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Il Nuovo Policlinico di Milano, una struttura "green" che vedrà la luce grazie ai milanesi: 800 posti letto e un giardino di 7000 mq

L’ospedale, contiguo all’Università Statale, da nove anni, ad eccezione del fermo per il COVID, è un permanente cantiere, frequentato da 400 persone, tra tecnici ed operai, che lavorano di giorno e di notte, anche durante i periodi festivi. Se non ci saranno imprevisti, nella prossima estate, potrà avvenire l’inaugurazione

08 Novembre 2024

Il Nuovo Policlinico di Milano, una struttura "green" che vedrà la luce grazie ai milanesi: 800 posti letto e un giardino di 7000 mq

Nel pieno centro di Milano e nel quasi silenzio dei media, sta sorgendo in città una seconda Cattedrale, che peraltro eguaglia le dimensioni della prima.

Non è un luogo di culto, ma come in Duomo viene curata la salvezza delle anime, così nel nuovo Policlinico, viene e sarà curata la salvezza dei corpi.

L’ospedale, contiguo all’Università Statale, da nove anni, ad eccezione del fermo per il COVID, è un permanente cantiere, frequentato da 400 persone, tra tecnici ed operai, che lavorano di giorno e di notte, anche durante i periodi festivi. Se non ci saranno imprevisti, nella prossima estate, potrà avvenire l’inaugurazione.

Per tecnologie e strumentazioni modernissime ed all’avanguardia, rappresenterà certamente un modello europeo e mondiale, già oggetto di interesse scientifico ed organizzativo fuori dall’Italia.

Si presenterà all’esterno, quasi come un piacevole giardino, contornato da edifici alti fino a 7 metri, rigorosamente progettati secondo le normative ecologico-ambientali e di sostenibilità, dettate dall’Europa e reinterpretate dal genio creativo degli Architetti Stefano Boeri e Gianandrea Barreca, con il supporto della Società Techint, per il settore impiantistico.

Abbiamo scoperto nell’anteprima, che ci ha permesso una visita al cantiere, che la presenza della natura contribuisce al 10% nell’efficacia di qualsiasi terapia e che la presenza di alberi, prati ed arbusti in natura, oltre a migliorare la salute dei pazienti, contribuisce in modo determinante, a fornire gli enzimi e ciò che gli inglesi definiscono in genere i “raw material”, per la confezione dei farmaci.

Il vero miracolo laico di questa opera grandiosa, è stato però l’avere rivoluzionato, ristrutturato ed ampliato questa complessa officina della sanità, nel corpo vivo della più dinamica città italiana, mantenendo sempre attive e funzionanti tutte le attività ospedaliere, senza mai interrompere operazioni, analisi, dialisi, pronto soccorso e quant’altro. Tutto ciò che il Policlinico di Milano, ha sempre fornito ai cittadini, compresa la fondamentale attività di ricerca, a partire dal 1456, anno della sua nascita.

800 posti letto, un giardino di 7000 mq sopraelevato che ospiterà spazi da gioco per bambini ricoverati, aree didattiche, una piccola arena per musica e lettura, orti, giardini fioriti, percorsi di fisioterapia all’aperto, offriranno conforto ai pazienti, situati in stanze ampiamente illuminate da grandi finestre.

Tutto è stato progettato e realizzato per garantire il massimo confort ed il minimo stress ai malati, a vantaggio del loro percorso di cura.

Un modello unico che farà scuola nel mondo.

Ma la parte più importante di questo racconto, quasi una fiaba dei fratelli Grimm, è rappresentata da un lieto fine, in cui gli oneri dei lavori, che supereranno ampiamente i duecento milioni di euro, sono stati quasi completamente finanziati dalle contribuzioni private dei milanesi e dei lombardi. I 50 milioni erogati dalla Regione Lombardia, rappresenteranno infatti soltanto il 20% della spesa totale.

Il motore di questa iniziativa, insieme ai progettisti, ai collaboratori ed alle maestranze è stato fin dall’inizio, il Presidente del Policlinico, l’Architetto Marco Giacchetti che, nel raccontare questi successi, con modestia e parsimonia, ha trascinato l’uditorio presente alla visita, in una affascinate sfida verso il futuro, che fa onore a lui, a tutti coloro che l’hanno pensata e realizzata ed in definitiva a Milano ed all’Italia.

Di Pierfranco Faletti.

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