25 Giugno 2025
Il 13 marzo del 2022, Michele Serra, ospite a "Che tempo che fa", aveva tenuto un discorso sulla bomba atomica che oggi sembra essere più attuale che mai vista la guerra tra Israele e Iran, in cui sono intervenuti anche gli Stati Uniti: "Basterebbero 50 bombe atomiche per distruggere il nostro pianeta, oggi ce ne sono più di 15.000".
"Per distruggere l'umanità basterebbero 50 bombe termonucleari, comunemente dette bombe atomiche. Nel mondo le atomiche non sono 50, sono circa 15mila. La domanda dunque è questa: se per annientare il nemico e anche l'amico bastano 50 bombe atomiche, perché ne abbiamo costruite 15mila? A che cosa servono le altre 14.950? Miliardi, miliardi e miliardi immagazzinati in arsenali che comunque vada non potranno mai essere utilizzati, perché se c'è la guerra atomica bastano le prime 50 bombe a ridurci in cenere e le altre non possiamo lasciarle in eredità. In eredità a chi? Se invece la guerra atomica non c'è, le bombe restano lì a fare da arredamento tutte e 15mila. Questa è la prova definitiva del fatto che oltre ad essere malvagi siamo anche coglioni.
L'ONU da quando è nata ha provato a mettere al bando l'atomica. La prima risoluzione dell'assemblea generale dell'ONU del 1946, l'anno dopo Hiroshima e Nagasaki, era per il disarmo atomico. Poi ci abbiamo riprovato nel 1996 finita la guerra fredda e ancora pochi anni fa, nel 2016, ma non c'è stato niente da fare per l'opposizione di alcuni Paesi. Il disarmo nucleare rimane lettera morta. Quali sono i 37 Paesi che nel 2016 hanno votato contro il disarmo nucleare? E' così banale che quasi mi vergogno a dirlo: sono i Paesi che hanno la bomba atomica, compresa l'Italia che nel 2016 ha votato contro il piano internazionale di messa al bando. Nel 1955 Albert Einstein e Bertrand Russell scrissero un appello per il disarmo, firmato da una decina di premi Nobel dell'epoca. Si leggeva: 'Vi diciamo, se vi riesce, di mettere da parte le vostre opinioni e ragionare semplicemente in quanto membri di una specie biologica che rischia di estinguersi'. La parola più audace e utopistica nella frase che vi ho appena letto è ragionare. Non credo che sia alla nostra portata".
Proprio nelle scorse ore, nella dichiarazione finale del summit de L'Aja, gli alleati si sono impegnati "a investire il 5% del Pil annuo nelle esigenze fondamentali di difesa e nelle spese relative alla difesa e alla sicurezza entro il 2035, al fine di garantire gli obblighi individuali e collettivi, in conformità con l'articolo 3 del Trattato di Washington".
"Gli alleati - si evidenzia in un altro passaggio - stanzieranno almeno il 3,5% del Pil annuo, in base alla definizione concordata di spesa per la difesa della Nato, entro il 2035, per finanziare i requisiti fondamentali della difesa e per soddisfare gli obiettivi di capacità della Nato", l'1,5% andrà invece al più generale comparto della sicurezza. "Gli alleati accettano di presentare piani annuali che mostrino un percorso credibile e incrementale per raggiungere questo obiettivo", recita il testo, che prevede una revisione dei piani nel 2029.
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