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Mazara, pescatori liberati in Libia: prima notte a casa

Procedono le indagini: un armatore sarebbe stato picchiato a sangue dai militari libici, mentre altri in carcere raccontano di aver sentito di uno "scambio tra prigionieri".

21 Dicembre 2020

Mazara, pescatori liberati in Libia: prima notte a casa

Pescatori Libia liberati (fonte foto Lapresse)

Sono tornati a Mazara del Vallo i 18 pescatori liberati dopo 108 giorni di prigionia in Libia e ieri hanno trascorso la prima notte a casa. Quattro pescatori stranieri - due senegalesi e due indonesiani - non avendo una fissa dimora, sono stati ospitati in un albergo situato a due passi dal porto nel trapanese, a spesa dell'armatore di Antartide Leonardo Gancitano. Gli altri sono tornati dalle proprie famiglie nelle loro abitazioni.

Intanto non si fermano le indagini dei carabinieri di Mazara del Vallo, che procedono interrogando i pescatori a proposito del loro sequestro in Libia. Ieri è stato sentito per primo il Comandante del peschereccio 'Medinea', Pietro Marrone.

Interrogato anche Bernardo 'Dino' Salvo, comandante del peschereccio 'Natalino', che ha raccontato di essere stato picchiato a sangue perché il suo equipaggio è scappato. Secondo quanto descritto, l'uomo sarebbe stato colpito al volto e allo stomaco dai militari libici.

Altri pescatori inoltre hanno raccontato all'Andkronos che in carcere avrebbero sentito di uno "scambio tra prigionieri' con alcuni detenuti libici in Italia. "Ne ho sentito parlare in prigione da un carceriere - ha rivelato Giri Indra Gunawan - ma non ci hanno voluto dire altro".

Infine l'armatore Marco Marrone ieri ha ricevuto la telefonata dall'ex premier Berlusconi, secondo il quale la scarcerazione dei pescatori catturati in Libia sarebbe dovuta in particolar modo "all'intervento di Putin".

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