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Capri-Miami, Capri-Hollywood, dalla Capri degli Olivi alla Capri filosofica, passando per l’Olive Therapy

Capri Caput Mundi. Capri che dice No a Briatore. E tira aria buona, quella della destagionalizzazione

04 Dicembre 2024

Quando Anacapri era povera e bella. E genuina. Oggi fa intelletto chic. Anche e grazie all’ Associazione “L’Oro di Capri”,  nata da un'intuizione dell’imprenditore Gianfranco D’Amato, oltre 50 ettari di oliveti abbandonati sono stati recuperati. E li’ dove c’erano rovi e sterpaglie, scoscese “ pelate” del loro verde,  in dieci anni di lavoro certosino,  é risorta la macchia mediterranea con rigogliosi olivi ultra centenari e addirittura un olivo millenario.  Oggi contribuiscono non solo alla produzione di olio extravergine biologico di alta qualità, ma anche alla valorizzazione del territorio e delle tradizioni locali. E’ la Olive Therapy, il beneficio che si trae a stare a contatto con gli alberi, un bagno nel verde aumenta la produzione di dopamina, l’ormone del benessere. Sdraiarsi sotto un ulivo e lasciarsi accarrezzare dal brusio delle foglie. E’ armonia. Adesso, dimenticatevi Gracco, Cannavacciulo… A Briatore che voleva aprire il suo Crazy Pizza l’isola azzurra ha detto No. E lui: “Ho aperto a Napoli, per essere più vicino a Capri”. E alla Capri da cartolina, quella dell’overturismo si sostituisce  una Capri più autentica, lontana anni luce dal chiassoso distru/turismo. Pronti a dire addio all’assedio selvaggio dei traghettatori che sbarcano sull’isola orde di turisti. Parola d’odine: destagionalizzazione. Dove  il marketing diventa di nicchia: Vincenzo Torelli, cuoco/anfitrione di Columbus ai piedi di Monte Solaro, presidio di slow food e sapori genuini,  promuove una piccola gamma di prodotti gourmet, olivoncello, spritz all’olio d’oliva e sorbetto.
Anacapri non é Capri, hanno lo stesso dna, ma storie diverse. Negli anni ‘50 Anacapri era povera, camminavano scalzi perché non avevano soldi per comprarsi le scarpe. Erano contadini, con l’olio facevano sapone, olio per riscaldarsi, lo barattavano con altri ortaggi, primi esempi di una economia circolare domestica.

Gli olivi di Capri, una storia di agricoltura eroica ( Electaè un viaggio illustrato nella storia rurale dell'isola e nella riscoperta di una produzione di eccellenza, troppo a lungo dimenticata. C’é tanta poesia.  Simo Capecchi, taccuino e acquarelli in mano, l’ha dipinta e raccontata con lo spirito letterario di una Alice nel Paese delle Meraviglie. Ha seguito da vicino ogni fase della cura degli oliveti: dalla semina del sovescio in inverno alla fioritura primaverile, dalla raccolta estiva all’imbottigliamento autunnale nel frantoio del Cilento. Fuori stagione i colori sono più nitidi e intensi. Un incanto. Conoscenza  e tutela del paesaggio, questa é la missione del “Genius loci" L’Oro di Capri” . Ma é anche rigenerazione dello spirito perché ogni seme piantato é un germoglio che cresce dentro di noi.  Rivive la sua stagione d'oro anche Il Parco Filosofico di Anacapri, spalancato su un panorama mozzafiato, all’ombra di ulivi che sembrano sculture. Per la sua prima uscita “social” il Parco ha ripreso il monito di Socrate: “Conosci te stesso”. Ci conosciamo veramente? I medici giapponesi già dagli anni ’80 hanno capito il potenziale di una full immersion nella natura, fa bene alla salute mentale. Intanto la galleria Liquid Art System  da Capri vola ad Art Miami per rappresentare l’arte italiana con “Human Connection”, un’ode all’intelligenza artificiale. Da “Anema e Core” Gianluigi Lembo e la sua band scalda i motori, pardon, la voce per accogliere le celebrity da Hollywood. Sarà un Capodanno con il botto. Cin Cin. 

Di Januaria Piromallo.

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