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Rifugio Digitale ricorda la strage di via dei Georgofili con una nuova mostra fotografica

Dal 25 maggio al 18 giugno 2023 Rifugio Digitale presenta la mostra dei fotografi Paolo Cagnacci e Matteo Cesari UNAEZEROQUATTRO. Un’indagine visiva sulla strage di via dei Georgofili, a trent’anni dall’attentato a cura di Irene Alison

19 Maggio 2023

Rifugio Digitale

Rifugio Digitale

Nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993 alle 1:04 in via dei Georgofili, nel cuore del centro storico di Firenze, viene fatta esplodere un’autobomba. Un Fiat Fiorino bianco imbottito di 250 chili di tritolo, T4, pentrite e nitroglicerina, parcheggiato sotto la trecentesca Torre dei Pulci, provocherà la morte di Fabrizio Nencioni, sua moglie Angela Fiume e le loro due figlie, Nadia, 9 anni, e Caterina, 50 giorni appena. Ucciderà Dario Capolicchio, un giovane studente che abitava nel palazzo antistante la torre, ferirà più di 40 persone e provocherà danni gravissimi alla Galleria degli Uffizi. A partire dai primi anni ’90 i capi mandamento misero in atto un cambio di obiettivi strategici, colpendo il patrimonio culturale per piegare lo Stato alle proprie richieste. Solo recentemente le indagini hanno portato all’arresto dell’ultimo mandante delle stragi, Matteo Messina Denaro, ma rimangono ancora zone oscure sulle quali continua ad indagare la magistratura. A 30 anni da quella terribile notte, due fotografi toscani, Paolo Cagnacci e Matteo Cesari, ne hanno documentato visivamente l’eredità, ricostruendo parte degli eventi lungo il filo delle diverse piste tracciate dagli inquirenti. Nei familiari delle vittime, nei feriti, negli avvocati che istruirono i processi, nei vigili del fuoco che quella notte estrassero i corpi dalle macerie, ma anche negli oggetti ritrovati e custoditi come ultimi ricordi e negli anonimi luoghi nei quali furono preparati i passaggi cruciali dell’attentato, resta viva la memoria di un evento che ha profondamente segnato la storia italiana. La mostra, nei giorni dal 25 al 27 maggio, si arricchirà anche di un evento di video-mapping allestito nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, a cura di Irene Alison, realizzato in collaborazione con l’Associazione tra i Familiari delle Vittime dell’Attentato di Via dei Georgofili, con il sostegno di Fondazione CR Firenze, Unicoop Firenze, Banca Ifigest, CNA Firenze e con il patrocinio del Comune di Firenze e della Regione Toscana. La mostra sarà arricchita dai testi della curatrice Irene Alison e da una introduzione alla mostra di Laura Montanari. Durante il vernissage Tiziana Giuliani leggerà un estratto dal suo monologo teatrale Sventrati. Vivere-sopra.

Paolo Cagnacci

Fotografo professionista e docente di fotografia, Paolo Cagnacci è nato a Firenze nel 1971. Ha studiato fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni, dove attualmente insegna fotografia di ritrattro e tecniche di illuminazione. Ha insegnato presso lo IED, Istituto Europeo di Design di Firenze. Ha pubblicato le proprie immagini su riviste quali: D - la Repubblica delle donne, la Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa, Sette, SportWeek, L’Espresso, Pagina99, Specchio, Lei, Donna Moderna, Famiglia Cristiana, La Lettura. Ha realizzato progetti fotografici e video per Regione Toscana, Festival della Creatività, Festival dei Popoli, Osservatorio dei Balcani, Fondazione Michelucci, Tempo Reale, Unicoop Firenze, Comune di Firenze, Fondazione Telecom, Mibact, CNA. Ha collaborato con aziende quali: Diesel, Patrizia Pepe, Paula Cademartori, Peuterey, Starbucks, Stefanel, Ottodame, Dmail, Rinascimento. Ha lavorato per l’agenzia Massimo Sestini. Il suo lavoro è distribuito dalla Luz Photo Agency di Milano.

Matteo Cesari

Nato a Firenze nel 1979, si laurea in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università di Pisa e si diploma in Fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Si occupa di fotografia documentaria e reportage. Le sue fotografie sono state esposte al Lu.C.C.A, Lucca Center of Contemporary Art - Museo di arte contemporanea, presso l’Ambasciata Italiana in Lussemburgo, al Festival di Fotografia Sociale di Piombino e di Perugia e al Festival Photolux di Lucca. Ha pubblicato i suoi lavori in magazine nazionali quali Internazionale, Sette, Pagina99 e D - la Repubblica delle donne. È membro del collettivo fotografico Groomingphoto.

Irene Alison

Giornalista professionista e photo-consultant, Irene Alison è nata a Napoli nel 1977. Direttrice creativa dello studio di consulenza e progettazione fotografica DER*LAB, Irene è docente all’Istituto Europeo del Design (IED) di Roma e collabora come tutor e consulente con alcune delle maggiori scuole di fotografia italiane (Isfci, Rufa, Scuola Romana di Fotografia a Roma e Fondazione Studio Marangoni a Firenze, tra le altre). Come redattrice, ha lavorato per Il Manifesto e per D - la Repubblica delle donne. Da freelance ha realizzato, insieme a svariati fotografi, reportage apparsi su Geo France, The Independent, L’Espresso, D- la Repubblica delle donne, XL, Marie Claire e Riders. I suoi articoli di critica fotografica sono stati pubblicati da testate come La Lettura de Il Corriere della Sera, Il Sole 24 ORE e Pagina99. Ha pubblicato due saggi di approfondimento fotografico, My generation (Postcart, 2012) e iRevolution (Postcart, 2014). Nel 2022 è uscito negli Stati Uniti per Yoffy Press Holding Time, libro realizzato a quattro mani con la fotografa Catherine Panebianco, di cui Irene è autrice dei testi. Nel 2022 è uscito per Postcart il suo primo libro fotografico – La Madre Attesa, a cura di Laia Abril – e il suo saggio Muse col Muso. L’immaginario animale nella fotografia contemporanea. Ama gli animali, e le loro rappresentazioni culturali e iconografiche, e ne parla nel suo blog Zazie Dogzine.

