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Conte blocca l'inclusione di Forza Italia nella maggioranza. Teme 'l'asse del male'

Il Premier si oppone all'inclusione di Berlusconi & Co. nel Governo, la quale sarebbe il preludio della sua sostituzione a Palazzo Chigi. Oggi Patuanelli (5S) si è assunto la responsabilità del salva-Mediaset, spaccando il Movimento

21 Novembre 2020

Conte blocca l'inclusione di Forza Italia nella maggioranza. Teme 'l'asse del male'

La tanto attesa nota del Ministro Patuanelli, grillino al dicastero dello Sviluppo economico, è arrivata. Dopo un pressing di una settimana circa da parte del PD, i 5Stelle si sono presi la responsabilità del decreto salva-Mediaset. Nella nota si legge che: “È una norma di origine governativa, lavorata da me personalmente con il ministero dell'Economia. Non è una norma ad azienda o per fare un dispetto ad un'azienda francese ma semplicemente una presa d'atto di una sentenza europea che porta ad avere un vuoto normativo da colmare”. 

Il salva-Mediaset e i dissidi interni alla maggioranza giallorossa 

Il motivo del nuovo, ed ennesimo, dissidio interno alla maggioranza giallorossa è chiaro. L'emendamento salva-Mediaset, come riporta ilGiornale.it, è stato voluto proprio dai pentastellati, come gesto di benevolenza nei confronti di Forza Italia, da cui ci si aspetta un aiuto prezioso al Senato. I numeri della maggioranza a Palazzo Madama sono infatti incerti, motivo per cui il Governo ha deciso di proteggere l’emittente televisiva, di proprietà di Berlusconi, dalla scalata di Vivendi. Gli ultimi giorni hanno tuttavia visto l’establishment grillino, insieme al Fatto Quotidiano, giornale da sempre vicino alle istanze del Movimento fondato da Grillo, addossare al PD la colpa del tentativo di inglobare Forza Italia nella compagine di governo.

Le destre e le varie frange interne alla maggioranza hanno subito gridato all’inciucio, motivo per cui nessuno dei due partiti ha voluto assumersi la responsabilità del decreto salva-Mediaset. I Dem hanno però voluto segnalare come il decreto sia stato voluto precisamente dai 5Stelle, rifiutando di assumersene la responsabilità. Da qui, la nota arrivata oggi a firma del Ministro Patuanelli. Per questo motivo, complice il fatto che domani verrà portato in Consiglio dei Ministri la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio del valore di 7 miliardi di euro, c’è il rischio che il salva-Mediaset venga bocciato dalle minoranze interne, scontente per il regalo fatto a Berlusconi. Lo scostamento di bilancio ha infatti bisogno della maggioranza assoluta delle camere per essere approvato, ragion per cui il PD e il Governo temono fortemente che possa andare in scena una protesta all’interno delle file dei pentastellati, con gravi conseguenze per la stabilità dell'esecutivo stesso. 

L’inclusione di FI nella maggioranza e l’ostruzionismo del Premier 

Rimane il fatto che la possibilità di una futura inclusione di Forza Italia nella maggioranza è quanto più possibile indigesta a Palazzo Chigi. Conte teme fortemente che un allargamento della maggioranza parlamentare non sia altro che una mossa anticipatoria. Con il tempo, si arriverebbe prima a un rimpasto di Governo, e poi alla sostituzione del Premier. L’inclusione di Forza Italia permetterebbe inoltre al PD di accrescere notevolmente il suo peso, dal momento che verrebbe a mancare ai 5Stelle la schiacciante superiorità che il movimento per ora ha nei confronti degli alleati. È per questo che Conte teme l’idea di un allargamento: si tratterebbe di consegnare nelle mani del cosiddetto asse del male, formato da Renzi-Bettini e Di Maio, il futuro del suo Governo. 

I richiami del Colle, Conte sempre più traballante 

In questo senso va dunque letta anche l’ostruzione alla creazione di una commissione bicamerale che punti a coinvolgere le opposizioni nella gestione dei fondi provenienti dall’attivazione del Recovery Fund. Fonti governative parlano infatti di un sabotaggio interno portato avanti sia da Fico, Presidente della Camera grillino, che da Federico D’Incà, definito il braccio armato del Premier nei rapporti con il Parlamento. 

A soffrire di insofferenza però non è solo Conte e il suo entourage a Palazzo Chigi. Gli stessi dem sembrano essere ormai sul punto di abbandonare la nave, qualora il Premier non si decidesse a smuoversi dal suo immobilismo politico. Le manovre del PD sono in una certa misura sorrette anche dai segnali che provengono dal Quirinale. Il Colle ha mostrato preoccupazione per i continui ritardi e errori nella gestione della pandemia, oltre al fatto che a Palazzo Chigi sono stati fatti cadere nel vuoto gli appelli del Presidente Mattarella per un più coinvolgente dialogo con le opposizioni. 

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