25 Agosto 2025
Israele assolda 10 influencer americani e israeliani e li porta nella Striscia di Gaza per mostrare una realtà che non esiste. È questa l'ultima opera di propaganda dello Stato ebraico che ha deciso di organizzare una specie di tour tra i palestinesi per illustrare le presunte "menzogne sulla fame". Un'operazione costata decine di migliaia di dollari al governo. Il tour organizzato dal ministero israeliano per gli Affari della Diaspora è stato un raro caso in cui ai civili è stato permesso di entrare a Gaza.
Tra i partecipanti al tour c'era anche Xaviaer DuRousseau, giovane influencer repubblicano conservatore con centinaia di migliaia di follower sui social. DuRousseau ha pubblicato un video in cui ha mostrato bancali di cibo e altri aiuti in attesa di consegna, vestito con abiti militari: "Potete odiarmi quanto volete per aver voluto vedere la verità, ma non cambierà i fatti. Israele NON è la ragione per cui molti palestinesi muoiono di fame. Se vi interessa davvero la causa di Gaza, andate a distribuire cibo invece di fare gli 'antisemiti della mensa", ha dichiarato.
L'opera di propaganda continua per bocca di Brooke Goldstein, avvocata americana residente a Miami e direttrice del Lawfare Project, che fornisce supporto legale gratuito alla comunità ebraica nel mondo. Goldstein è stata direttamente al centro distribuzione aiuti a Khan Younis: "Quando il cibo entra a Gaza e viene consegnato direttamente alla popolazione, questo spezza la capacità di Hamas di usarlo come arma, rubandolo e rivendendolo a prezzi gonfiati per finanziare le proprie operazioni. Prima dell'arrivo della Ghf, il cibo veniva consegnato dall'Unrwa direttamente nelle mani dei terroristi di Hamas. Quello che ho visto dimostra che ciò che i media raccontano è assolutamente falso". In realtà è stato dimostrato più volte come la Ghf sia una vera e propria trappola mortale per i palestinesi secondo i documenti trapelati dalla BCG, e sarebbero solamente la prima parte di un piano ben più ampio per affamare e deportare i civili per consegnare Gaza a Tel Aviv, permettendo la realizzazione del "Greater Israel".
Un progetto che inizierebbe proprio con l'affamare i palestinesi presso gli hub, raccogliendone i dati biometrici, per poi terminare con la deportazione in "aree residenziali" sorvegliate militarmente, da cui questi non potranno più uscire, se non per essere trasferiti in modo coatto in altri paesi.
E poi Marwan Jaber, sedicenne israeliano druso con quasi 250.000 follower su Instagram: "Vergognatevi per non aver fatto nulla", urla agli operatori dell'Onu mentre passa in auto. "Dopo che ho parlato loro in arabo, hanno capito che devono muoversi", ha asserito.
Tra gli altri partecipanti anche gli israeliani Shiraz Shukrun e David Mayofis.
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