Laura Montanari

Laura Montanari, è nata a Pavia, ma da 30 anni vive a Firenze dove lavora alla redazione toscana di la Repubblica. Collabora con D - la Repubblica delle donne e con altre testate del gruppo Gedi. In passato ha scritto per la Provincia Pavese, Il Giorno e ha lavorato per Kataweb, la divisione internet del Gruppo Espresso a Roma. Si occupa di cronaca e informazione digitale. Ha scritto per il teatro, con Fabio Galati Siete stati lì. Storie di vite finite sui giornali e con Fabio Galati e Francesco Niccolini Muro. Storia di Nof4 paziente psichiatrico del manicomio di Volterra. Per le Edizioni Lapis ha pubblicato con Fabio Galati Il mio Giornale. Manuale per giornalisti in erba (2009, premio Andersen).

Tiziana Giuliani

Drammaturga, attrice e regista fiorentina. Si forma con Arca Azzurra Teatro di Ugo Chiti. Studia Lettere e Filosofia a Firenze, e Discipline teatrali e cinematografiche a Parigi. Vive e lavora nel Chianti (San Casciano in Val di Pesa) come collaboratrice di Arca Azzurra, specializzandosi nel teatro civile e di memoria. Si aggiudica con Via Roma 34. Il gioco interrotto. Storia di una famiglia: i Modigliani, 1943-1944 il Premio nazionale G. Matteotti XVI (Giuntina Editore 23). Vede pubblicato da Bertoni Editore, in Monologhi al femminile 3, il suo Storia di Ada. Una di noi, finalista al Premio Nazionale Bianca Maria Pirazzoli 2021. Vince col suo ultimo monologo Sventrati. Vivere-sopra, rappresentato a Palazzo Vecchio per il 29° anniversario della Strage dei Georgofili a Firenze, l’ottava edizione del Premio di Drammaturgia L’Artigogolo.

Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Via dei Georgofili

La strage

Nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993, alle ore 1.04, a Firenze, in un’antica via del centro storico, via dei Georgofili, ai piedi della storica Torre del Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili, deflagra un’autobomba. Si tratta di un Fiat Fiorino imbottito di 250 chilogrammi di una miscela esplosiva composta da tritolo, T4, pentrite, nitroglicerina. L’esplosione provoca il crollo della Torre sede dell’Accademia dei Georgofili e la devastazione del tessuto urbano del centro storico per un’estensione di ben 12 ettari, con un impatto che è stato definito “bellico”. Molti edifici della zona come Palazzo Vecchio, la Chiesa di S. Stefano e Cecilia e il complesso artistico monumentale della Galleria degli Uffizi subiscono gravi danni: si perdono per sempre capolavori e preziosi documenti, il 25% delle opere presenti in Galleria subisce danni, ma soprattutto si perdono per sempre cinque vite umane. Muoiono Caterina Nencioni di 50 giorni, Nadia Nencioni di 9 anni, Angela Fiume di 36 anni, Fabrizio Nencioni di 39 anni, Dario Capolicchio di 22 anni. Angela, custode dell’Accademia dei Georgofili, risiedeva nella Torre con la sua famiglia. Dario, che proveniva da Sarzana e studiava architettura a Firenze, muore trasformato in una torcia umana nella sua abitazione, posta nell’edificio di fronte alla Torre. I feriti sono 48, moltissime famiglie rimangono senza tetto. L’ipotesi di un attentato prende corpo fin dal giorno successivo, quando i vigili individuano il cratere che è di 3 metri di diametro e 2 di profondità. Altrettanto rapidamente si scopre che il Fiat Fiorino è stato rubato a Firenze in via della Scala non molti giorni prima dell’attentato e “imbottito” a Prato. In breve tempo, inoltre, gli inquirenti individuano negli uomini dell’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra” gli esecutori materiali della strage. Dopo un lungo iter processuale vengono comminati 15 ergastoli, definitivamente attribuiti dalla Cassazione il 6 maggio 2002; ma la ricerca dei mandanti occulti e dei concorrenti morali degli attacchi eversivi dell’ordinamento costituzionale di quegli anni, continua ancora.

L’Associazione

L’Associazione riunisce le vittime e i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili (ndr: qui non si riporta il nome preciso dell’associazione) avvenuta a Firenze nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993. Si propone di (dall’art.3 dello Statuto): “rappresentare ed assistere le vittime e i loro familiari nei confronti della legge e delle istituzioni e coordinare tutti gli interventi economici, giudiziari e tecnici a tal fine necessari ed opportuni; incoraggiare, favorire e promuovere le iniziative finalizzate a diffondere la verità sulle stragi del ’93 e a sostenere il mantenimento della memoria. Per le vittime, per noi che abbiamo vissuto questo orrore sulla nostra pelle e su quella dei nostri familiari, Memoria e Verità sono due concetti intimamente connessi e non possiamo concepire l’una senza l’altra. Perciò ci batteremo sempre affinché su questa vicenda venga fatta piena luce e il ricordo delle vittime innocenti possa limpidamente vivere nelle coscienze, non inquinato da lati oscuri, misteri irrisolti, responsabilità e connivenze non accertate e non perseguite.

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