21 Ottobre 2025
Fonte/credits: 20° ROME FILM FEST-Press material, 2025
Il nuovo film di Stefano Lodovichi vanta un cast di qualità molto ben diretto, a cominciare, anche se non è in un ruolo protagonista, dall'impeccabile Claudio Santamaria; il personaggio principale è quello del talvolta sopravvalutato Pietro Castellitto, che, qui, riesce davvero molto bene nel suo ruolo. Attorno, si muovono altri caratteri, con i volti di Edoardo Pesce, perfetto, Giulia Michelini, più brava che altrove, e della giovanissima Aurora Giovinazzo.
Il falsario è un film della sezione Grand Public alla 20° Festa del Cinema di Roma, direttrice artistica Paola Malanga (15 ottobre – 26 ottobre 2025).
Una scena del film Fonte/credits: 20° ROME FILM FEST-Press material, 2025
TRAMA
Si scrive con la "i" normale Toni non con la "y", come si potrebbe pensare: questo, parafrasando la battuta, è ciò che afferma il protagonista del film "Il falsario" interpretato da Pietro Castellitto, quando conosce colei che amerà, non senza traversie: la gallerista Dorotea, ispirata a Chiara Zossolo,di cui veste i panni Giulia Michelini. Siamo negli anni 70 e il pittore arriva nella capitale, con due bagagli: il sogno sfondare come artista e due amici storici, molto diversi da lui, un prete e un operaio, cui è legato. Per il resto, ha poco da offrire e ancor meno mezzi per vivere, tanto che, oltre a dipingere, l'uomo si attiva in opere non proprio di carità né legali, come furti e altri crimini. Incontra, e con lui collabora, Balbo - personaggio ispirato a Danilo Abbruciati - ottimamente reso da Edoardo Pesce.
Il suo talento è straordinario, ma, più che come pittore da scoprire, come falsario: riesce a copiare capolavori noti universalmente, riproducendoli come fossero degli originali. La sua è una fame di vita, oltre che di arte. Toni diventerà il più grande di tutti i falsari, inserita nei misteri più fitti del nostro Paese di allora. Roma gli appare generosa nelle opportunità, ma ne pagherà lo scotto, fino alla fine: nessuno dà niente per nulla. Ed è con la politica, ma soprattutto con la criminalità, che si scontrerà e, senza confini netti fra le due aree, rischierà la vita. Roma dà ma poi toglie, tutto si paga.
Antonio Chichiarelli, detto Tony, la persona realmente esistita cui il film si è ispirato, era un artista, che, nella Roma degli anni ‘70, se la intendeva con le BR, la Banda della Magliana, i Servizi e la mafia (rappresentati, nel film, gli uni da Claudio Santamaria, che è “il sarto”, e gli altri da Fabrizio Ferracane, nei panni di un personaggio verosimilmente ispirato a Pippo Calò). In "Il falsario", l'epoca storica culmina con il sequestro e l’omicidio Aldo Moro.
Chichiarelli è stato già descritto nel libro Il falsario di Stato. Uno spaccato noir della Roma degli anni di piombo scritto a quattro mani dai giornalisti Nicola Biondo e Massimo Veneziani, publicato nel 2008.
Una scena del film Fonte/credits: 20° ROME FILM FEST-Press material, 2025
NOTE DI REGIA
"Il Falsario - spiega Lodovichi - è la storia “falsamente ispirata” alla figura reale di Antonio Chichiarelli, detto anche Toni della Duchessa - che voi conoscerete semplicemente come Toni - artista e falsario vissuto a Roma tra gli anni ’70 e ‘80. Ma dimenticate la verità per un attimo, perché il nostro Toni — interpretato da Pietro Castellitto — un avventuriero guascone, imperfetto, a tratti ragazzino e irrisolto, ha poco a che fare con le poche e misteriose informazioni che ci sono arrivate sul suo alter ego reale".
"Ma Il Falsario - continua il regista - è anche la storia di tre amici che, in una stagione incerta dell’Italia, raggiungono la Capitale. Fabione (Pierluigi Gigante), Vittorio (Andrea Arcangeli) e Toni sono come tre fratelli ideali, tre modi diversi di stare al mondo: Fabione è il maggiore, carico di responsabilità e orientato verso un’etica che si fa estrema e violenta; Vittorio è quello “di mezzo”, cresciuto con meno attenzione e destinato a ritrovarsi con una personalità meno definita; Toni è il più piccolo e irresponsabile, sempre in cerca di una scorciatoia. Perché Roma, in questa storia, è un porto e una tempesta".
Dal Press material della Festa del cinema 2025
Stefano Lodovichi Fonte/credits: 20° ROME FILM FEST-Press material, 2025
RECENSIONE
Il film è accattivante, ritmato, intimo a tratti, persino divertente talvolta, è brioso e si segue dall'inizio alla fine. A caratterizzarlo, senz'altro, un cast eccellente, una regia capace di guidarlo e ispirarlo, specie in chi non ha l'esperienza e la bravura del numero uno, ossia Santamaria, una sceneggiatura scorrevole e una fotografia all'altezza. Poi c'è la musica, che fa la sua parte (importante) e la fa bene. La trama parte dalla verità, ma si concentra sull'umanità dei personaggi, più o meno presente, fra conquiste e ostacoli, capacità e fragilità, e sui fatti storici di un'Italia che non si può non conoscere. Un plauso va, in particolare, a Castellitto e Michelini più bravi e calati nei rispettivi caratteri che mai. Santamaria e Pesce sono impeccabilmente preziosi per le scene e un imprinting al film. I personaggi minori restano a galla senza turbare l'equilibrio del film, dovuto alla regia capace di Lodovichi, sia con il cast sia con altri aspetti tecnici. Il film funziona: ci sono un inizio, uno sviluppo e una conclusione, per quanto aperta. Poi, l'onnipresente lingua romana, a dispetto delle espressioni colloquiali, spesso comprensibili solo dai natii della capitale, e leggeri biascicamenti, permette a tutti gli spettatori di seguire il film, non solo a vive a Roma. Un bel prodotto Netflix da vedere quando uscirà, perché è un ritratto dell'Italia del secolo scorso.
Claudio Santamaria Fonte/credits: 20° ROME FILM FEST-Press material, 2025
USCITA
Il film esce solo su Netflix il 23 gennaio 2026. Voto: 8+
Edoardo Pesce Fonte/credits: 20° ROME FILM FEST-Press material, 2025
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