07 Settembre 2025
Fonte: lapresse.it
"Picchi record" di influenza dovuta al ceppo B Victoria, soprattutto nel sud dell'Australia. Una notizia, riportata da media locali ed AbcNews, che è stata presa da esperti e virologi come l'anticipazione di ciò che potrebbe accadere anche in Italia, dando così il via ad una spirale di allarmismo che puntualmente, a fine estate, porta ad interrogarsi sulla necessità di nuove vaccinazioni.
A quanto si apprende, il nuovo ceppo influenzale in azione sarebbe quello B Victoria che in Australia avrebbe già causato un incremento del 50% delle ospedalizzazioni in due settimane. Secondo i media locali infatti, a luglio i pazienti australiani hanno trascorso in media 5.866 ore di attesa in ambulanza davanti agli ospedali pubblici del South Australia, numeri che sono stati reputati conseguenza del basso tasso di vaccinazioni, inferiore al 30%. Ragion per cui gli esperti in Italia si stanno già preparando al peggio prevedendo una stagione influenzale intensa, segnata dalla circolazione di vari virus tra cui quello respiratorio sinciziale e quello SarsCoV2 del Covid.
Pierluigi Bartoletti, segretario romano della Federazione dei Medici di Medicina generale, è già "pronto" con la campagna vaccinale: "Per capire cosa succederà qui [in Italia, ndr], noi guardiamo a quel che accade in Australia dove questo virus ha provocato un'esplosione di infezioni". E l'ingorgo nelle strutture ospedaliere australiane Bartoletti la paragona pericolosamente alla situazione "che c'era qui durante la pandemia da Coronavirus, quindi una situazione molto pesante". L'unica risposta possibile alla situazione virale in corso, secondo Bartoletti, è quella del vaccino, che consiglia di fare "dopo la metà di ottobre, in modo da essere protetti il più a lungo possibile". "I nostri vaccini sono aggiornati – incalza – e quindi chi lo fa sarà protetto". Una posizione che non poteva che essere avvallata anche da Fabrizio Pregliasco, Direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva all'Università di Milano, secondo le cui stime "preoccupanti" "il 15/25% in più della popolazione potrebbe essere colpito rispetto al 22-23% dello scorso anno quando si sono registrati in totale 15 milioni di casi".
Anche per lui la risposta è una sola: "immunizzarsi". Non si tratta però solo di virus A H1N1 o di ceppo B Victoria: l'allarme lanciato dagli esperti tocca nuovamente le corde dello spauracchio Covid: "Sta tornando a diffondersi" ha detto Bartoletti. "Su quattro pazienti visitati ieri, tutti avevano il Covid. Lo stesso è accaduto la scorsa settimana. Molti rimangono sorpresi e mi chiedono: 'Ma gira ancora?' La risposta è che non solo gira ancora ma ormai il Coronavirus è presente e non scomparirà del tutto". A fronte di questa "forzata convivenza" allora, alla vaccinazione antinfluenzale Bartoletti non può che aggiungerne un'altra, contro le polmoniti. Quella antipneumococcica, "che raccomando di fare insieme a quella antinfluenzale" rafforzando per l'ennesima volta l'ansia sociale e pungolando per una corsa collettiva ai centri di vaccinazione.
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