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Gemellaggio tra Milano e Tel Aviv, petizione del M5S per chiedere revoca: “Inaccettabile, firmiamo contro il genocidio”

Visto il genocidio in corso a Gaza, per il Movimento 5 Stelle “non è più eticamente e politicamente accettabile il mantenimento del gemellaggio tra la Città di Milano e la Città di Tel Aviv”

21 Giugno 2025

Milano, petizione del M5S per chiedere revoca del gemellaggio tra il Comune e Tel Aviv: “Inaccettabile, firmiamo contro il genocidio”

Petizione M5S Fonte: Comune di Milano

Il Movimento 5 Stelle lancia una petizione per chiedere la revoca del gemellaggio tra il Comune di Milano e la città di Tel Aviv. Al centro dell'iniziativa, la denuncia di quanto accade nella Striscia di Gaza, definito giustamente dal M5S “un genocidio inaccettabile”. “Non possiamo restare in silenzio”, affermano i promotori. L'appello è rivolto ai cittadini milanesi affinché sostengano la richiesta con una firma.

Gemellaggio tra Milano e Tel Aviv, petizione del M5S per chiedere revoca: “Inaccettabile, firmiamo contro il genocidio”

Il Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle di Milano, espressione della cittadinanza attiva e partecipe alla vita politica e sociale della nostra città, esprime da tempo profonda preoccupazione per la drammatica e insostenibile situazione in corso nella Striscia di Gaza e nei Territori Palestinesi Occupati, dove si registrano quotidianamente atti gravissimi contro la popolazione civile palestinese.

Numerose organizzazioni internazionali, relatori delle Nazioni Unite, giuristi, accademici e rappresentanze della società civile di tutto il mondo stanno denunciando crimini di guerra e crimini contro l’umanità, e in particolare sollevano il sospetto fondato che siano in corso atti che potrebbero configurarsi, secondo la definizione contenuta nella Convenzione ONU del 1948, come genocidio.

Ricordiamo infatti che l’Articolo II della Convenzione ONU per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio (1948) definisce genocidio come:

‘Qualsiasi atto commesso con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale, come:

  1. a) uccisione di membri del gruppo;
  2. b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
  3. c) il fatto di sottoporre deliberatamente del gruppo a condizioni di vita intese a provocarne la distruzione fisica totale o parziale;
  4. d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo;
  5. e) trasferimento forzato di bambini del gruppo ad un altro gruppo.’

Alla luce di questa definizione e delle testimonianze documentate su ciò che sta avvenendo nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, riteniamo non più eticamente e politicamente accettabile il mantenimento del gemellaggio tra la Città di Milano e la Città di Tel Aviv.

I gemellaggi tra città sono strumenti simbolici e concreti di cooperazione, dialogo e costruzione della pace. Tali legami istituzionali non possono essere mantenuti con realtà che appartengono a Stati responsabili di gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali.

Oggi, Tel Aviv è una delle principali città dello Stato di Israele, che ospita istituzioni civili, economiche e militari centrali del Paese ed è simbolicamente associata alle politiche portate avanti dal governo israeliano, responsabile di operazioni militari e di politiche di assedio, occupazione e punizione collettiva nei confronti della popolazione palestinese.

Mantenere il gemellaggio rischia di essere percepito come una forma di legittimazione implicita. Milano, città con una lunga storia antifascista, democratica e solidale, non può essere silente dinanzi a gravi violazioni dei diritti umani e deve riaffermare la propria coerenza con i principi di giustizia e solidarietà tra i popoli.

Per questi motivi, chiediamo al Consiglio Comunale, alla Giunta e al Sindaco della Città di Milano di avviare con urgenza le procedure per la revoca del gemellaggio con la Città di Tel Aviv.

Si tratta di un atto politico e morale necessario per riaffermare i principi di giustizia, legalità internazionale e solidarietà tra i popoli.

La nostra posizione non è contro un popolo, ma contro politiche statali violente e oppressive, che negano ogni prospettiva di convivenza pacifica, giusta e duratura fra ebrei, musulmani e cristiani in quella Terra martoriata, che merita un futuro di pace e pari dignità per tutti i suoi popoli.

Chiediamo che Milano, città della Resistenza, dei diritti e della solidarietà, faccia sentire la propria voce contro l’ingiustizia e in favore di una pace giusta”.

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