 
Nel 1921 un emigrante italiano «volò» fuori da una finestra del palazzo della polizia di New York: è questo l’episodio che ispirò “Morte accidentale di un anarchico”, una delle commedie più celebri di Dario Fo (Premio Nobel della Letteratura). L’azione comincia in una questura, dove il commissario Bertozzo si trova a fronteggiare un matto, capace di spacciarsi per più persone, motore e filo conduttore dell’intera vicenda. “La morte accidentale” è quella dell’anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato da una finestra del quarto piano della questura di Milano nel 1969, in uno degli episodi più controversi della storia italiana del dopoguerra; dalla strage di Piazza Fontana, per cui Pinelli era indagato, ad alcuni dei terribili fatti che ne seguono. 
La regia di Antonio Latella, geniale regista teatrale,  contraddice gli spazi e i tempi del testo originale, per poter inscenare il calpestio dei passi sulla silhouette disegnata dell’anarchico morto: una scenografia potente al centro del teatro, via le poltroncine rosse, gli spettatori/attori, cioè noi, sono seduti sul palcoscenico.  Mentre i teatranti, quelli veri, parlano più voci sulla scena, portano sulle spalle dei fantocci di loro stessi e danno vita a  personalità multiple…  
Come sappiamo dalla cronaca, il commissario Calabresi fu ucciso e la verità stenta ancora a venire alla luce. Fo ci consegna una sua verità, quella del Matto, quella di chi se ne fotte della logica, delle convenzioni, della forma, andando a creare un testo multiforme e politicamente scorretto, un’opera cha fa dire al matto: “Gli anarchici sono molto conservatori/ è  per questo che ammazzano i Re? Già, per imbalsamarli e conservarli per sempre”. Oppure”: Perdio siamo immersi nella merda fino al collo; ma è per questo che noi Italiani camminiamo a testa alta”. Applausi per un cast formidabile formato da Daniele Russo ( Il Matto), Caterina Carpio (la giornalista), Annibale Pavone (il questore), Edoardo Sorgente (il  Commissario), Emanuele Turetta (Agente). Assolutamente da vedere fino al 1 giugno. Produzione Fondazione dello stesso Teatro Bellini. E poi in tournée.  

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