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Caso Navalny, la moglie Yulia: "Mio marito è stato avvelenato, presi campioni biologici", Peskov: "Non so nulla di queste dichiarazioni" - VIDEO

La vedova dell'oppositore politico morto nel febbraio 2024 ha affermato che i campioni biologici di Alexei sarebbero stati inviati a "laboratori di due paesi diversi. Questi laboratori, indipendentemente l'uno dall'altro, hanno concluso che Alexei era stato avvelenato"

17 Settembre 2025

"Mio marito, Alexei Navalny, è stato avvelenato. Queste non sono parole vuote. Ho tutte le ragioni per affermarlo". Inizia così l'accusa-dichiarazione di Yulia Navalnaya, la moglie vedova di Alexei Navalny a lungo oppositore del presidente russo Vladimir Putin e morto, all'età di 47 anni, lo scorso 2024 in circostanze rimaste a lungo avvolte nel mistero. Oggi, 17 settembre, la vedova dell'attivista ha postato un video su X spiegando tutta la sua verità: Alexei sarebbe stato avvelenato, e a riprova di ciò due test di laboratorio su alcuni campioni biologici del marito che lei sarebbe riuscita ad ottenere dopo la morte.

Caso Navalny, la moglie Yulia: "Mio marito è stato avvelenato, presi campioni biologici", Peskov: "Non so nulla di queste dichiarazioni" - VIDEO

Nel video X, Yulia inoltre ricostruisce il luogo e le circostanze nelle quali il defunto marito era stato costretto a vivere per due mesi, prima di morire: una colonia penale remota al di sopra del Circolo polare artico. "Non volevano solo ucciderlo, hanno cercato di spezzarlo: lo hanno tormentato con la fame, il freddo, l'isolamento totale. Gli furono negate chiamate telefoniche e visite, e più tardi hanno perfino smesso di inviare lettere. Gli incontri coi suoi avvocati erano ostacolati" denuncia Yulia nei primi 42 secondi di un video lungo più di 4 minuti. "Niente libri, neppure una penna e un foglio. Tutto ciò che aveva erano sei metri quadri di spazio, una tazza, uno spazzolino, ed un letto fissato alla parete durante il giorno, quindi era impossibile sdraiarvisi". Il 16 febbraio, giorno della morte di Navalny, un comunicato diffuso dal penitenziario dichiarò che il prigioniero "si era sentito male dopo una passeggiata e aveva perso conoscenza quasi immediatamente". Ma ora, nel video, Yulia smentisce la versione ufficiale affermando che la causa della morte del marito è stata l'avvelenamento: "Siamo riusciti a trasferire all'estero campioni biologici di Alexei fatti uscire di contrabbando - continua nel video postato -, laboratori di due paesi diversi hanno condotto analisi e indipendentemente l'uno dall'altro, hanno concluso che è stato avvelenato".

Si tratterebbe, continua la vedova dell'oppositore, di risultati "di pubblica importanza" che perciò "devono essere pubblicati" affinché tutti sappiano "la verità". Dal Cremlino invece, Smitrij Peskov si è rifiutato di commentare le parole di Yulia: "Non so nulla di queste sue dichiarazioni. Non posso dire nulla qui" ha detto durante un briefing.

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