07 Dicembre 2020
Vito Crimi (fonte foto Lapresse)
Si avvicina la fatidica data del 9 dicembre 2020 e il Movimento 5 Stelle sta discutendo sulla riforma del Mes per il giorno in cui la maggioranza dovrà votare la risoluzione sulle comunicazioni del premier Conte in vista del prossimo Consiglio europeo. Ieri si è svolta una riunione tra i capigruppo M5S nelle Commissioni di Camera e Senato, senza però arrivare ancora a una scelta definitiva.
I dissidenti chiedono che nella risoluzione sia contemplato il rinvio della riforma: "Altrimenti non la votiamo". A ribadire le ragioni del 'no' in un post su Facebook è anche la senatrice Barbara Lezzi: "Solo un voto sulla piattaforma Rousseau potrà legittimare le scelte dei parlamentari" che, schierandosi per il sì, "invertirebbero la rotta rispetto al programma e a quanto fatto in questi due anni".
Intanto Vito Crimi, capo politico del Movimento 5 Stelle, si mostra tranquillo: "La maggioranza c'è, non ci saranno problemi di voto mercoledì" dichiara nella trasmissione 'Mezz'ora in più' su Rai Tre. Poi precisa: "Ma se qualcuno dovesse votare diversamente in dissenso dal gruppo parlamentare si assumerà la propria responsabilità".
Mentre si ipotizzano sanzioni disciplinari per i dissidenti del M5S, i deputati tuonano: "É un ricatto" si legge in una delle chat. "Io prendo le decisioni sulla base del merito: se altri mi dicono 'fai così o cade il governo', cos'è? Minacciano di espellerti e non è un ricatto? Non mi sembra che chi non votò i primi decreti sicurezza sia mai stato espulso e tacciato di irresponsabilità..." scrive un deputato del Movimento.
Ma dall'altra parte, il senatore Mario Turco, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, durante la riunione afferma: "Se il 9 dicembre diciamo no alla riforma del Mes, non solo indeboliamo il presidente del Consiglio e l'Italia, anche nella trattativa europea sul Recovery Fund e sulle altre riforme in atto, ma lo strumento del Mes non verrà cancellato e rimarrà con le sue regole iniziali istitutive restrittive, creando così un danno al Paese e ai cittadini per le conseguenze di immobilismo e di conflitto con altri Paesi europei".
A proposito della riforma sul Mes e sull'impiego del Fondo salva-Stati, il deputato Giorgio Trizzino, richiede compattezza: "Il voto di mercoledì on mette in discussione la fiducia al presidente Conte ma temo possa essere pretesto per una resa dei conti sulla gestione del Recovery Fund" dice all'Adnkronos.
"È chiaro che l'utilizzo di quei fondi fa gola a molti e proprio per questo invito i colleghi del Movimento a valutare bene la scelta che faranno. Dobbiamo mostrare compattezza in questo momento perché è in gioco la tenuta del Paese" conclude Trizzino.
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