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Sciuto (Polimi) al GdI: "Formazione di eccellenza non basta a trattenere i nostri laureati, salari più bassi della media Ue; Italia investe poco in ricerca rispetto al PIL"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano: "Abbiamo avviato una sperimentazione con l’Intelligenza Artificiale Generativa per supportare studenti e docenti; abbiamo 8000 studenti stranieri da 140 paesi"

09 Giugno 2025

Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano, è stata intervistata da Il Giornale d'Italia su tematiche che riguardano la fuga dei talenti italiani e il promuovere l’attrattività internazionale, puntando su formazione di eccellenza, innovazione nella didattica, utilizzo dell’IA, supporto alla ricerca e apertura verso l’imprenditorialità. Si evidenziano anche le criticità italiane in termini di salari, prospettive di carriera e carenza di investimenti nella ricerca.

In che modo, secondo lei, si può combattere il fenomeno della fuga di talenti dall'Italia all'estero?

"Premettiamo due cose: uno, non è un male che alcuni ragazzi vadano a fare esperienza all'estero. Quello che noi cerchiamo di fare è di stimolare i ragazzi e anche i nostri studenti a fare un'esperienza all'estero, magari attraverso l'Erasmus o con le doppie lauree. Altra cosa invece è il fatto che loro, al termine del loro percorso di studi, vadano all'estero perché non trovano qua quello che cercano dal punto di vista lavorativo. Su questo aspetto abbiamo molto da lavorare perché nonostante ci sia, soprattutto nell'area dell'ingegneria, dell'architettura e del design, una notevole richiesta di laureati in queste discipline più scientifiche in realtà spesso e volentieri l'offerta che viene fatta ai ragazzi non è comparabile a quella che gli viene fatta all'estero. Ci sono due tematiche, sicuramente quella dei salari che sono più bassi della media europea e dall'altra parte anche la possibilità di progredire nel tipo di responsabilità di carriera, che non vuol dire promettere avanzamenti di carriera ma fargli capire quali sono le prospettive di sviluppo della loro professionalità nell'arco di pochi anni. E l'altro tema molto importante per i ragazzi di oggi è anche il bilanciamento vita lavoro. Questi sono temi su cui le aziende forse dovrebbero fare uno sforzo maggiore in Italia per cercare di trattenere i ragazzi che si laureano in Italia che hanno usufruito di una formazione di eccellenza e che poi scelgono di andare all'estero. Oggi sono i ragazzi a scegliere e non tanto le aziende."

Per attrarre talenti dall'estero in un istituto universitario come il Politecnico, come vi state muovendo?

"Noi abbiamo iniziato questo percorso nel 2013 avendo portando le lauree magistrali in inglese, perché chiaramente la lingua italiana non è così diffusa nel resto del mondo da poter attrarre studenti che vengono a studiare in Italia. Oggi abbiamo 8000 studenti stranieri che vengono da 140 paesi al mondo. Sicuramente possiamo ancora incrementare l'attrattività da parte della nostra università. Quello che dobbiamo fare è continuare a dare una formazione e un'esperienza universitaria di eccellenza. Le tematiche più problematiche oggi sono relative al costo della vita a Milano per gli studenti e quindi l'insufficienza del numero di residenze studentesche su cui stiamo lavorando e stiamo pianificando di sviluppare ulteriori 1000 posti letto nei prossimi tre anni, ma i tempi dell'edilizia sono quello che sono e dall'altro lato c'è difficoltà nell'ottenimento dei visti. Questo ogni anno ci crea diversi problemi su studenti che non riescono ad avere il visto in tempo per potersi iscrivere all'università."

Qual è il ruolo dell’innovazione nella ricerca all'interno dei vostri indirizzi universitari? In che modo vi state impegnando per incentivare l’attività di ricerca sia tra gli studenti che tra i docenti?

"Le discipline scientifiche richiedono infrastrutture di ricerca e quindi la possibilità di avere laboratori e spazi della ricerca. Riuscire ad avere un numero di borse di dottorato per avviare gli studenti che si laureano in ambiti legati alla ricerca e all'innovazione. Il numero di borse di dottorato è un tema su cui si è lavorato molto per cercare di incrementarle e di avere anche un'offerta adeguata in termini salariali dello stipendio che prende il dottorando rispetto al mondo esterno o rispetto anche ai paesi che ci sono vicini. Per quanto riguarda i docenti l'obiettivo nostro è formarli anche alla ricerca dei finanziamenti, perché purtroppo l'Italia investe poco in ricerca rispetto al PIL e quindi per noi è molto importante riuscire a ottenere finanziamenti a livello europeo su bandi competitivi per cui oltre ad avere le buone idee bisogna saperle presentare bene, dunque cerchiamo di dare formazione e supporto ai ricercatori per essere in grado di acquisire questi finanziamenti dall'estero."

Per facilitare la didattica degli studenti e il loro corso di studio, in che modo utilizzate l'innovazione e l'Intelligenza Artificiale?

"Noi abbiamo avviato una sperimentazione, che cercheremo di estendere nel prossimo anno accademico, sull'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale Generativa per supportare lo studente, avendo un tutor per ogni singolo corso per poter aiutare gli studenti a comprendere meglio la materia. Noi abbiamo tantissimo materiale, dal Covid abbiamo cominciato a registrare tutte le lezioni in video e quindi abbiamo anche una biblioteca delle lezioni svolte dai docenti in aula che continuiamo ad aggiornare che rappresenta un materiale di base su cui fare allenare questi sistemi. Non si sostituiscono alle lezioni, è materiale aggiuntivo che permette allo studente di interagire in modo tale da avere esercizi o capire che se hanno capito il contenuto della lezione. È un lavoro in progress che sta dando buoni risultati e continueremo ad espanderlo con il supporto dei docenti per continuare a migliorarlo. Dopodiché dall'altra parte noi dobbiamo anche far sì che gli studenti che sono interessati, che hanno questa propensione o che comunque vogliano esplorare quali sono le loro attitudini, ad esempio verso l'imprenditorialità, il nostro obiettivo è quello di dargli degli strumenti per capire come una idea di business possa trasformarsi in una start up, qual è il percorso e quali sono le competenze che servono. Terzo punto, l'innovazione nelle metodologie didattiche, ossia dare agli studenti modalità diverse che non siano solo la lezione frontale nello studio nella preparazione agli esami e che consentano di acquisire anche quelle competenze più soft relazionali di lavoro di gruppo e di gestione di progetti interdisciplinari che rappresentano quello che si troveranno poi nel mondo esterno, soprattutto di fronte alle grandi sfide che abbiamo di cambiamento sociale, climatico, tecnologico che tutti noi dobbiamo affrontare."

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