Massimo Popolizio e Emanuele Trevi che binomio di potente drammaturgia. Insieme “rileggono ” Gorkij “, anzi reinventano un altro copione da quello con il quale Strehler inauguro’ il Piccolo Teatro. Correva l’anno 1947. Popolizio nasceva nel 1961 e giovanissimo entrava nella compagnia del Piccolo Teatro. La forza della sua recitazione viene da li’.
Napoli teatro Mercadante, ogni sera è sold out. Il ricco cast è formato da 16 performer (tutti bravissimi), un’umanità di disperati, senza fissa dimora, l’alcolizzato, il baro, il ladro, l’accattone, la prostituta, il mancato attore, l’aguzzino, la demente, l’ex pellicciaio, il vagabondo, la moribonda, il “principe”. Tutte anime grigie alle quali è stata tolta l’ultima pennellata di colore che rende la vita accettabile. Ma ancora aggrappati al relitto delle loro esistenze. Popalizio veste i panni laceri del pellegrino/profeta e si chiede: “Chi sbaglia è giusto che paghi un prezzo. Ma c’è anche chi paga un prezzo troppo alto per i suoi errori. Chi tiene il libro dei conti…?”. La coscienza è roba da ricchi, i poveri non se la possono neanche permettere perché si muoiono di fame.
C’è chi cerca i confini del mondo, chi prega, chi bestemmia, chi si mette alla ricerca del Paese dei Giusti.
Si parla di Dio. “ No trovi che esiste un abisso fra cio’ che sai di lui e ciò’ che vedi nel mondo? . E il pellegrino/profeta/Popalizio risponde dal profondo: “Io di Dio, non so niente. Mi limito a credere”.
Si respira aria di devastazione e di gulasch. E' sovrana la legge della menzogna nel bene e nel male. E’ la legge del servo e del padrone.
In scena tutti narratori di se stessi e dei loro sogni infranti, eccoli in ordine di apparizione: Giovanni Battaglia, Gabriele Brunelli, Luca Carbone, Martin Chishimba, Giampiero Cicciò, Carolina Ellero, Raffaele Esposito, Diamara Ferrero, Francesco Giordano, Marco Mavaracchio, Michele Nani, Aldo Ottobrino, Silvia Pietta, Sandra Toffolatti, Zoe Zolferino.
La scenografia mobile di Marco Rossi si muove un grande stanzone con brandine e tavolacci, i costumi di Gianluca Sbicca e le luci di Luigi Biondi.
Teniamolo d’occhio: Martin Ilunga Chishimba, originario dello Zambia, nato nel 1988, originario dello Zambia, attore, cantautore, scenografo, coreografo, studioso e fondatore dello stesso Twangale Cultural Centre. Ha studiato alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Con la sua piece Broods of Any, dedicata alla grande piaga dei bambini di strada nel suo paese, ha ricevuto riconoscimenti internazionali.
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