10 Luglio 2025
Serate d’estate, da luglio a tutto settembre, la città di Milano si attrezza per mantenere l’offerta gourmet anche nei mesi caldi.
Fra le nuove aperture per una cena inedita, inaugura Cardinale in via Freguglia, progetto ristorativo dei fratelli Debora e Nicola Massari che unisce l'alta qualità gastronomica all'efficienza del servizio.
Mentre il padre Iginio Massari riceve il prestigioso Pastry Award of Honor 2025 da La Liste a Parigi, un tributo alla sua straordinaria carriera nel mondo della pasticceria conferito dall’autorevole guida internazionale, i figli dirigono l’attenzione del gruppo verso la ristorazione all’italiana, insieme agli amici Lorenzo Benussi, Roberta Cioffi e Paolo Coglio.
L'obiettivo è offrire un'esperienza di alto livello ad un costo contenuto, un format poi da replicare in altre destinazioni.
“Il nome Cardinale evoca autorevolezza, eleganza e un senso di tradizione, quale punto di riferimento (punto cardinale), come concetto di rigore ideale (numero cardinale), riassume esattamente come vogliamo che sia la nostra cucina” dichiara Debora Massari.
Il menù sceglie piatti della cucina italiana replicati in chiave contemporanea, con ingredienti secondo stagionalità, ma anche nuove creazioni. Utilizzando cotture a bassa temperatura e ultrasuoni e studiando una carta speciale per il pranzo, ASAP (As Soon As Possible), pensata per rapidi tempi di servizio.
In carta, hamburger, manzo all’olio servito con patate al forno, vitello tonnato, mezze maniche alla carbonara, baccalà mantecato, tartare, risotti e piatti a base d’uovo.
Il marchio Particolare Milano raddoppia e apre in Brera il suo bistrot, Particolare Moscova in via Moscova 50, concentrato su piatti gastronomici da condividere, ispirati al modello delle tapas.
I due soci fondatori, lo chef Andrea Cutillo e il manager Luca Beretta, spiegano: “La condivisione è il cuore del nostro nuovo progetto. Vogliamo che ogni tavolo sia un luogo di incontro, dove il cibo diventa l’occasione per creare ricordi e connessioni e riscorpire la tradizione con un pochino di innovazione”.
Si possono scegliere crudi di mare, con aggiunta di tartare e carpacci, pane burro e acciughe, arancini di riso e risotti, pasta e patate, calamari alla plancia, polpo in tre cotture, guancia di manzo, trippa e fagioli, uovo croccante e alcune proposte vegetariane.
Interamente biologico e a base vegetale, il locale Il Lughino, situato in via Solferino 12 (e a Como in via Bonanomi 10), non usa né congelatore nè impastatrice, tutto viene fatto a mano, persino il menù, che cambia nell’arco della stessa giornata, proponendo preparzioni e piatti sempre freschi.
La specialità dello chef e proprietario Paolo Sanvito è la lasagna, realizzata in oltre cinquanta versioni, a seconda degli ingredienti vegetali disponibili: “.
“Penso che l’energia impiegata in una ricetta si percepisca al momento dell’assaggio -dichiara - In cucina, con mia madre, si preparava sempre l’impasto per lasagne e gnocchi, si andava a fare la spesa tutti i giorni e si cucinava solo ciò che era disponibile. Questi sono adesso anche i miei valori e le mie scelte in cucina. Lavoro in diretta con piccoli fornitori e uso esclusivamente ingredienti vegetali, nel rispetto della natura e dell’ambiente”.
Unico nel suo genere, Il Lughino porta i concetti di artigianalità al suo estremo, anche con le etichette di vino, dalle lavorazioni biologiche certificate e biodinamiche. Altre sfiziosità tipiche, ravioli e gnocchi, i fusilli paesani di grano antico, la sfogliatina di crespelle, i mondeghili dello chef, la torta di mele e nocciole oppure al cacao.
Da poco segnalato nella guida Michelin, il ristorante IZU, situato in corso Lodi 27, guidato dal patron Jin Yue Hu, si pone come innovativa cucina giapponese, circondato da arredo zen di stile contemporaneo.
Il menù ricco e articolato affianca i grandi classici a creazioni inedite che culminano nel percorso degustazione Omakase, a mano libera, in cui lasciarsi sorprendere da tecniche raffinate e ingredienti d’eccellenza.
Da trent’anni lo spazio di famiglia si è conquistato nel tempo la nomea di essere uno tra i migliori ristoranti di cucina nipponica creativa di Milano, un mix tra cultura e sapori internazionali. Insieme ai piatti si servono sakè e whisky giapponese, champagne e bollicine italiane, oltre a numerose referenze di distillati e gin.
