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Vaccino Covid, sperimentazione Pfizer su 12enne Maddie De Garay: in carrozzina e con sondino naso-gastrico dopo seconda dose – il DOCUMENTARIO “Inside the Vaccine Trials”

La drammatica vicenda di Maddie, raccontata nel documentario Inside the Vaccine Trials, solleva interrogativi profondi sulla trasparenza degli studi clinici e sulla gestione degli effetti avversi gravi emersi durante la sperimentazione

23 Luglio 2025

Era una ragazzina sana, vivace, piena di amici e di vita. Oggi Maddie De Garay, che a soli 12 anni ha partecipato alla sperimentazione del vaccino Covid di Pfizer condotta dal Cincinnati Children’s Hospital, si trova su una sedia a rotelle, alimentata da un sondino naso-gastrico e con danni neurologici ancora irrisolti. La sua drammatica vicenda, raccontata nel documentario "Inside the Vaccine Trials", solleva interrogativi profondi sulla trasparenza degli studi clinici e sulla gestione degli effetti avversi gravi emersi durante la sperimentazione.

Vaccino Covid, sperimentazione Pfizer su 12enne Maddie De Garay: in carrozzina e con sondino naso-gastrico dopo seconda dose

Maddie era una dodicenne sana e attiva che ha partecipato alle sperimentazioni del vaccino Pfizer contro il COVID condotte dal Cincinnati Children’s Hospital”, spiegano i genitori nel documentario. La partecipazione, raccontano, è avvenuta per fiducia nella scienza: “Siamo a favore dei vaccini e della scienza, ed è per questo che abbiamo accettato di far partecipare Maddie e i suoi due fratelli maggiori come volontari alla sperimentazione”.

Tuttavia, ciò che doveva essere un contributo temporaneo alla ricerca si è trasformato in un incubo di lunga durata. Dopo la seconda dose, Maddie ha manifestato gravi dolori e sintomi neurologici acuti. “Anche se ha ancora molti amici. Dopo aver ricevuto la seconda dose, Maddie ha avvertito immediatamente dolore nel sito dell’iniezione. E nelle 24 ore successive ha sviluppato forti dolori addominali e toracici. E il modo in cui ha descritto il dolore toracico, e cito, è: ‘come se mi avessero strappato il cuore dal collo’”.

Da quel momento, la sua salute è precipitata: svenimenti frequenti, convulsioni quotidiane, dolori lancinanti lungo la colonna vertebrale e perdita di sensibilità dalla vita in giù. “È su una sedia a rotelle. Ha un sondino naso-gastrico. Non sentiva più nulla dalla vita in giù. E a quel punto, non riusciva più a camminare. Letteralmente non riusciva a muovere le gambe”, raccontano i genitori.

La famiglia, inizialmente fiduciosa nelle istituzioni, si è ritrovata sola a combattere per il riconoscimento del legame tra il vaccino e le condizioni di Maddie. “Le persone devono sapere che i dati di questi studi sono corrotti. Mi sono fidato del governo, mi sono fidato delle agenzie sanitarie, mi sono fidato dell’azienda farmaceutica e ho praticamente affidato il mio corpo alla scienza. Non mi rendevo conto che questo significasse che, se qualcosa fosse andato storto, sarei stato dato per morto. L’azienda farmaceutica era sparita. Erano, puff, spariti nel momento stesso in cui c’è stato un problema”.

Secondo il documentario, la diagnosi ufficiale comunicata dai medici è stata quella di “disturbo neurologico funzionale”, formulata l’8 aprile 2021, un giorno prima della richiesta di autorizzazione d’emergenza del vaccino. Una tempistica che solleva ulteriori dubbi. Senza una diagnosi riconosciuta come effetto del vaccino, le spese mediche non sono state coperte. La famiglia ha dovuto ricorrere ad avvocati per ottenere un minimo supporto.

L’avvocato Aaron Siri, specializzato in richieste di risarcimento per danni da vaccino, ha dichiarato: “Ci sono oltre 50 persone nel nostro studio, e nove di loro sono coinvolte esclusivamente in richieste di risarcimento per danni da vaccino. […] Posso dirvi che per noi è chiaro, chiaro come il sole, che gli infortuni di Maddie sono correlati al suo vaccino contro il COVID-19”.

Ciononostante, Pfizer ha riportato l’evento avverso alla FDA come “dolore addominale funzionale”. “È chiaramente correlato alla somministrazione del vaccino contro il COVID-19. Ed non è così che Pfizer l’ha segnalato. Questo è preoccupante di per sé”, ha aggiunto Siri.

Anche il dott. Peter A. McCullough, cardiologo e specialista in sicurezza dei farmaci, ha criticato la gestione del caso: “In un caso come quello di Maddie, l’intero programma avrebbe dovuto essere interrotto. Avremmo dovuto condurre una revisione completa. […] E il programma non avrebbe mai dovuto essere riavviato a meno che non ci fossero garanzie che ciò non si sarebbe ripetuto”.

Nel frattempo, la famiglia De Garay continua a cercare cure. Una clinica privata ha rilevato danni neurologici, ma le istituzioni pubbliche – lamentano – non hanno mai offerto un’assistenza adeguata. “Siamo rimasti scioccati nell’apprendere il modo in cui vengono condotti questi studi clinici. Siamo rimasti scioccati nell’apprendere che ci sono stati più casi di eventi avversi gravi nel gruppo vaccinale”.

Il documentario Inside the Vaccine Trials mette in evidenza non solo il caso di Maddie, ma anche quello di altri partecipanti, come l’argentino Augusto Rue, che denuncia problemi di salute gravi non documentati correttamente. Pfizer, da parte sua, ribadisce che tutte le segnalazioni sono state effettuate secondo le regole e che le autorità sanitarie non hanno rilevato irregolarità. Ma le domande sollevate da storie come quella di Maddie restano senza risposta pubblica. E, a quattro anni dai fatti, la famiglia De Garay si sente ancora abbandonata.

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