24 Giugno 2025
Il passato, drammatico, trasuda ancora da alcuni edifici fatiscenti e dai vicoli ricoperti di ciottoli. Qua e là si possono riconoscere angoli immortalati da Steven Spielberg nel film-capolavoro “Schindler’s list”. A Cracovia non si può prescindere dalla memoria. Ma c’è una nuova energia che illumina la città, sempre più dinamica e animata dalle giovani generazioni. C’è la volontà di comunicare un’immagine moderna e al passo con i tempi. E anche se la visita ai campi di Auschwitz e Birkenau resta irrinunciabile se si va a Cracovia, ci sono itinerari alternativi con cui articolare un soggiorno di 2-3 notti nella città che continua a vivere celebrando il suo più illustre concittadino, Papa Wojtyla.
Cracovia e la Piccola Polonia
Esteticamente Cracovia colpisce per la sua bellezza: le origini medievali, le costruzioni neo-gotiche, lo scorrere della Vistola, il verde delle colline circostanti e in lontananza la catena dei Carpazi, appena visibile dal tumulo di Krakus, 220 mt sopra il livello del mare, dentro il quale – narra la leggenda – si troverebbe la tomba del fondatore di Cracovia. Siamo nella regione denominata Malopolska (Piccola Polonia) tra le più battute dal turismo. Cracovia accoglie 10 milioni di visitatori ogni anno, non più solo interessati alla religione o ai percorsi che raccontano l’Olocausto. Negli ultimi anni stanno emergendo nuovi topics, dalla cucina, alla sostenibilità, all’arte contemporanea. E il luogo in cui sono concentrate tutte le nuove tendenze è sicuramente il Kazimierz, il quartiere ebraico del centro storico pullulante di sinagoghe e ristorantini. Un buon punto di partenza può essere l’Hotel Golden Tulip, un 4 stelle essenziale e confortevole situato in posizione ideale per scoprire la città a passeggio.
Alla scoperta del Kazimierz
L’opzione consigliata è un tour guidato del quartiere, meglio se in lingua italiana. Ce n’è un’ampia scelta e sono molto validi. Il quartiere di Kazimierz si trova pochi minuti a piedi dal centro. Fu fondato nel 1335 da Casimiro il Grande, da cui prende il nome, come cittadina indipendente ma nel 1800, in seguito all’espansione di Cracovia, fu inglobato nella città. Conosciuto come il distretto ebreo di Cracovia, lo è in realtà solo per la parte orientale mentre quella occidentale è sempre stata a maggioranza cristiana. La comunità ebraica raggiunse le 65 mila unità ma dopo il 1945, in seguito alle deportazioni naziste, il numero si ridusse a 6 mila. Attualmente abitano questo distretto circa 300 ebrei con 7 sinagoghe di cui 2 attive. Abbandonato e trascurato il quartiere è rinato una decina di anni fa. Ed è diventato popolare per essere stato ambientazione del film Schindler’s List.
Tour gastronomico del Kazimierz
Plac Nowy (la Piazza Nuova) è il cuore del Kazimierz e ha una storia recente. La rotonda centrale, Okraglak, in origine un mattatoio, fu costruita nel 1900. La piazza è contornata da edifici storici e arricchita da negozietti e attività commerciali. Nel fine settimana ospita il mercato ma non mancano bar moderni, punti ristoro e locali che rendono la Piazza Nuova anche un celebre luogo di ritrovo. I piccoli chioschi che spuntano dalla rotonda vendono street food, in particolare la “zapiekanka” da consumare a tutte le ore del giorno. E’ una baguette sostanziosa ricoperta nella versione classica di funghi, formaggio ed erba cipollina. Lungo le strade Bozego Ciala (tradotto Corpus Christi), Ulica Szeroka e Jòzefa si concentrano i locali e i murales più interessanti del Kazimierz. Hevre è un ristorante di tendenza nato dove prima c’era una vecchia sala di preghiera ebraica. Da Kaplony Szczezuje (cucina polacco-israeliana) ti sembra di stare in una casa privata, Starka su Jòzefa propone specialità locali accompagnate da una selezione di vodke (a Cracovia lo shottino si beve sempre insieme all’aringa affumicata come antipasto). Fuori dal locale spiccano sulla parete opposta della strada una carrellata di murales tra cui il volto di una donna. Ritrae Helena Rubinstein, imprenditrice polacca e fondatrice dell’omonimo brand della cosmetica, nata a Cracovia nel 1870 ed emigrata in Australia. La sua casa natale è stata trasformata in albergo, l’Hotel Rubinstein, poco distante, menzionato nelle guide soprattutto per il ristorante.
La zuppa tradizionale “zurek” a base di farina bollita, salsicce, uova e patate si può gustare da Pod Baranem, mentre per chi ha nostalgia della cucina mediterranea c’è Klimaty Poludnia. Tra i migliori ristoranti Noah, entrato da poco nella guida Michelin, che propone un ottimo menu kosher da condividere con una selezione di pani e dolci. Nella lista dei dessert figura un piccolo capolavoro: il dattero - del tipo medjoul, la migliore qualità - farcito di ricotta, su una granelladi noccioline, ricoperto da uno zest di limone candito. Per il dopo cena Alchemia propone musica dal vivo: è stato ristrutturato esattamente com’era nel passato, di grande atmosfera, con una curiosa sala a cui si accede aprendo le ante di un armadio. Altro punto di ritrovo per lo street food è il Judah Market con i suoi food truck e i tavolini all’aperto dove poter scegliere varie specialità ebraico-polacche compresi i famosi “pierogi” (si pronunciano pieroghi), ravioli ripieni con vari condimenti e i “kurtoscalacs”, dolci a forma di cannolo gigante realizzati facendo ruotare la pasta attorno a un ferro e farciti a piacimento con granella di frutta secca e caramello, autentiche bombe caloriche. Sulla piccola piazza campeggia il murale “Judah” di Pil Peled che ritrae il volto leonino di un bambino, realizzato per il Festival Ebraico del 2013. Tra gli altri locali caratteristici Pod Temida, una ex latteria d’epoca in stile socialista, il pub Craftownia segnalato per l’ampia proposta di birre artigianali e Pierogarnia, una catena presente in vari punti della città specializzata in “pierogi”. Quasi “obbligatorio” concludere la serata nel dehor di uno dei tanti locali-bar come Wòdka dove vengono servite fiamminghe con micro-assaggi di vodka aromatizzata. E c’è chi ne consuma molte più di una…
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