Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Carol Maltesi, uccisa a martellate, sgozzata e fatta a pezzi: il killer Davide Fontana ammesso a giustizia riparativa dopo 1 anno

L'uomo, condannato a 30 anni per il brutale omicidio, ha chiesto alla Corte di essere ammesso a un programma di giustizia riparativa e i giudici hanno deciso per il sì, tra le polemiche e l'indignazione della famiglia

22 Settembre 2023

Carol Maltesi è stata brutalmente uccisa, sgozzata e fatta a pezzi, e il suo corpo è stato poi gettato da un burrone dopo che i suoi resti sono stati nascosti per tre mesi in un freezer acquistato online. L'assassino reo confesso di questo atroce omicidio, Davide Fontana condannato a 30 anni lo scorso anno (video sentenza in alto), è comparso in aula venerdì scorso e ha dichiarato di "sentire un forte bisogno di riparare alla mia condotta", chiedendo alla Corte d'Assise di Busto Arsizio di consentirgli di fare qualsiasi cosa possibile per cercare di redimere la sua azione. Ha espresso la volontà di intraprendere programmi e percorsi rivolti non solo ai parenti di Carol, ma anche ad altre associazioni.

La richiesta di riparare a un anno dall’omicidio

L'omicidio è avvenuto l'11 gennaio 2022, quando Fontana ha ucciso in modo orribile la 26enne vicina di casa, Carol Maltesi, che aveva rubato il suo cuore ma stava cercando di allontanarsi da lui per trasferirsi dal figlioletto di 6 anni a Verona. Ora, poco più di un anno e mezzo dopo questo terribile femminicidio, i giudici hanno accettato la richiesta di Fontana di essere ammesso al "programma di giustizia riparativa". Si tratta di un istituto introdotto di recente, che è entrato in vigore con la riforma Cartabia.

Cosa è la giustizia riparativa

Questo programma non influisce sulla procedura penale e non sostituisce la detenzione in carcere, ma mira a ricostruire il legame spezzato tra vittima, colpevole e comunità.

Si tratta di un passo significativo verso la ricerca di una sorta di riparazione per l'orrore commesso, sebbene la ferita provocata da un crimine così brutale sia profonda e difficilmente guaribile. La giustizia riparativa è un modo per cercare di riavvicinare il colpevole alle conseguenze umane delle sue azioni, ma sarà comunque compito del sistema legale determinare la pena appropriata per un atto così violento.

Le polemiche per la decisione dei giudici

La decisione della Corte di concedere a Davide Fontana, l'assassino reo confesso di Carol Maltesi, l'accesso al programma di giustizia riparativa ha suscitato polemiche. Questo è il primo caso del genere in Italia, dopo che la settimana scorsa una richiesta simile è stata respinta a Bolzano per Benno Neumair, condannato all'ergastolo per l'omicidio dei suoi genitori, che aveva chiesto di partecipare a un programma di giustizia riparativa insieme alla sorella e alle zie.

La decisione ha scatenato una reazione indignata da parte dei familiari della vittima e delle associazioni contro la violenza sulle donne. Considerando la brutalità dell'omicidio di Carol, molti ritengono che concedere all'assassino la possibilità di partecipare a un programma di giustizia riparativa sia inaccettabile e possa causare ulteriore dolore e sofferenza.

Fabio Maltesi, il padre della vittima, è stato sorpreso e incredulo nell'apprendere la notizia dal suo legale Manuela Scalia, che rappresenta la parte civile. Da Verona, Marco B., l'ex compagno di Carol e padre del loro figlioletto di 7 anni, ha ribadito attraverso i suoi avvocati Veronica Villani e Annamaria Rago che non ci sarà mai alcun incontro tra lui e l'imputato, poiché è impossibile perdonare dopo tanta crudeltà.

La decisione solleva interrogativi sulla natura della giustizia riparativa e sulla sua applicazione in casi di crimini così gravi. Mentre il programma mira a favorire la riconciliazione e il ripristino dei legami tra le parti coinvolte, la sua idoneità in situazioni come queste è oggetto di dibattito e controversie.

La decisione della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che Fontana aveva manifestato sin dalle fasi preliminari delle indagini la volontà di riparare alle conseguenze del suo crimine e che aveva chiesto scusa ai familiari della vittima sin dalla prima udienza dibattimentale. Questa volontà di riparazione è stata considerata come un elemento significativo nella decisione della Corte.

La Corte ha anche affermato che il programma di giustizia riparativa non comporterebbe alcun pericolo concreto per l'accertamento dei fatti, che erano già stati giudicati in primo grado. Inoltre, la presenza di un minore di circa sette anni, il figlio di Carol, non sarebbe un motivo sufficiente per escludere il programma di giustizia riparativa.

La decisione della Corte prevede che il caso venga inviato al Centro per la Giustizia Riparativa e la Mediazione Penale del Comune di Milano per valutare la fattibilità di un programma di giustizia riparativa, anche con una vittima "aspecifica". Questo caso solleva importanti questioni sulla natura della giustizia riparativa e sul suo ruolo nella giustizia penale, soprattutto in situazioni in cui il crimine è così grave come un omicidio.

Seguici su

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti