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Cyber guerra: “Si potrà combattere anche con cellulari, tv ed elettromestici”, in Libano e Siria esplosi “Iphone e negozi di telefonia” - VIDEO

Ipotesi di una “cyber guerra” combattuta anche con “cellulari, tv ed elettrodomestici”. Dopo l'attacco hacker ai cercapersone e walkie-talkie in Libano e Siria si teme per “esplosioni di dispositivi civili”

19 Settembre 2024

Una nuova “cyber guerra” potrebbe essere combattuta utilizzando “cellulari, tv ed elettrodomestici”. Secondo i media locali nell'attacco hacker in Libano e in Siria, attuato da Israele, sarebbero esplosi anche “Iphone, videocamere, televisioni ed elettrodomestici”. Il timore è che l'attacco ai cercapersone modello Ar-924 e ai Walkie-talkie di Hezbollah possa essere solo l'inizio di una più grande “cyber guerra” combattuta con diversi dispositivi elettronici civili. A saltare in aria sarebbero state, secondo alcune fonti, anche impianti fotovoltaici e apparecchi per le impronte digitali. Non è però ancora del tutto chiaro se l’esplosivo fosse al loro interno, oppure nelle vicinanze degli stessi.

Cyber guerra: “Si potrà combattere anche con cellulari, tv ed elettromestici”

La testata giornalistica An-Nahar ha riferito di un “dispositivo deflagrato all’interno di un’automobile davanti all’Università americana di Beirut”. La testata Orient Le Jour ha riportato, invece, una “serie di esplosioni verificatesi in automobili e abitazioni private”, che ha portato anche al ferimento di una persona a Bint Jbeil, nel sud del Libano. In un video che circola sui social, durante il funerale di alcuni membri del gruppo di Hezbollah a sud di Beirut, è possibile osservare un’esplosione che ha messo in fuga tutti i partecipanti. In merito, un'inviata del New York Times che si trovava in loco, ha riportato che una voce diffusa dagli altoparlanti “ha chiesto a tutti di spegnere i propri telefoni e di togliere le batterie”. Questo a dimostrazione del timore diffuso di un attacco più grande a smartphone e altri device elettronici.

Esplosioni causate da “batterie trappola”

Ulteriori notizie parlano anche di auto, case e negozi che sono andati in fiamme in varie zone del Libano e della Siria. L'emittente al-Mayadeen, ritenuta vicina all'organizzazione di Hezbollah, ha riferito che sono esplose anche “apparecchiature radio a Beirut ed in altre zone del Libano”. Le deflagrazioni sarebbero state causate da "batterie trappola" dotate di Tetranitrato di Pentaeritritolo, importate da Hezbollah circa “due settimane fa”. Le batterie erano state integrate anche nei dispositivi Walkie-talkie Icom-V82 e una fonte di alto profilo della sicurezza libanese ha dichiarato che, gli esplosivi, "sono stati piazzati dal Mossad".

Le esplosioni hanno purtroppo coinvolto anche persone diverse dai proprietari dei dispositivi, che si trovano nelle  vicinanze delle deflagrazioni. Sui social media circolano video di persone a terra, ferite o addirittura morte, di incendi nelle case, nei palazzi, nei negozi e in strada a causa di “auto andate a fuoco”. Inoltre, si sono registrati centinaia di ferimenti al volto e agli occhi a causa del “messaggio di 10 secondi” partito prima delle deflagrazioni, che ha portato i proprietari dei dispositivi ad avvicinarseli agli occhi per controllare il messaggio ricevuto.

“Che gli oggetti civili non vengano trasformate in armi”

Sull'accaduto si è espresso il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che ha dichiarato: "Quanto è accaduto è molto serio non solo per il numero delle vittime, ma perché è l'indicazione del grave rischio di una drammatica escalation in Libano, e bisogna fare tutto il possibile per evitare questa escalation. Penso che sia molto importante che ci sia un controllo efficace degli oggetti civili e che non vengano trasformati in armi: questa dovrebbe essere una regola che i governi dovrebbero essere in grado di attuare". Il Consiglio di sicurezza dell'Onu convocherà, infatti, una riunione di emergenza venerdì 20 settembre per discutere in merito all'ondata di attacchi di Israele in Libano e Siria. 

"Questa modalità di attacco colpisce anche i civili”

"Il diritto umanitario internazionale consuetudinario proibisce l'uso di trappole esplosive, oggetti da cui i civili potrebbero essere attratti o che sono associati al normale uso quotidiano, proprio per evitare di mettere i civili a grave rischio e produrre le scene devastanti che continuano a vedersi in tutto il Libano oggi”, ha affermato la direttrice di Human Rights Watch per il Medio Oriente e il Nord Africa, Lama Fakih.

Inoltre, ha sottolineato che “l'uso di un ordigno esplosivo la cui posizione esatta non può essere indicata in modo affidabile sarebbe un atto illegale e indiscriminato, poiché fa ricorso a una modalità di attacco che potrebbe non essere direttamente rivolta a un obiettivo militare specifico e di conseguenza potrebbe colpire indistintamente sia obiettivi militari che civili. Va condotta con urgenza un'indagine tempestiva e imparziale sugli attacchi"

Najib Mikati, il premier libanese, ha reso noto che il governo di Beirut si sta preparando a "possibili scenari" di un grande attacco israeliano mentre il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib, ha dichiarato che l'esplosione di centinaia di cercapersone e walkie talkie potrebbero essere “il presagio di un conflitto più ampio in Medio Oriente”.

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