19 Marzo 2025
Fonte: YouTube @cameradeideputati
Il generale Pier Paolo Lunelli è stato audito in commissione commissione parlamentare d'inchiesta Covid. L'esperto dell'Esercito in riserva si è scagliato contro la mala gestione della pandemia del governo Conte e contro l'allora Ministro della Salute Speranza che ha provocato un'"eccesso di mortalità".
Il generale dell'Esercito in riserva Pier Paolo Lunelli, audito in Commissione Covid in qualità di esperto di pianificazione e logistica, ha dichiarato, senza mezzi termini, che "di fronte a una minaccia gravissima come quella pandemica, i funzionari dell'allora ministro della Salute mostrarono un'ignoranza assoluta" ed ha continuato individuando una precisa "responsabilità politica" nei confronti dell'allora premier Conte e del ministro della Salute Speranza che hanno "disatteso le indicazioni di preparare il Paese a un’emergenza epidemiologica".
Lunelli ha affermato che esisteva già un "piano di preparazione e risposta a una pandemia" risalente al 2006 già pervenuto alle Regioni. Di questo piano, però, ha affermato l'esperto militare, "la parte di preparazione, posizionata alla fine anziché all’inizio del documento, non è mai stata fatta".
L'esperto militare, già comandante della Scuola interforze per la difesa biologica, chimica, radiologica e nucleare, oltre che Presidente del Comitato europeo per lo sviluppo delle capacità militari in materia di difesa biologica, chimica e nucleare nel quadro del progetto European capability action plan (Ecap), ha eseguito una studio comparando dati di paesi europei sull'eccesso di mortalità relazionandolo con la presenza o meno di un piano pandemico.
Secondo i risultati del generale Lunelli, "nel periodo marzo 2020 - gennaio 2022 l’Italia, che aveva un piano del 2006 non aggiornato e nemmeno lo utilizzò, rispetto al valore atteso per quel periodo con dati 2015-19 si è trovata con +2.950 morti per milione di abitanti". Rispetto a queste dichiarazioni il Presidente dei deputati di FdI Galeazzo Bignami ha commentato: Questi dati smentiscono la visione superficiale e semplicistica di chi governava allora, che addirittura affermava che il piano pandemico non era in alcun modo utile per contenere la diffusione del virus".
Il generale ha fatto quindi un elenco dettagliato di alcune misure che potevano essere disposte nel momento in cui il sistema sanitario non era ancora al collasso, tra queste: un adeguato numero di laboratori dove trasmettere i campioni da analizzare, che invece erano solo 30 su tutta Italia e una serie di interventi non farmaceutici (Npi) che potevano essere predisposti seguendo il piano originale del 2006. Tra gli Npi a cui il generale ha fatto riferimento: tracciamento dei contatti, quarantena, misure protettive personali e restrizioni nei viaggi "che potevano ridurre contagi e mortalità in eccesso", ma anche i team di risposta rapida (Rrt) sconosciuti ai funzionari della sanità.
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