02 Dicembre 2020
Proseguono le polemiche legate al Guerra-gate. La puntata di lunedì sera di Report su Rai3 ha sollevato un polverone, mettendo in chiaro come Ranieri Guerra, oggi direttore generale aggiunto, e sostanziale numero 2, dell’Organizzazione mondiale della Sanità, volesse occultare un report pubblicato dalla stessa Oms, in cui si attribuivano chiare colpe e omissioni nella gestione della prima ondata del virus Covid-19.
Partendo dalla semplice occultazione del rapporto, intitolato “Una sfida senza precedenti: la prima risposta al Covid-19”, si è arrivati a indagare su una serie di gravissime interferenze che portano ai vertici dell’Oms e del Ministero della Salute a Roma. Nel rapporto si evidenzia lo stato di impreparazione dell’Italia, causato in primis dall’assenza di un piano pandemico aggiornato, bensì semplicemente riconfermato, dal 2006 ad oggi.
I pm di Bergamo, attualmente al lavoro per cercare di capire se ci siano stati dei ritardi e omissioni da parte del Governo nella gestione del Covid-19, hanno ufficialmente chiesto a Guerra e al team di ricercatori (il cui lavoro è stato sabotato dall’intervento dello stesso Guerra, come si apprende da Report) di andare a testimoniare. Ma se Ranieri Guerra, il quale si è sempre difeso considerando le accuse infondate, è stato ascoltato dalla Procura della città lombarda il 5 novembre scorso, sulla testimonianza dei ricercatori (che in teoria dovrebbero smentire la tesi di Guerra e avallare quella dell’accusa, come si sostiene nel rapporto fatto sparire) l’Oms ha posto il veto, invocando l’immunità diplomatica. Sul motivo secondo cui Guerra possa testimoniare, mentre ai ricercatori sia stato vietato, c’è ben poco di chiaro. A emergere è però un delinearsi degli eventi che dimostra chiaramente come, da Roma fino a Ginevra, siano in tanti a temere quello che la Procura vorrebbe scoprire.
Da quanto emerge, la risposta improvvisata, caotica e creativa, come è stata descritta dai ricercatori Oms, dell’Italia alla prima ondata del Covid-19 è stata causata in gran parte dall’assenza di piani pandemici aggiornati. Sebbene esista l’obbligo di aggiornarli su base triennale, dal 2006 ad oggi nessuno ha pensato di preparare il Paese all’arrivo di un’epidemia. Dal 2014 al 2017, fu proprio lo stesso Ranieri Guerra a guidare la direzione generale per la Prevenzione al ministero di Roma, ricoprendo il ruolo di colui che avrebbe dovuto aggiornare i piani pandemici.
La vicenda è ancora più scabrosa dal momento che si è appreso di uno scambio di mail tra Guerra e Zambon, il capo del team di ricercatori, nel quale lo stesso Guerra chiedeva sostanzialmente di alterare dei dati. La richiesta precisa era quella di cambiare la data di aggiornamento del piano pandemico, portandola dal 2006 al 2016, una menzogna con uno scopo specifico. Ranieri Guerra voleve evitare di peggiorare la posizione politica di Speranza, alla luce dell’accordo tra il Governo e l’Oms, secondo cui la stessa organizzazione delle Nazioni Unite sarebbe stata la “consapevole foglia di fico per certe decisioni impopolari e criticate da vari soggetti. Questa è stata materia di discussione e di accordo con Tedros, anche attraverso chi ti scrive e la Missione a Ginevra”, questa le sconcertanti parole di Guerra a Zambon.
Ben presto la vicenda si è spostata dagli schermi di Rai 3 alla Procura. Come detto, è in corso un braccio di ferro diplomatico tra la Procura e la parti interessate. I magistrati non ne vogliono sapere nulla dell’immunità diplomatica, dal momento che ritengono che l’Oms la stia utilizzando a proprio piacimento per evitare che si faccia luce su una vicenda alquanto insolita. Da quanto si apprende infatti, l'Oms avrebbe inviato due note al ministero degli Esteri e a quello della Salute affinché adottassero "ogni misura necessaria per assicurare che l'immunità dell'Oms e dei suoi ufficiali sia pienamente rispettata". Una chiara interferenza su cui sarà difficile soprassedere. Al momento i magistrati sono al lavoro quindi per ottenere la testimonianza dei ricercatori, chiedendo al ministero degli esteri se l’immunità sia applicabile anche in questa situazione.
Davanti ai numeri impietosi causati dalla pandemia, con oltre 50 mila morti all’attivo e milioni di posti di lavoro a rischio, ci si domanda con che coraggio il Governo, e il Premier Conte in primis, non abbiamo ancora detto nulla sulla vicenda. Com’è possibile che la magistratura italiana sia impossibilitata a sentire coloro che, per mesi, hanno studiato la reazione del Paese? Il lavoro dei ricercatori dimostra che, in effetti, l’Italia era impossibilitata a reagire in maniera diversa, visto lo stato di impreparazione totale del Sistema sanitario nazionale. Per quale motivo Ranieri Guerra, che prima della pandemia non ricopriva incarichi ufficiali presso il Governo italiano, è in grado di decidere cosa si debba sapere o meno in Italia in merito alla gestione del Covid? Cosa c’è di così grave da dover essere tenuto nascosto?
La risposta a queste domande in realtà si sa già, e consiste nel fatto che in Italia il Covid-19 ha avuto un impatto così drammatico esclusivamente perché nessuno, nei decenni passati, ha fatto il proprio dovere. Se solo si fossero aggiornati i piani pandemici (compito che lo stesso Guerra avrebbe dovuto rispettare negli anni al ministero, dal 2014 al 2017) ad oggi si conterebbero decine di migliaia di morti in meno.
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