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Navalny, chi è veramente l'oppositore di Putin: ex esponente di una destra estrema e xenofoba, di certo non un eroe

Non diversamente da quanto accaduto con il battaglione Azov, il gruppo ucraino di estrema destra riabilitato dall'occidente in funzione antirussa e poi presentato come una pia conventicola di lettori della ragion pratica di Kant, anche Navalny presenta un passato niente affatto entusiasmante

18 Febbraio 2024

Navalny non era un eroe. Tutt'altro

Alexei Navalny, fonte: imagoeconomica

Purtroppo Navalny è morto. Dico purtroppo non solo perché la morte di un essere umano è sempre un fatto triste, al cospetto del quale il rispetto deve trionfare, ma anche perché l'occidente a trazione atlantista ha già principiato a utilizzare la vicenda chiaramente in funzione antirussa. Lasciando intendere che la responsabilità della morte sia da additarsi allo zar omofobo e rossobruno Putin, che l'occidente con capitale Washington ha già da tempo innalzato a proprio principale nemico per il semplice fatto che resiste alla americanizzazione della Russia e svolge la funzione di opposizione all'imperialismo americano. Il fatto che al cospetto della morte di un uomo si debba provare rispetto, quand'anche - ed è il caso - non si condivida nulla delle sue posizioni, non deve però necessariamente portare a forme di eroizzazione e di beatificazione post mortem. Perché Navalny non era un eroe e soprattutto non era il paladino della libertà e della democrazia come aveva provato a dipingerlo con zelo l'occidente atlantista. Non diversamente da quanto accaduto con il battaglione Azov, il gruppo ucraino di estrema destra riabilitato dall'occidente in funzione antirussa e poi presentato come una pia conventicola di lettori della ragion pratica di Kant, anche Navalny presenta un passato niente affatto entusiasmante come esponente di una destra estrema e xenofoba. Lo ammettevano apertamente anche gli stessi giornali mainstream che adesso fanno a gara nel celebrarlo come eroe. Ad esempio, "La stampa" di Torino nel 2012 lo definiva apertamente "xenofobo" e "di estrema destra". Ancora in questi giorni, con rara onestà intellettuale, "Il Corriere della Sera" ha ricordato che nel 2008 il signor Navalny produceva video nei quali sosteneva la tesi oscena e disumana secondo cui i musulmani erano "scarafaggi da eliminare". La verità è che il signor Navalny non ha mai combattuto per una Russia libera e democratica. Prima si è battuto per una Russia di destra estrema e fascistoide. Poi, forse anche grazie all'intervento di Washington, è divenuto uno strenuo araldo della società liberal-atlantista, aspirando a fare della Russia una colonia di Washington. Insomma, rispetto al cospetto della morte senz'altro: ma non trasformiamolo in un eroe o in un martire della libertà e della democrazia, semplicemente perché non lo è stato.

Di Diego Fusaro.

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