In sala consigliano gunkan e uramaki (Black Jack, L’Alchimista, Heroes e Super Lobster), ravioli, carpacci, tartare e altre cruditè.
Da provare La Scarpetta, una trilogia di tonno rosso, l’Udon proibito, degli spaghettoni con astice e gamberi rossi, un Carpaccio di cappasanta oppure di spigola e di ricciola, il filetto Piemonte go Tataki.
Per le notti glamour c’è Armani/Ristorante, situato al settimo piano dell’Armani Hotel Milano in via Manzoni 31, che accoglie la stagione estiva con uno speciale menù degustazione e un’ulteriore offerta alla carta, ideate dall'executive chef Francesco Mascheroni e concentrate sui prodotti vegetali e sul pesce.
La degustazione include anche lo scampo crudo con granita alla pesca, burrata e gazpacho, i fusilli al nero di seppia e caviale, il calamaro al burro e zucchine, la sogliola alle spezie, oppure si può optare per uno sgombro scottato con formaggio fresco, i gnocchetti ai frutti di mare e gli ortaggi di montagna.
L’aperitivo o il dopo cena si consumano presso Armani/Bamboo Bar, dove la musica internazionale intrattiene gli ospiti tanto quanto la mixologia.
Una delle nuove inziative del ristorante Rivington presso Hyatt Centric Milan è Jazz sotto le stelle, in stile newyorkese, con musicisti e artisti dal vivo che accompagnano le cene estive, all’interno con vetrate verticali o sul terrazzo adiacente.
L’atmosfera creata, autentica e internazionale, è quella dei leggendari club di Manhattan, con cocktail ricercati, cucina d’autore, e musicisti in grado di portare l’ospite sulle avenue della Grande Mela, come il raffinato Golden Groove duo, Edoardo Maggioni e Andrea Baroldi.
In carta, speciali ravioli fatti a mano con asparagi affumicati e tartare di scampi, ostriche alla Rockefeller con spinaci e pecorino, steak tartare Hudson, il piatto carne-pesce Surf&Turf, filetto di manzo alla Rossini con tartufo, coda di rospo e bacon, l’immancabile cheesecake. Il tutto accompagnato da bollicine, vini rossi e rosati oppure bianchi, scelti dalla cucina e dal sommelier in abbinamento ai piatti.
Glamore Group sviluppa un hospitality hub verticale nell’edificio di Piazza Duomo 21, il ristorante The View by Valerio Braschi e l’omonimo cocktail bar con terrazza vista cattedrale, guidato dal bar manager Gabriele Sirtori.
Valerio Braschi, cuoco giovanissimo, nel ristorante ama sperimentare con ricette audaci e sensoriali. Coniglio, ostrica e cacciatora, un trittico che unisce terra e mare e rivela la sua personalità; l’abbinamento fra astice e anemoni di mare oppure il pesce oceanico che incontra un fondo di manzo di Rubia Gallega. Anche il concetto di dessert è un pò ardito: riccio di mare, panna e lime.
Nello stesso palazzo, un altro bar manager, David Grigolato, è a capo del cocktail bar Terrazza Duomo 21, location situata al primo piano, dove l'intrattenimento serale con drink e musica si protrae fino a tarda serata. Anche qui si possono assaggiare piatti fine dining la sera, ma anche consumare un pranzo veloce e gustoso, con una vista a dir poco spettacolare.
Forte Garden, indirizzo culinario milanese dell’imprenditore Andrea Reitano, in via Benvenuto Cellini 14, si aggiunge ai rinomati ristoranti esteri Santo Mare a Venezia e Londra, Forte dei Marmi a Miami Beach, Osteria Romana Osteria Napoletana e Osteria Fiorentina a Londra.
Materie prime d’alta qualità, piatti della tradizione italiana, eccellente servizio e ambiente elegante, sono gli ingredienti del locale: “Ogni giorno selezioniamo il pescato più pregiato del Mar Tirreno, portando sulla tavola i sapori autentici della costa”.
Lo spazio interno assomiglia ad un club londinese dai dettagli navy, mentre il giardino, con gli ombrelloni rigati, riporta al fascino della riviera all’italiana.
Dal grande menù con disegni vintage, i piatti celebrano il mare: cruditè e crostacei, tartare di spigola avocado e lime oppure carpaccio di gambero rosso, insalata Forte Garden, risotto ai frutti di mare, linguine alla Nerano, tagliatelle con astice, spaghetti alle vongole, cacio e pepe con gambero rosso, spigola al sale e tanto altro pesce con solo l’imbarazzo della scelta.
Poco fuori città, Saint Georges Premier di Monza, in viale di Vedano 7 con ingresso da via Enzo Ferrari a Vedano al Lambro, è l’unico ristorante all’interno del parco di Villa Reale di Monza, immerso nel verde e nella pace e tranquillità di uno dei più rinomati parchi storici d’Europa.
