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Coronavirus, scontro su riaperture: Calabria sfida il governo e riapre bar e ristoranti

30 Aprile 2020

Coronavirus, scontro sulle riaperture nella fase 2: la Calabria sfida il Governo riaprendo bar e ristoranti

Aumentano le tensioni tra Governo e Regioni sulle riaperture. La Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, ha firmato ieri un’ordinanza con cui dispone la riapertura di bar, ristoranti, pasticcerie, pizzerie e agriturismi con tavoli all’aperto.

Il provvedimento ha spiazzato i titolari stessi delle attività interessate, considerando che fino a due settimane fa in Calabria si pensava di chiudere i confini in caso di allentamento delle misure al Nord. La Governatrice si era infatti scagliata contro il governo in vista del nuovo Dpcm. Temeva che eventuali misure troppo morbide avrebbero potuto generare un “nuovo esodo verso Sud e un eventuale aumento di contagi”. Ora scatta in Calabria una sorta di “liberi tutti”, che ha scatenato la reazione contraria non solo del governo, ma anche di molti sindaci calabresi e degli stessi ristoratori.

"L'ordinanza - spiega Jole Santelli in una nota - prevede misure nuove, al pari di altre regioni e alcune uniche sul territorio nazionale. Tutte parlano il linguaggio della fiducia. Poiché in queste settimane i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto che oggi la Regione ponga in loro fiducia. Sapranno dimostrare buon senso nel gestire i nuovi spazi di apertura che la Regione ha deciso di consentire, anche oltre il dettato del Governo".

Coronavirus, le reazioni contro l'ordinanza: insorgono anche i sindaci calabresi

L'esecutivo si appresterebbe a diffidare l'ordinanza di Jole Santelli perché contraria al Dpcm in vigore fino al 3 maggio. I ristoratori annunciano di non voler riaprire fino a quando non ci sarà un tavolo tecnico-politico con la Regione. “La governatrice – scrivono da Catanzaro - volutamente in piccolo è passata dal ‘volere l'esercito’ al ‘la Calabria aprirà dopo che saremo sicuri’ di qualche giorno fa, al ‘liberi tutti siamo in fase 3’ di questa sera”. “La presidente – aggiungono - ha preferito snobbarci e di fatto pensa, con questa ordinanza, di risolvere le problematiche del nostro settore oppure pensa di spaccare tra chi ha gli spazi all'aperto e chi no. La norma discriminatoria mira sicuramente ad innescare una guerra tra ‘poveri’ come sempre la politica in Calabria ha preferito fare”.

L'ordinanza della Governatrice ha scatenato critiche su più fronti. Sono insorti persino i sindaci calabresi. “Dal modello tutto chiuso al modello tutto aperto (prima del tempo), tranne ovviamente per gli ambulatori della sanità pubblica ancora avvitata su stessa” ha commentato Michele Tripodi di Polistena. “A volte la realtà supera la fantasia. Non si gioca sulla pelle e sulla salute dei cittadini. Spero che la notti porti consiglio, in caso contrario ci determineremo di conseguenza” ha scritto su Facebook il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.

È contraria al provvedimento della Santelli anche l’opposizione di centrosinistra in Consiglio regionale. Il Pd considera l’ordinanza “del tutto fuori da ogni logica e, anticipando senza una ragione, le disposizioni nazionali che entreranno in vigore il 4 maggio, dimentica ogni senso di responsabilità istituzionale”. Rivolgendosi ai cittadini, il Pd continua: “Se, in violazione di norme sanitarie nazionali ripartiranno i contagi in quei bar o ristoranti che aprono (tra l’altro senza linee guida nazionali), quelle persone avranno tutto il diritto di chiedere i danni alla Regione”.

L’ordinanza ha scatenato anche la reazione del leader del movimento “Io Resto in Calabria”, Pippo Callipo. Quella della Santelli “è un’ordinanza molto imprudente – ha affermato l’ ex candidato governatore - ed evidentemente incoerente con quanto sostenuto da lei stessa fino a ieri”. “Utile solo – ha commentato Callipo - a un eventuale contenzioso con il governo di cui proprio non si sentiva il bisogno. Non vorremmo che tutto ciò risponda a una strategia politica concordata tra i governatori di centrodestra. Se così fosse, vorrebbe dire che si sta giocando sulla pelle dei cittadini calabresi per meri calcoli politici”.

Coronavirus e fase 2, Boccia: ‘Ordinanze regionali coerenti con il Dpcm’

Il ministro degli affari Regionali Boccia ha proposto "un metodo perché le ordinanze regionali siano coerenti con il Dpcm". Sembra che, in caso di ordinanze non coerenti con il provvedimento del governo, il Ministro invierà una lettera contenente la segnalazione delle parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle. Se la Regione non si conformerà alle indicazioni, allora il governo impugnerà l'ordinanza. "In base al monitoraggio delle prossime settimane – ha spiegato Boccia -  ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate tra le regioni sulle riaperture di attività. Più i contagi andranno giù, più la sanità territoriale sarà in sicurezza, più si potrà riaprire secondo un monitoraggio che discuterete con il ministro Speranza. Definito il monitoraggio si potrà procedere a differenziazioni".

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