21 Dicembre 2024
Fonte: X, @mediasettgcom24
Diverse associazioni stanno promuovendo un referendum abrogativo sulla Legge Lorenzin. Ottimo lo slogan scelto: #permiofiglioscelgoio.
Eppure, non riesco a non essere perplesso.
Un referendum necessita di raccogliere centinaia di migliaia di firme ma, soprattutto, di arrivare a convincere almeno il 50% + 1 degli aventi diritto al voto, affinché si raggiunga il quorum, senza il quale il referendum sarebbe automaticamente cassato.
Ha il "mondo del dissenso" la possibilità di convincere, portandoli alle urne, milioni di italiani? Per me, la risposta è no.
In primis, perché l'elettorato a cui il mondo del “dissenso” si rivolge è fortemente astensionista: non si tratta di far arrivare un messaggio ma di convincere l’altro a tal punto di rinnegare le proprie scelte.
Il secondo motivo: i “dissidenti” non sono la maggioranza.
Gli unici che possono arrivare alla metà più uno degli italiani sono solo i media main stream e la loro posizione, specie in materia di vaccini, credo sia chiara a tutti...
Da questa prima analisi strategica si evidenzia come si parta con una "forza" insufficiente per vincere il referendum e come non si abbiano modalità e risorse per aumentare questo numero a tal punto da risultare vincente. Inoltre, l’analisi esula dal tema referendario proposto: il ragionamento infatti varrebbe su qualsivoglia argomento presentato, sia esso vaccinale o altro.
Se consideriamo anche il tema di questo specifico referendum, e sempre non nel merito ma sulla sola valenza strategica, i dubbi sull'opportunità di avvalersi del referendum aumentano.
Trattandosi di tema e di obblighi vaccinali, emergono altri dati:
La scarsa cultura, in Italia, sul tema nonché, da decenni, le imposizioni applicate, dapprima surrettizie e poi via via più esplicite, fino all'imposizione pandemica della tessera verde: verde come i soldi, il green e la tessera del partito fascista… Coincidenze?
Sul tema “vaccini”, due cose mancano al “sistema governante”:
- la "pesa" dei dissidenti;
- il consenso del popolo.
Cose che potrebbero essere facilmente ottenute proprio grazie a questo referendum.
Col referendum il sistema avrebbe modo di scoprire, regione per regione, provincia per provincia, la "forza", il "peso" del c.d. "antisistema" che, dovendo raccogliere centinaia di migliaia di firme, dovrà gioco-forza esporsi e contarsi, rivelando così al "nemico" non solo la struttura organizzativa presente nei vari territori ma anche la sua valenza, forza, efficacia nonché peso numerico ovvero la "massa" che riesce ad intercettare e smuovere.
Una volta ottenuto ciò, mancherebbe solo di conoscerne il "peso politico".
Ritenendo che possa essere interesse del "sistema" scoprire anche questo, ecco che non è difficile ipotizzare l'ammissione del referendum e permettere al popolo di esprimersi e, finalmente, di scoprire il peso politico-popolare di tutto il movimento.
Il tutto sapendo già di lottare ad armi impari visto che NON si ha accesso alla libera e plurima informazione mentre il sistema ha tutto il controllo del mainstream, pronto a caldeggiare i 2 risultati utili su 3 che il sistema ha:
- ASTENSIONE;
- VITTORIA DEL NO.
Quindi non mi meraviglierebbe vedere il referendum proposto in concomitanza di eventi popolari quali, ad esempio, eventi sportivi, concerti, ponti festivi, etc, proprio per rendere ancora più arduo il “movimento” in massa alle urne.
Il partito del Sì dovrebbe quindi fare i salti mortali per parlare e convincere gli italiani a:
- alzarsi finalmente dal divano per andare alle urne;
- votare sì.
Con tali premesse, credo sia facilmente ipotizzabile l'esito nefasto poiché si andrebbe a sancire il mancato quorum o, peggio ancora, la vittoria del NO e, in entrambi i casi, la "pesata" avrebbe un esito negativo per tutto il movimento "antisistema/dissidente": sancirebbe infatti il mancato appoggio popolare.
Con la vittoria dell'astensionismo, sarebbe chiaro e lampante come il peso politico e, quindi, la "pericolosità" dell'intero movimento per il sistema governante sia prossima allo zero poiché nemmeno si riesce a portarli alle urne, figuriamoci a farsi votare in un ipotetico ribaltamento di governo...
Qualora vincesse il NO, sarebbe disfatta totale poiché sì, gli italiani si saranno mossi dal divano ma per darla vinta al sistema, sancendo come NON esista un “mondo dissidente” ma una mera sparuta minoranza, a quel punto anche risibile e schiacciabile da un sistema ora sì legittimato dall’esito referendario.
Praticamente si va sulla pesa, come fanno i pugili prima di un incontro, sapendo già che la bilancia certificherà un peso mosca mentre, all'altro angolo di questo ipotetico ring, c'è il più grande dei pesi massimi...
Ultima, ma non ultima, l'ipotesi del mancato raccoglimento delle firme necessarie:
Premesso che non mi meraviglierebbe la riuscita della raccolta (se il sistema vuole il referendum, le firme potrebbero spuntare...) qualora il sistema NON voglia correre nessun rischio, lascerà che la raccolta avvenga con le sole proprie forze in una sorta di pre-pesata. Della serie: vediamo se "pesano" almeno 500.000 teste...
Qualora non venissero nemmeno raccolte le firme necessarie, altro che peso mosca...
Da qui, la domanda che mi attanaglia:
Strategicamente, questa andata sulla “bilancia”, a chi giova?
Siamo sicuri di non fare il gioco del “nemico”?
So bene come Davide abbia sconfitto Golia ed io non vedo l’ora di fare un’eventuale mea culpa anzi, spero che questa riflessione si possa rivelare totalmente inesatta.
Quindi, auguro agli organizzatori di riuscire nel loro intento e faccio mie le parole di un grande peso massimo:
Pungi come un ape e vola come una farfalla.
Che possa essere libera, come la scelta di ognuno di noi!
di Marco Billeci,
Maresciallo Maggiore dei Carabinieri in congedo
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