La cucina, guidata dal giovane resident chef Giuliano Fusaro e la consulenza di chef Roberto Conti, punta su piatti storici alleggeriti e reinterpretati in chiave moderna, con un tocco di creatività e di estro delle nuove generazioni.
Un luogo che è un vero e proprio scrigno di storia, costruito dall’architetto Giacomo Tazzini nel 1838 e utilizzato dapprima per l’allevamento dei fagiani le battute di caccia.
La mano raffinata e moderna di Fusaro ha un duplice compito, mantenere la continuità per soddisfare i clienti fidelizzati e diventare attrattiva per una nuova generazione di ospiti, attenta anche a piatti genuini e orientati al benessere.
In carta, fra gli altri piatti gourmet, la capasanta con polpo e patate al limone, la catalana di crostacei del Saint Georges, il torcione di foie gras con susine funghi ed erbe di campo, il risotto iconico mantecato allo champagne e parmigiano croccante, i tortelli di baccalà mantecato spadellati in salsa di prezzemolo e limone, il fagiano ripieno come una porchetta in riduzione al vino passito.
Un grande salone al piano terreno e l’adiacente spazio esterno affacciato sul rigoglioso giardino, come le tre eleganti sale al piano superiore, hanno in previsione una completa ristrutturazione.
Da provare il brunch del weekend, con diverse isole e relative specialità a self-serice, seguite da primi e secondi piatti caldi, un vero e proprio ritorno al pasto della domenica in grande stile in famiglia e con gli amici.
Un nuovo progetto di delivery (rocmilano.com) nasce da un’idea dello stellato Matias Perdomo con Simon Press e Thomas Piras, e accende l’insegna ROC – Rosticceria Origine Contraste, pronta a portare nelle case del capoluogo lombardo tutto l’estro e l’eccellenza di uno dei laboratori di fine dining d’eccellenza, rivisto con prezzi accessibili e sostenibile.
La nuova consegna a domicilio prêt-à-manger, con ordinazioni fatte almeno 24 ore prima, permette di combinare diverse pietanze a proprio piacimento.
“Riaccendere i fuochi del laboratorio di ROC nel 2025 – afferma Matias Perdomo – assume un significato nuovo e di facilitatore della convivialità nelle mura domestiche”.
Proposte vegetariane e per gli intolleranti si affiancano a piatti più indulgenti: insalte vegetariane, lasagne, tartare di manzo e chorizo, triglia con zafferano e finocchio, maialino con mandorle e lavanda, torta di rose.
Il confezionamento riciclabile in monoporzione necessita solo un breve passaggio di riscaldamento prima di essere servito sul piatto.
Altro inedito format gastronomico che celebra l’autenticità della tradizione del Cilento, That’s Panaro, apre una bottega e pub in viale Piave 40 b, opera dell’imprenditrice Martina Di Bartolomeo in collaborazione con Gian Marco Carlo, chef del ristorante Principe di Pompei, e con i prodotti genuini dell’azienda agricola di famiglia Le Starze.
Nei tradizionali cesti di vimini, simbolo di una cultura campana che unisce convivialità, scambio e autenticità, That’s Panaro serve i suoi piatti informali, adatti a pranzi veloci e all’aperitivo oltre al take-away, con varianti vegetariane, vegane e gluten free.
Birre artigianali a basso contenuto di glutine accompagnano la mozzarella nella Mortella in carrozza, il panino con soppressata di Gioi, la cacioricotta di capra del Cilento, il panino con polpo cotto a bassa temperatura, le focacce con pancetta arrotolata e marmellata di fichi bianchi e blu di bufala e noci, e altri sfizi e crocchette con ingredienti slow food.
Il locale di Milano è il secondo dopo l'omonimo di Sorrento, in corso Italia 206, in previsione di una ulteriore espansione sul territorio italiano.
Al gelato artigianale di alta pasticceria pensa Enrico Rizzi, dal negozio laboratorio di via Cesare Correnti 5, accanto alla fabbrioca del cioccolato aperta in via Gian Giacomo Mora 18.Questi spazi producono praline e macaron, cioccolati e dolci extra fini e i richiestissimi gelati per l’estate, dai gusti golosi all’insegna della leggerezza, perché prodotti con un minor quantitativo di zuccheri, latte delattosato e un neutro naturale, a base di fibre vegetali, farina di semi di carruba, di tara e di guar.
Vaschette isotermiche in cartone, coppette e coni benessere, contengono gelati ai cioccolati Grand Cru senza lattosio, gusti allo zafferano, all’olivello spinoso, al pistacchio, alla fragola, alla violetta e alla sinfonia rosé. Ci sono anche gli stecchi da passeggio, i Gianduiotti di gelato e i Cubi Rubrick di gelato variegato e colorato.
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