01 Dicembre 2025
Vaccino (fonte foto Lapresse)
Al netto delle posizioni “politiche” che esondano anche in sanità, i dati restano impermeabili agli schieramenti.
Se si può dire, un po’ grossolanamente, che la scelta di obbligare alle vaccinazioni, insieme al perseguitare i no vax, è propria della sinistra e di Forza Italia, quella di rispettare la libertà di scelta e di distinguere i vaccini – l’antitetanica è prodotto diverso dall’antipapilloma o dall’anti Covid – è di Fratelli d’Italia e della Lega.
Va precisato però che all’interno di ogni schieramento troviamo politici favorevoli alla scelta e altri fautori dei Tso.
Su un punto però non si scappa. I numeri parlano chiaro. Tuttavia nel caso dell’andamento della mortalità evitiamo di guardare solo la punta dell’iceberg e, come prassi dell’epidemiologia, consideriamo le variazioni negli anni in rapporto al cambiamento della popolazione considerata.
Ringraziamo il professore Stefano Petti che ci ha spiegato come leggere le curve di mortalità. Purtroppo è vero quanto osservato nei mesi scorsi da diversi scienziati, a partite dalla Commissione medico scientifica indipendente CMSi: dopo 30 anni di calo costante della mortalità fra i giovani, dal 2021 questa curva ha ripreso a salire. È fuorviante invece il tweet del professor Burioni.
“Ho esaminato il numero di morti in Italia dal 1994 al 2022 (ultimo dato disponibile, fonte Eurostat) nei giovani al di sotto dei 25 anni – ha spiegato il professore Stefano Petti – Dal 1994 al 2003 l’analisi mostra una riduzione media di decessi annuali di 440,36 unità; dal 2003 al 2020 una riduzione media di 176,21 unità; dal 2020 al 2022 un aumento medio di 90,70 unità.
Quest’ultimo dato è ancora più preoccupante se si considera che la popolazione giovanile è via via diminuita nei decenni. Ho poi confrontato la situazione italiana con quella di altri Paesi, ed è emerso che che Spagna e Portogallo che hanno avuto tassi alti di vaccinazione fra i giovani, anche se non così alti come quelli italiani, hanno tutti una crescita di mortalità dal 2021 a oggi. Al contrario i Paesi con tassi di vaccinazione giovanile bassi”.
“Il numero di morti osservato nel 2020 è in linea con la riduzione media degli anni 2003-2020 (quindi non emerge nessun effetto “protettivo” del lockdown perché il calo dei decessi è in linea con il trend degli ultimi 17 anni).”
“Nel 2021 e nel 2022 (gli anni della vaccinazione forzata) si è registrata una inversione di tendenza, infatti dopo 30 anni di riduzione del numero di decessi nella fascia di età 0-24 anni, c’è stato un aumento (mortalità in eccesso rispetto alla tendenza precedente)”.
“In Italia, secondo l’ECDC (European Center for Disease Control and Prevention) la copertura vaccinale nei giovani (il parametro valutato dall’agenzia è il gruppo di età “under 18” e il periodo è ottobre 2023) è stata la più alta d’Europa con 50,8%. Lo stesso trend della mortalità giovanile, con un’impennata nel 2021 e 2022, è osservabile per altri Paesi, in particolare per quelli con lo stesso alto livello di copertura vaccinale simile a quello italiano, ossia Portogallo (48,7%) e Spagna (47,2%), mentre non è osservabile nei Paesi che si trovano nel fondo del ranking per copertura vaccinale anti-covid, ossia Bulgaria (2,3%), Croazia (4,7%), Romania (6,9%), dove il numero di decessi nella fascia 0-24 anni ha continuato il suo trend in diminuzione”.
“Osservando i trend della popolazione 0-24 anni e della percentuale degli 0-24 anni nella popolazione totale, si può notare che i giovani sono diminuiti da 17 milioni nel 1994 a poco più di 13 milioni nel 2022 in calo costante, ad esclusione di una parentesi dal 2005 al 2011 in cui si è osservato un aumento nel numero, ma la percentuale dei giovani nell’ambito della popolazione totale è andata sempre diminuendo”.
“Di conseguenza, il calo costante del numero dei decessi nella fascia 0-24 anni dal 1994 al 2019 è principalmente dovuto al corrispondente calo costante del numero di giovani. Bisogna notare, tra le altre cose, che nemmeno l’ampliamento delle vaccinazioni obbligatorie per l’infanzia (decreto Lorenzin) del 2017, ha avuto un effetto sulla riduzione della mortalità nei giovani che è continuata, dopo il 2017 fino al 2020, allo stesso ritmo degli anni precedenti”.
“Perciò – ha concluso Petti – il cambio di tendenza nel numero di decessi osservato per l’età 0-24 nel 2021 e 2022 deve destare molta preoccupazione perché è la prima e unica volta in cui si è verificato un simile evento a partire da oltre 30 anni”.
Di Gioia Locati
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