29 Novembre 2022
Dopo il primo incontro con la premier Giorgia Meloni della scorsa settimana, l'ad Carlo Fuortes va avanti per continuare il suo progetto in Rai, come più volte anticipato da queste colonne, nonostante i rumors e le ricostruzioni che lo vorrebbero in contrasto con Palazzo Chigi o comunque vicino all'uscita da Viale Mazzini. Appare scontato che il cambio di governo porterà nuovi equilibri nella tv pubblica, ma al momento non si vedono scossoni all'orizzonte. Anche eventuali avvicendamenti alle testate e possibili cambi nella squadra di vertice non sono all'ordine del giorno.
Oggi torna a riunirsi il cda, ma non si parlerà di nomine: in agenda ci sono, oltre all'approvazione della contabilità separata dell'esercizio 2021, anche aggiornamenti sulla vicenda Rai Way, sul piano industriale e sul contratto di servizio. Fonti di Viale Mazzini hanno fatto sapere che l'incontro con Meloni è stato "informale, cordiale e interlocutorio", per sottolineare che non c'è stata alcuna tensione. La premier sarebbe intenzionata a riequilibrare l'assetto della tv pubblica, dopo la scelta del resto del centrodestra, contestata dal suo partito, di lasciare fuori dal cda Giampaolo Rossi. Questo il nome che si fa per la successione di Fuortes o per un ruolo da direttore generale, un'alternativa che dovrebbe avere però l'assenso dell'ad. Per far sì che Rossi possa entrare in campo prima del 2024, quando scade l'attuale cda, e rimanere poi al vertice fino alla fine della legislatura, occorrerebbe una modifica della normativa sul tetto dei due mandati, non di facile realizzazione.
Ecco dunque che emergono già i nomi di altri possibili successori come Marcello Ciannamea e Roberto Sergio. Fatto sta che Fuortes non intende certo farsi da parte e, anche se impazzano le ipotesi di possibili incarichi alla guida di prestigiosi teatri, continua nella sua azione con l'orizzonte del mandato triennale. Lo dimostra la sua presenza ieri alla conferenza stampa per la presentazione del nuovo morning show di Fiorello, sul quale si punta molto anche per risollevare gli ascolti di Rai2. Fuortes ha anche un'altra freccia nel suo arco, quella dei conti aziendali, perché il bilancio a fine anno è previsto in pareggio. All'orizzonte c'è la nomina al Tg2, dopo il passaggio di Gennaro Sangiuliano al ministero della Cultura e l'interim a Carlo Pilieci. Si deciderà entro la fine di gennaio. Il nome in pole per la successione è quello del vicedirettore del Tg1, Nicola Rao (ma ci spera anche Antonio Preziosi, molto stimato dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani). Giorgia Meloni ha chiesto anche cambiamenti al Tg della rete ammiraglia ed anche in questo caso sarà accontentata (c'è un nome, esterno all'azienda, molto gradito alla Premier).
Resta comunque la preoccupazione per un'azienda sostanzialmente bloccata, che non riesce a muovere nulla in attesa degli eventi e di una "rivoluzione" che non ci sarà almeno stando alle parole di chi ha assistito all'incontro cordiale fra il capo azienda e il capo del governo. Insomma, in Rai la "pacchia" non è finita e non finirà. Palazzo Chigi e Fuortes hanno deciso di cambiare il meno possibile. Anche perché Giorgia Meloni non vuole dare l'impressione di occuparsi di spoils system in Rai mentre il paese naviga in un mare di problemi e difficoltà.
Intanto, nel silenzio generale il Tg1 da ieri sera ha cambiato nuovamente orario e viene collocato dalle 19.30 alle 19.45. una sorta di "edizione ridotta". Probabilmente per evitare l'imbarazzo di essere sorpassati un'altra volta dai Tg regionali come accaduto domenica sera. Spostare su Rai Play o RAI Due il Circolo dei mondiali e mandare il Tg in quella fascia oraria potrebbe essere la soluzione per recuperare ascolti. A viale Mazzini ci stanno pensando. L'edizione ridotta delle 22:00 (di 12’) ha avuto 1,4milioni di spettatori, più del Tg5 delle 20.
di Marco Antonellis
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