07 Agosto 2025
Almasri, fonte: imagoeconomica
Nuove indiscrezioni sul caso Almasri. Gli 007 italiani hanno dichiarato che il comandante libico era "nostro alleato contro i trafficanti di migranti nel Mediterraneo", e che quindi il governo Meloni potrebbe averlo "liberato per interesse nazionale".
Secondo quanto riferito dal direttore dell’Aise, l'Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna, Giovanni Caravelli, al tribunale dei ministri, Osama Najee Almasri – arrestato in Italia su mandato della Corte penale internazionale nel gennaio 2025 – era un “elemento di vertice” della Rada Force, la forza speciale libica antiterrorismo che collabora da anni con l’intelligence italiana.
Caravelli ha sottolineato che la Rada operava “nei quartieri nevralgici di Tripoli, compreso quello dove si trova l’ambasciata italiana”, e che il gruppo libico era fondamentale per contrastare “traffici di esseri umani, stupefacenti, attività terroristiche e contrabbando di oli combustibili”. Almasri, insomma, era considerato un alleato strategico nella gestione della rotta migratoria libica.
Nonostante ciò, i giudici non hanno accolto la tesi dello “stato di necessità” con cui i ministri Nordio, Piantedosi e Mantovano hanno giustificato il mancato trasferimento di Almasri alla Cpi. Il governo ha invocato un’eccezione al diritto internazionale basata su “interesse nazionale” e “pericolo grave e imminente”, ma il collegio giudicante ha definito tali minacce “non supportate da fatti concreti”.
Anche le dichiarazioni in Parlamento smentiscono lo scenario allarmistico: Piantedosi ha escluso “qualsiasi forma di minaccia o ricatto”, mentre Nordio ha criticato il mandato d’arresto ma non ha mai citato lo “stato di necessità”.
La confusione aumenta con la testimonianza della capo di Gabinetto Giusi Bartolozzi, definita “mendace” dai giudici: secondo lei, l’intelligence avrebbe chiesto massima segretezza su una presunta richiesta libica di estradizione, mai protocollata né formalizzata. Bartolozzi avrebbe fermato anche i funzionari del ministero, impedendo comunicazioni con la Cpi: “Basta, basta, basta! Non comunicate più!”, avrebbe detto a un’addetta.
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