16 Settembre 2020
Aula di Montecitorio (foto Lapresse)
"Con l'intervento 'Pari passu', attraverso incentivi fiscali, lo Stato si affianca all'imprenditore e resta accanto dell'impresa per supportare parte delle perdite". Lo ha spiegato il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, durante la conferenza di presentazione. "Agli incentivi fiscali - ha aggiunto Rivera - si affianca la possibilità di accedere a un prestito a condizioni molto vantaggiose, con tasso sotto il 2% ,un prestito subordinato che sopporta le perdite in caso di difficoltà dell'impresa".
Le misure, spiega il Mef, sono destinate a quelle Pmi che hanno subito una riduzione complessiva dei ricavi nei mesi di marzo e aprile 2020 pari ad almeno il 33% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, e che abbiano deliberato ed eseguito, dopo l’entrata in vigore del decreto Rilancio, ed entro il 31 dicembre 2020, un aumento di capitale a pagamento e integralmente versato.
Gli strumenti messi in campo sono i crediti di imposta, volti al rafforzamento patrimoniale delle imprese, e il 'Fondo Patrimonio Pmi', finalizzato a sostenere e rilanciare il sistema economico e produttivo italiano mediante il co-investimento da parte dello Stato.
E' previsto un credito d’imposta pari al 20%, come riporta l'Agi, a favore di persone fisiche e giuridiche che effettuano conferimenti in denaro, per un ammontare non oltre 2 milioni di euro, in una o più società di capitali con sede legale in Italia, incluse stabili organizzazioni in Italia di imprese con sede in Stati membri dell'Unione europea (Ue) o in Paesi appartenenti allo Spazio economico europeo (See), che hanno subito, a causa dell’emergenza Covid-19, nei mesi di marzo e aprile 2020, una riduzione complessiva dei ricavi, rispetto allo stesso periodo 2019, non inferiore al 33%.
Il credito è concesso a condizione che l’aumento di capitale sia sottoscritto e versato entro il 31 dicembre 2020 e gli investitori si impegnino a detenere la partecipazione nella società fino al 31 dicembre 2023. Inoltre il decreto Rilancio prevede che la società conferitaria può beneficiare, a seguito dell’approvazione del bilancio per l'esercizio 2020, di un credito d'imposta pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto, calcolato al lordo delle perdite stesse, fino a concorrenza del 30% dell’aumento di capitale e comunque nei limiti previsti dal Quadro Temporaneo sugli aiuti di Stato (800.000 euro, ovvero 120.000 euro per le imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura o 100.000 euro per le imprese operanti nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli). Il riconoscimento di questo credito di imposta è subordinato al soddisfacimento, da parte della società conferitaria, di alcune specifiche condizioni di “virtuosità” (per esempio, regolarità fiscale e contributiva). La distribuzione di riserve prima del 1 gennaio 2024 da parte della società comporta la decadenza dal beneficio e l’obbligo di restituire l’importo, comprensivo degli interessi.
Per i crediti di imposta previsti dall’articolo 26 del decreto Rilancio è autorizzata la spesa nel limite complessivo massimo di 2 miliardi di euro per il 2021.
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