08 Agosto 2023
Nel cuore della cittadina belga di Marcinelle, esattamente il 8 agosto 1956, si consumò uno degli eventi più tragici e devastanti nella storia mineraria mondiale. Nella miniera di carbone di Bois du Cazier, scoppiò un incendio dovuto a un grave malinteso sui tempi di avvio degli ascensori, causando la morte di 262 minatori.
Gli occhi della storia si posano ancora oggi su quell'8 agosto, quando un'incomprensione tra i minatori sottoterra e i manovratori in superficie scatenò una serie di eventi che avrebbero portato alla morte di 136 minatori italiani e 126 di altre nazionalità. Mentre i minatori caricavano i vagoncini con il carbone sul montacarichi, l'avvio al momento sbagliato causò un impatto devastante: un cavo dell'alta tensione venne tranciato, provocando scintille che innescarono l'incendio, e asfissiando poi gli uomini rimasti intrappolati sotto terra.
La fiamma divorò 800 litri di olio in polvere e le fragili strutture di legno all'interno del pozzo. Le gallerie superiori non furono risparmiate dall'incendio, mentre 1.035 metri sottoterra, una fitta coltre di fumo avvolgeva i minatori incastrati. Solo sette uomini riuscirono a fuggire dalla trappola mortale, e in totale sopravvissero appena dodici persone.
Due settimane di incessanti ricerche si conclusero il 22 agosto, quando uno dei soccorritori, visibilmente scosso, annunciò con un grido: "Tutti cadaveri!". La comunità locale e il mondo intero guardarono con orrore e dispiacere alla devastante perdita umana, mentre i sopravvissuti portavano nel loro cuore il peso di una tragedia incolmabile.
La lotta per la giustizia non si fece attendere. Due processi successivi condussero, nel 1964, alla condanna di un ingegnere a soli sei mesi con la condizionale, un esito che lasciò l'amaro in bocca a tante persone per la scarsa responsabilità attribuita a chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza dei lavoratori.
Oggi, il luogo in cui si verificò questa terribile tragedia è riconosciuto come Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricordato l'accaduto in occasione dei 67 anni dalla tragedia: "La catastrofe della miniera del Bois du Cazier di Marcinelle dell'8 agosto 1956 ha segnato per sempre la storia nazionale ed europea".
Poi parla dei cittadini italiani rimasti vittime dell'incendio: "L'Italia ha pagato il prezzo più alto di quella tragedia. Dei 262 minatori vittime del disastro, infatti, 136 erano nostri connazionali. Avevano deciso, con sofferenza e dolore, di abbandonare la Patria per emigrare in Belgio. Lavorarono duro, con umiltà e dedizione, senza garanzie, in condizioni terribili e ora inimmaginabili. Persero la vita nel buio della miniera, ma la loro luce non si è spenta e risplende nel ricordo e nella riconoscenza tributati loro dalla comunità nazionale".
"Figli d'Italia ai quali la Repubblica rende omaggio oggi, celebrando la Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. Ricorrenza istituita nel 2001 dall'indimenticato Ministro Tremaglia - con il quale ho avuto l'onore di essere insieme a Marcinelle - per ricordare e onorare i lavoratori italiani caduti in ogni continente e il contributo economico, sociale e culturale delle loro opere al progresso delle Nazioni che li hanno accolti".
Meloni conclude il suo discorso affermando che "Marcinelle è diventata un simbolo, un tassello di quel grande mosaico che è la storia dell'emigrazione italiana, un susseguirsi di enormi sacrifici ma anche di straordinari successi e obiettivi raggiunti". Infine aggiunge: "Oggi rendiamo omaggio anche a tutto questo e riscopriamo il legame che ci lega agli italiani all'estero, ambasciatori d'Italia nel mondo col Tricolore nel cuore".
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