25 Luglio 2020
Il governatore lombardo Attilio Fontana è indagato dalla Procura di Milano nell'inchiesta sulla fornitura da mezzo milione di euro di camici e altri dispositivi di protezione da parte della società Dama spa gestita dal cognato, Andrea Dini, e di cui la moglie, Roberta Dini, detiene una quota del 10%.
L'accusa mossa nei confronti del governatore è di 'frode nelle pubbliche forniture'. I pm Luigi Furno, Carlo Scalas e Paolo Filippini, coordinati dall'aggiunto Maurizio Romanelli ritengono che Fontana sapesse dell'operazione che la centrale di acquisti regionale Aria stava compiendo nell'acquisto dei camici in periodo di emergenza, nonostante il conflitto di interesse derivante dal fatto che la Dama Spa è di proprietà del cognato, Andrea Dini, e che la moglie di Fontana, Roberta Dini, ne avesse ancora una quota del 10%.
La nuova iscrizione nel registro degli indagati, secondo quanto si apprende, è avvenuta nella giornata in cui è stato interrogato Filippo Bongiovanni, il dg dimissionario di Aria spa, la centrale acquisti regionale. Sia Dini che Filippo Bongiovanni sono indagati per turbata libertà nella scelta del contraente e in concorso con Fontana anche per frode.
Nelle tre ore di faccia a faccia coi pm, Bongiovanni avrebbe fornito la sua versione dei fatti spiegando che la Regione Lombardia e la sua centrale acquisti hanno operato in uno stato "quotidiano" di necessità nelle fasi più difficili dell'emergenza Covid.
"Da pochi minuti ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa". Così il governatore Attilio Fontana su Facebook, dopo la notizia dell'indagine a suo carico nella vicenda della fornitura di camici alla Regione. "Sono certo dell'operato della Regione Lombardia - ha affermato il governatore - che rappresento con responsabilità".
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