Delusi da questo o da quello (no, non li cito, mi fanno ribrezzo), in migliaia scrivete sui social "mi è crollato un mito".
Ciò
nonostante – dal filosofo fino all'operaio - nessuno che faccia un'onesta e sincera autocritica. Da sempre, in Italia soprattutto, dove non esiste un sentimento nazionale (forse per fortuna), la gente vuole indossare i simboli di ciò in cui crede, i colori del proprio tifo, vuole dividersi in contrade, sette, tifoserie, fazioni.
Nel fetore della piazza si sono riuniti coloro che hanno retto questa povera Nazione, nessuno escluso, dai cattolici ai comunisti ai berlusconiani.
Personalmente, mi fanno schifo da sempre. Il motivo è semplice: non tollero i cretini, ma soprattutto detesto i cretini ipocriti.
Delusi dal cantante della vostra gioventù, vi sfogate sui social scrivendo che la colpa di tutti i mali è l'ideologia liberale.
Agnostico, vorrei per un momento avere la certezza che un Dio vi possa giudicare. Certamente, il vostro marxismo realizzato è stato una calamità storica, ma voi date la colpa a noi liberali (che in Italia siamo sempre stati in quattro gatti) come se l'Italia contemporanea l'avessimo plasmata noi.
Quando il PLI superò il 2%, ottenendo un risultato storico, Giovanni Malagodi convocò la direzione ed esordì domandando: “Dove abbiamo sbagliato?”
Chi è elitario non può e non deve essere popolare. Io sul vostro carrozzone kitsch non ci sono mai salito e non ci salirò mai. E' già troppo affollato di politici che hanno causato il declino dell'Italia, giornalisti venduti in bretelle o senza, attori, cantanti e ballerine, scrittori insigniti dello Strega, virologi eccetera eccetera.
Da liberale, io rispetto tutto e tutti ma non per questo mi fate meno schifo.
Fermi al 1946, siete ancora convinti che se qualcosa (qualcosa? Io direi piuttosto tutto) è andato storto la colpa non è vostra, che in ottant'anni di governo non siete riusciti a fare di questo Paese quello che meriterebbe di essere (un faro di civiltà, la culla del diritto moderno, la patria dell'arte, dell'artigianato, della bellezza) ma l'avete ridotto a vostra immagine e somiglianza in quella cloaca che è oggi, imbruttita da immigrati irregolari che delinquono e deturpano. (Ho amato Oriana Fallaci come giornalista e come autrice, ma le ho sempre preferito Tiziano Terzani: fino a oggi, dopo avervi visti riuniti a delirare in piazza).
No, non prendetevela con Romano Prodi, col suo maestro Beniamino Andreatta e coi cattocomunisti che hanno regalato la nostra sovranità (in primis monetaria). No, non muovete critiche a Paolo Gentiloni, ad Antonio Tajani, a tutti i maggiordomi che servono così bene la Signora von der Leyen.
Certo, è più facile criticare l'ideologia liberale, il turbo capitalismo, il populismo.
Fate schifo. Non da oggi, da sempre. Dell'ideologia liberale non sapete nulla (ma sapete davvero qualcosa?)
Esistono ordoliberali, anarcoliberali, e chi più ne ha più ne metta, ma citerò uno dei modelli (anche) della piazza:
“Lo scopo di un’ educazione liberale è quello di trasmettere il senso del valore delle cose che non fanno parte delle forme di dominio, contribuire a creare dei cittadini equilibrati di una comunità libera, e attraverso la combinazione di questa appartenenza alla comunità con la creatività individuale mettere gli uomini in condizione di conferire alla vita umana quello splendore che, come un limitato numero di persone hanno dimostrato, la vita può raggiungere”
(Noam Chomsky).
Lo scopo dell'educazione liberale è la formazione di un'umanità consapevole, capace di pensiero originale, meno hackerabile di quanto siate stati voi, avanzi di una storia di sconfitte iniziata nei movimenti studenteschi e nei centri sociali ma anche in parrocchia e terminata (per voi schifosi in piazza) sulle terrazze romane, nelle readazioni dei giornali o dei TG, in Parlamento, ai premi letterari, i concorsi canori eccetera eccetera.
Ma la colpa è nostra, di quei maledetti liberali, il 2% scarso degli italiani.
Oppure del turbo capitalismo (bestemmia a denti stretti). Studiatevi la Storia, il ruolo della sinistra DC nella svendita del sistema bancario, nella definitiva rinunzia alla sovranità monetaria. Beniamino Andreatta, Romano Prodi, Mario Monti, Mario Draghi, Carlo Cottarelli: chi di loro è mai stato liberale?
Un liberale non è l'opposto di un marxista. Non è necessariamente un iperliberista, un anarco capitalista, un deficiente convinto che esista il libero mercato. Il libero mercato esiste in un contesto normativo che tuteli la concorrenza, che impedisca la formazione di monopoli, che tuteli la libertà (anche economica) dei più deboli.
Ogni estremismo è patologico, lo stalinismo come l'anarco capitalismo, ma il marxismo è superato dalla Storia, la lotta di classe una falsa reliquia che voi venerate, mentre l'ideologia liberale resta la stella polare che dovrebbe ispirare ogni azione politica, perché i diritti individuali sono tutto ciò a cui vale la pena di aggrapparsi in questo presente distopico.
Per non ammettere che per ottant'anni avete sbagliato siete pronti- more solito – a scaricare le colpe su chi non ne ha.
Volete discutere civilmente? Riflettiamo insieme su questo semplice aspetto della contemporaneità: lo strapotere della finanza che detta l'agenda alla politica è più simile al modello liberale o a quello marxista? Il fatto (gravissimo) che gli Stati Uniti abbiano de facto sospeso l'applicazione della normativa anti trust consentendo la formazione di monopoli (in funzione anti cinese, almeno questa è la scusa) ha qualcosa di liberale o è una turbativa del libero mercato?
Ora basta cazzate: fate autocritica, svegliatevi, prendete coscienza del fatto che state appoggiando lo status quo (che è lo strapotere della finanza), che i vostri leader sono al soldo di chi non teme il marxismo (e chi più lo potrebbe temere) ma il liberalismo, perché è l'unica ideologia “sana” che non tollera la violazione dei diritti individuali. Vi è mai passato per la testa che non è un caso se Klaus Schwab ha una statua di Lenin nella libreria? Avete compreso perché Elon Musk proprio ieri ha pubblicato una bandiera dell'Unione Europea con al centro la falce e il martello?
Vorrei tanto che avesse ragione il filosofo Vincenzo Costa, che ha definito la vostra adunata in piazza un funerale. Purtroppo voi godete di ottima salute, detenete il potere (perché controllate tutta l'informazione, la cultura, lo spettacolo) e ci state portando dritti al baratro.
di Alfredo Tocchi, 17 marzo 2025