21 Maggio 2025
Ho avuto la fortuna di conoscere in più occasioni l’artista Sophia Vari, una persona dal carisma straordinario che ti inquisiva e ti penetrava attraverso il suo sguardo magnetico.
Una donna forte ma allo stesso tempo di una dolcezza disarmante, che è riuscita a sviluppare la sua arte in maniera totalmente autonoma e potente nonostante più di quarant’anni di matrimonio con uno dei più celebrati scultori a livello internazionale, Fernando Botero. Lei, così alta, avvenente, elegante, esile, riusciva ad essere la musa di quelle forme esageratamente burrose scaturite dall’immaginario del marito.
La mostra, per la prima volta, presenta a Milano una collezione varia che comprende anche i disegni ad acquerello di ispirzione cubista dei primi anni 2000, dotati della tridimensionalità di chi a lungo si è esercitato con l’arte pittorica, ispirandosi alla voluttuosità di artisti come Rubens. Resasi conto di sentirsi una scultrice che dipinge, Sophia finisce per dedicarsi quasi interamente alla scultura, cominciando con l’argilla e poi con il marmo, l’ebano, i metalli. “Je ne dessine pas, ie ne peux pas m’exprimer avec un crayon, j’ai besoin de toucher” , sostiene l’artista spiegando le sue opere tridimensionali che prendono il sopravvento sui disegni.
In questa mostra è rappresentata una nutrita collezione di gioielli, che inizialmente creava per lei stessa e che successivamente ha avuto successo con i collezionisti.
Sono presenti diverse tipologie di monili tra cui un collier in ottone dorato mirabilmente indossabile nonostrante la sua tridimensionalità.
Nella magnifica minaudiére Carya in ebano e oro, evocazione della donna trasformata in albero da Dioniso per un amore non corrisposto, Sophia si ispira alla mitologia greca, alle statue votive delle isole cicladiche, a cui rimane legata nonostante una vita che l’ha portata ciclicamente in diversi continenti.
Le sculture in bronzo dai nomi mitologici fanno parte delle opere realizzate durante i suoi soggiorni estivi a Pietrasanta con Botero e la famiglia, che l’hanno legata indissolubilmente al nostro Paese.
BABS Gallery apre a Milano nel 2018 grazie alla passione dell’arte da indossare di Barbara Lo Bianco ed esordisce come prima galleria italiana dedicata esclusivamente al gioiello d’artista. Nelle numerose esposizioni anche museali da lei curate sono state esibiti gioielli pezzi unici di Lucio Fontana, Arnaldo e Giò Pomodoro, Grazia Varisco oltre a Sophia Vari e ad altri maestri del ‘900, ma l’interesse della galleria si espande anche alle espressioni di selezionati artisti contemporanei.
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