05 Agosto 2023
Mattia Coffetti, esperto di sicurezza informatica, ha 5 microchip sottopelle. Il 35enne fa praticamente tutto con la tecnologia, tanto che ha deciso di diventare una specie di robot umano. Come si vede nel video, Coffetti paga il caffè al bar col microchip, accede ai siti col microchip e addirittura apre porte.
Mostra una parte specifica nella mano: "Qui ho il primo che ho fatto, un doppio chip con una doppia funzionalità nfc e rfd, il primo è un target che può essere utilizzato per programmare col telefono, scambiare contatti... l'altro serve per aprire delle porte o utilizzarlo come badge per timbrare al lavoro". "Il secondo che mi sono inserito è un autenticazione a due fattori, è come se fosse una password aggiuntiva per accedere a siti web o altro". Poi ne mostra un terzo: "Un led che si illumina e questo qui che è un magnete. È carina l'idea perché appiccandoci una roba magnetica, rimane incollata". Questo "non fa male per i chip più piccoli, è una siringa, quindi la infili, schiacci, tiri fuori ed il chip viene inserito quasi automaticamente".
"Questo per pagare ha fatto un pochino più male perché prima ha fatto una piccola incisione e poi inserito a mano il chip. Buona parte dei chip sono fatti con polimeri o vetro biomedicale già utilizzato in altri ambiti, come medicina e chirurgia, quindi sono compatibili e non c'è nessun problema a tenerli più anni. Per pagare, questo tipo di modello è legato ai concetti delle carte di credito quindi fra sei anni sarà da sostituire e mettere con uno nuovo".
"Quelli più semplici come il magnetico o il led costano sugli 80-100 euro, quello per pagare sui 200 euro. In tutto sarà 400-500 euro. Mi dicono spesso 'allora diventiamo dei cyborg', o 'la tecnologia prende il sopravvento sull'uomo', no la tecnologia la facciamo noi come uomini e la programmiamo e la gestiamo noi. Come io posso modificare il mio computer e dispositivi tecnici ed informatici, vorrei avere la possibilità di modificare il mio corpo a piacimento". "Come l'ho spiegato ai miei? Non gliel'ho spiegato, sono arrivato a casa e ho detto 'ciao, ci sono dei chip sotto pelle'", chiosa.
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