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"A big bold beautiful Journey" con Margot Robbie e Colin Farrell. Un film veramente coraggioso e poetico che incanta

Quando la sperimentazione si sposa con il classico e si crea una "storia d'anime", Quello di cui oggi abbiamo bisogno

05 Ottobre 2025

"A big bold beautiful Journey" con Margot Robbie e Colin Farrell. Un film veramente coraggioso e poetico che incanta

Un film che mi ha stupito molto ed è riuscito in una sfida veramente difficile: riuscire a creare un film poetico e sentimentale, anche con un lieto fine, senza cadere nelle forme stereotipate e conferendo alla storia anche un aspetto persino educativo, paradigmatico e formativo. Compito molto arduo che l'abilità dell'arte cinematografica ha assolto in modo compiuto. Subito dai primi minuti e dalle prime inquadratura mi è piaciuta molto la delicata ma potente esibizione del fatto che il "Viaggio" narrativo era un Viaggio interiore, onirico, animico. La fotografia coloratissima e luminescente, il senso della soglia iniziatica, dei varchi di passaggio all'"Alice" ma senza il tecnocraticismo retorico del fantasy. Si capiva dentro il film che si era in un mondo inventato, che si era dentro "un film" ma questa anomalìa veniva giocata senza ideologismi o ansie da prestazioni o manie di spiegare tutto restando invece sottotraccia in modo quasi subliminale, allusivo, delicato. Rari momenti di liricità appositamente indotta muovendosi fra finzione e rappresentazione, proiezione ideale e conversazione con la propria memoria. Il tema del tempo quale flusso spirituale è uno dei cardini di questa storia; da questo punto di vista è filosoficamente un film agostiniano-bergsoniano dove passato, presente e futuro si incrociano, sfiorano, sovrappongono in modo comunque armonico e spiritualmente credibile. Un film che sa vibrare nel senso dell'interiorità proprio attraverso la messa in scena anche teatrale di una visionarietà artistica, trascendentale, estetizzante senza perdere mai il giusto equilibrio fra i toni, le conversazioni e il senso del viaggio. Pochi gli altri film che possiamo accostare a questa formula così originale e così originaria. Mi viene in mente il super-visionario "Al di là dei sogni" con un magnifico Robin Williams ma senza gli aspetti tragici ed eccessivamente danteschi, dove anche li i protagonisti entrano dentro un quadro e vivono sia mondi interiori-ideali che fisici in un flusso indistinto e caotico. Gli aspetti educativi-strutturali del film si rivelano semplici ma ragionevoli e sensati: per riattivare la propria capacità di amare è necessario molto coraggio quanto il superare la sofferenza che abbiamo subito quanto inflitto, imparando a convivere in modo più consapevole e maturo con i traumi e i fallimenti passati con cui dobbiamo riconciliare la nostra anima più profonda. Tutti possiamo riconoscerci in questo senso che fa di questo film, insieme alla sua estetica incantevole, una forma universale e trasfigurante. A livello invece di auto-analisi tramite le forme del teatro e dell'arte mi ha ricordato alcuni aspetti di Dogville. Una commedia dolce-amara che ci fa anche pensare e ci ricorda come il più grande viaggio siano i meandri della nostra anima e della nostra memoria. Non male per un film!

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